Studio da Oxford suggerisce che giocare faccia bene alla salute mentale

Sembra strano delle volte trovarsi a fare i conti in positivo quando di mezzo c’è il sempiterno discorso tra salute e videogiochi. Da quando quest’ultimi esistono infatti, tanto è stato detto e sopratutto negativo. Ora però, un’università di Oxford ha rivelato che, tramite alcuni studi effettuati, videogiocare potrebbe fare bene alla salute mentale di tutti.

Come riportato dal The Guardian, gli accademici dall’università britannica hanno usato dei dati estratti da Animal Crossing New Horizons e da Plants vs. Zombies Battle for Neighborville, incociandoli con questionari di stampo psicologico per poi scoprire che il tempo passato a giocare ha instaurato un senso di “benessere” nei giocatori.

Questa, sia chiaro, è una delle prime prove fatte su veri dati di gameplay e tempo di gioco, allontanandosi dal comune e poco scientifico metodo di richiesta delle ore direttamente ai giocatori. Per quanto sia l’unica e vera testimonianza, a fronte di veri e propri dati, è pur sempre un passo in avanti in questo mondo. Qui sotto potete dare un’occhiata alle parole del capo ricercatore Andrew Przybylski di Oxford.

Si tratta di portare i videogiochi nel ramo della ricerca psicologica, la quale non è un fuoco di paglia. Lo studio ha dimostrato che sei un “essere umano più felice” se passi quattro ore a giocare a Animal Crossing, ma il team non vuole dare ora, come risultato, un “lasciapassare” per i giochi. Sono molto fiducioso sul fatto che potremmo imparare molte cose, se la ricerca dovesse continuare, che credevamo tossiche all’interno del discorso videogiochi e avremo le prove anche per quello, in futuro.

Sono stati ascoltati enti molto importanti a riguardo, come la WHO e la NHS, dando loro interesse quando in realtà non c’erano letteralmente dati nel confermare quello che dicevano. Potevano tranquillamente dire la loro senza alcun dato basato su studi concreti.

All'età di sei anni, Fabio ha potuto mettere le mani su quella che sarebbe diventata, in estremamente poco tempo, la sua passione più grande: il videogioco. Dalla prima Playstation, vagando tra le terre simil-burtoniane di MediEvil fino a Crash Bandicoot e Tombi arriva, nel suo percorso di videogiocatore, a farsi appassionare da una moltitudine di generi e a crescere con loro, facendoli diventare parte integrante della sua vita e riconoscendo nel videogame una nuova forma di pura arte, oltre che di intrattenimento. Da quel momento, i suoi interessi mettono radici anche altrove, arrivando alla Settima Arte e alla musica, il gioco di ruolo e la lettura e tutto ciò che permette di sentire e immaginare mondi che ci sembrano, o sono effettivamente, lontani dalle nostre realtà.