Come scoprirete in questa recensione, Oddworld Abe’s Oddysee New’n’Tasty è sempre nuovo e gustoso. Lo era nel 2014, all’epoca della pubblicazione originale. Lo è ancora di più oggi confermandosi, in questa versione per Nintendo Switch, come uno dei migliori remake della generazione. Oggi, nell’analizzare la fresca versione per l’ibrida di Kyoto, possiamo addirittura ipotizzare di trovarci di fronte alla migliore incarnazione del titolo, come a dire che, al solito, la portabilità non può che far bene a produzioni di questo tipo.
Oddworld Abe’s Oddysee New’n’Tasty: l’odissea di Abe
Non c’è tempo, non c’è spazio. Abe, alieno di razza Mudokon, è prigioniero in una cella e racconta, bontà sua, com’è è finito in quella disgraziata situazione. Il nostro “eroe” lavorava come addetto alle pulizie per i Mattatoi Ernia, stabilimento produttore di gustosi snack ricavati dalla carne di razze animali come Scrab, Paramiti e Meech, di cui i Glukkon, i suoi datori di lavoro, sono assai golosi. Purtroppo, a causa dell’estinzione di alcune specie e al calo di qualità del famoso prodotto in scatola, il cattivone di turno Mullok decide di introdurre un nuovo spuntino sul mercato impiegando proprio la carne dei Mudokon che lavorano nella fabbrica. Abe scopre il malvagio piano, ma viene scoperto. Da qui, la fuga, matta e disperata, e pure il salvataggio dei suoi colleghi. Bisogna fare presto, per non diventare uno spuntino.
L’incipit di New’n’Tasty, che il remake ha ripreso dal titolo originale, resta un piccolo capolavoro di audacia e coraggio. Pur colorata da ironia e toni prettamente fanciulleschi, l’odissea di Abe è cruda, terribile, nichilista. Addirittura feroce nella sua incredibile efficacia. Chiariamo, al netto di una presentazione “vecchio stile”, pure per compressione, la storia, in Abe’s Odissey, è raccontata principalmente con il gameplay, nel disegno di situazioni che, una scena dopo l’altra, costringono lo sgraziato alieno ad ingegnarsi per sfuggire ai suoi carcerieri e, al contempo, liberare i suoi sfortunati e appetitosi colleghi. Una storia più matura di quanto una immagine o un filmato catturato da una sessione di gioco possa mai rivelare. Questo per dire che Oddworld Abe’s Oddysee New’n’Tasty è un gioco che, banalmente, va giocato, dall’inizio alla fine, metabolizzandone gli elevati valori estetici e ludici e “sopportando” un sistema di controllo che oggi, forse, potrebbe risultare indigesto ad una buona parte del pubblico. Almeno, quello più distratto. La verità è che il prodotto resta un esempio limpido di remake fatto bene, rispettoso della preziosa opera originale osannata sulla prima Playstation e firmata da Lorne Lanning. Ci manca tanto, il vecchio Lorne.
Manca ad un’industria e ad una società più malvagia di un glukkon, che non sempre sa coccolare i suoi artisti. Per questo, la voce di Abe, doppiato dal suo stesso creatore, diventa, in quei suoni gutturali, una dolce melodia che accompagna musiche ed effetti. Che accompagna l’imponente struttura che sorregge il gameplay. Bollare New’n’Tasty come un “normale” platform 2.5 sarebbe ingiusto, oltre che falso e fuorviante. Abe non è Sonic e neppure Mario. Anzi, pur rivendicando originalità e carisma, gli accostamenti più azzeccati ci riporterebbe alle prime due avventure del Principe di Persia piuttosto che ai viaggi alieni di Lester Knight Chaykin. E, comunque, si tratterebbe di paragoni non del tutto onesti. Probabilmente, la cosa più corretta da fare in una sorta di retrospettiva moderna sarebbe quella di rivendicare, ancora e ancora, l’originalità dell’opera, puntualizzando come la componente ambientale legata a tempi e logica si bilanci alla perfezioni con le citate piattaforme. Abe, d’altro canto, nella sua fiabesca tragedia, morirà più e più volte, incapace di sopravvivere a traumi, proiettili, colpi di qualsiasi tipo. Un continuo Trial and Error foriero, comunque, di grandi soddisfazioni e capace, che meraviglia, di evidenziare l’incredibile coraggio di un antieroe adorabile, imperfetto, carismatico come pochi.
Oddworld Abe’s Oddysee New’n’Tasty: un’edizione nuova e gustosa
Alla fine, se New’N’Tasty funziona ludicamente lo si deve sì alle qualità indiscusso del titolo del 1997, ma anche all’incredibile lavoro tecnico e artistico svolto nel remake. Animazioni, colori, ritmo. Persino una spruzzata di varietà inedita che, un lustro fa, garantì al software firmato da Just Add Water di ottenere consensi di pubblico e critica. Curioso come nonostante all’epoca la console non fosse ancora sul mercato e neppure annunciata, Oddworld Abe’s Oddysee New’n’Tasty, grazie al piccolo schermo, sembra sia stato pensato proprio per dare il meglio su Switch. Fino a un certo punto. Su hardware Nintendo, il nostro Mudokon guadagna in portabilità, ma perde qualcosa in termini di risoluzione e frame rate rispetto alle edizioni PS4, PC e Xbox One. Sia dentro che fuori dal dock, la Oddworld immaginata dagli sviluppatori sembra perdere un po’ di lucentezza, oltre a qualche pixel e un bel po’ di fotogrammi. Poca roba, sulla bilancia della meraviglia. Perché rivivere l’odissea di Abe, riascoltare quelle musiche, empatizzare con il dramma di una intera specie e superare, dopo qualche impreco, quella fase particolarmente ostica, è stato bellissimo. Ancora una volta. Ancora Oddworld. In attesa di una nuova avventura.
Oddworld Abe’s Oddysee New’n’Tasty era e resta un capolavoro. Poco conta se il remake firmato a Just Add Water perda, su Nintendo Switch, qualche pixel e qualche fotogramma. Il gioco resta godibile e, anzi, impreziosito dalla possibilità di giocare in portabilità. Un “upgrade” notevole a fronte della particolare struttura a “scenari” proposta dai puzzle ambientali mescolati alle piattaforme in 2.5 che caratterizzavano e caratterizzano la produzione. Artisticamente notevole, pudicamente perfetto, l’odissea di Abe, dopo tanti anni, sembra davvero senza fine. Proprio come il suo valore.