Little Nightmares II Provato: una demo da brividi

Little Nightmares II

Siete pronti per tornare ad aiutare Six nella sua fuga dal mondo orrorifico e maledettamente affascinante di Little Nightmares? La prima volta che abbiamo sentito parlare di questo titolo era nel 2017, con l’uscita del primo capitolo. Ora, a distanza di 3 anni e ben 3 DLC aggiuntivi, abbiamo ricevuto la notizia che il seguito è in lavorazione e che l’11 febbraio 2021 verrà a tormentare i nostri sogni come pochi giochi hanno potuto fare nell’arco della storia. Con una premessa del genere è naturale che noi di Gamesvillage non vediamo l’ora di mettere mano su questo fantomatico e misterioso Little Nightmares II. E, aprite bene le orecchie, è già possibile averne un assaggio su Steam con la demo gratuita. Chiariamoci immediatamente: è parecchio corta come demo. Ma fa il suo dovere? Assolutamente sì. Ne siamo rimasti sbalorditi? Parliamone. Benvenuti in questo articolo dove vi parleremo di ciò che abbiamo potuto scoprire tramite la piccola mezz’oretta di gameplay trascorsa in compagnia di Mono e Six. Siete pronti? l’incubo vi aspetta!

Little Nightmares II

Direi di partire con una premessa e con una spiegazione, a grandi linee, della serie in generale; una specie di rinfrescata per chi già conosce il gioco e per chi non ne sa nulla. Little Nightmares è stato prodotto da Bandai Namco e sviluppato da Tarsier Studios. Uscito nel 2017 per parecchie piattaforme ha dato filo da torcere ai giocatori più paurosi, non con i soliti jump scare ma con un efficace comparto audio e video da brivido. Mentre chi è innamorato dell’horror ne ha sicuramente apprezzato la delicatezza e la profonda riflessione sui temi trattati, spiegati con immagini e suoni più che con dialoghi veri e propri. Ed è qui che Little Nightmares trae maggiore forza per distinguersi dalla massa. Possiede un tipo di narrazione singolare e poco adottata nel genere videoludico che però ritorna qualche volta soprattutto nei titoli del terrore. Questo perché, una volta spogliata un’opera dei dialoghi e del parlato, c’è solo un modo per raccontare una storia: tramite il comparto audiovisivo. E qui, già a suo tempo, il titolo di Tarsier Studios riusciva perfettamente a farci calare nei panni di Six e a vederne l’evoluzione psicologica, o meglio… la rovinosa caduta del suo stato mentale.

Little Nightmares II

Che cos’è Little Nightmares II?

Ma ora, dopo questa piccola premessa che ci ha spiegato un po’ meglio cosa era prima Little Nightmares, direi di partire col parlare invece di cosa è ora Little Nightmares II. Ebbene, di sicuro, essendo un sequel, parlerà degli avvenimenti successivi alla fuga di Six dalle Fauci, la nave dove venivano trasportati i bambini per essere venduti o immediatamente cucinati per l’ingorda clientela di questo insano mondo. Stavolta, almeno per la durata della demo, non giocheremo nei panni di Six come invece era accaduto nel titolo precedente. Seguiremo la storia tramite il punto di vista di Mono, un ragazzino che indossa un sacchetto di carta in testa, molto simile ad una busta del pane; con appena due fori per gli occhi. Un design interessante che certo non spicca quanto l’iconico impermeabile giallo di Six, ma che dona un certo fascino e chiara identità al nuovo protagonista.

Stavolta infatti non siamo più al centro dell’area di gioco, o meglio ci siamo comunque, ma non siamo noi a spiccare con i colori sgargianti. Sarà qualcos’altro che ruberà la nostra attenzione: le luci. Con un miglioramento esponenziale dell’ambientazione circostante e della fisica degli oggetti, Little Nightmares II ci mostra come i dettagli siano il punto focale di questa nuova avventura. Non che nel primo titolo non lo fossero, ma diciamocelo: aveva toni molto spenti e poco chiari, dove solo il giallo predominava. Stavolta invece, tramite una più curata tinteggiatura degli sfondi e dell’oggettistica, faremo più caso ad ogni singolo particolare che ora è ancora più facile da notare ma difficile da riconoscere. Mi spiego meglio: avendo una maggiore risoluzione per qualsiasi tipo di oggetto in game, sarà più complicato trovare ciò di cui abbiamo bisogno per andare avanti, perché tutto sembrerà indispensabile o totalmente inutile. Questo elemento dona realisticità all’opera nonché maggiore immersività a chi la gioca. Resteremo spesso completamente fermi per controllare quale mobile, arma, apparecchio o cianfrusaglia potrebbe tornarci utile.

Little Nightmares II

Una demo breve ma ricca di emozioni!

La demo di Little Nightmares II si apre in un bosco, freddo e cupo con solo una flebile luce a permetterci di capire dove andare. Gli sfondi sono maggiormente esplorabili e ogni area di gioco è più larga del solito. In questo modo, soprattutto all’inizio quando non abbiamo ancora familiarità con i comandi, l’esperienza risulterà lenta, logorante e temibile; come se da un momento all’altro dovesse spuntare un nuovo incubo a darci la caccia. In questo senso, i suoni o meglio, i rumori costruiscono una vera e propria atmosfera, sublime per il genere horror a cui appartiene l’opera. I rompicapo, che consentono a questa serie di titoli di essere ricordati maggiormente, si basano ancora una volta sulla fisica e sulla gravità. Lanciare una pigna nell’erba alta potrebbe permettervi di scoprire delle tagliole nascoste che altrimenti vi avrebbero addentato un arto, causando inevitabilmente la vostra dipartita e il game over. Non preoccupatevi però se morirete spesso: dovete vedere Little Nightmares II come un Dark Souls per certi versi. Non perché sia difficile o complicato, ma semplicemente perché riuscirete a scoprire come risolvere un puzzle solo dopo essere caduti in qualche trappola.

Un’ambientazione da brivido in tutto e per tutto!

L’ambientazione di Little Nightmares II è stupenda. Potrei finire così questa analisi ma è giusto spiegare meglio la mia affermazione. Non solo i suoni fanno il loro dovere per condire l’esperienza, ma il background e i colori donano quel tocco in più per renderla perfetta. La piccola cittadina di Pale City è composta da casette fatiscenti al limite dell’inverosimile. Le assi di legno, le stanze con il parquet, le sedie e i mobili trasandati riescono a creare un effetto a dir poco strabiliante. Come già detto, le tinte poco più sature ma comunque cupe contraddistinguono questa nuova esperienza rispetto al passato, innalzando il livello di stile e di terrore che l’opera emana. Corpi impiccati, topi o mosche ammassate su una carcassa, interiora sparse sul pavimento, mannaie conficcate nel legno… tutto è stato maggiormente curato per rendere sublime l’environment design. Per quanto riguardo la caratterizzazione dei personaggi, è ancora presto per parlare, ma sicuramente a livello di modellazione 3D c’è un vero e proprio upgrade.

Fortunatamente poi, per quanto concerne il lato tecnico, non abbiamo riscontrato troppi problemi durante il gameplay. Certo, delle volte i personaggi si bloccano se posti in posizioni scomode ma in quanto a cali di frame ne abbiamo trovati davvero pochi e questo è certamente un punto a favore persino per chi possiede un PC poco performante. Anche perché i requisiti massimi da soddisfare sono davvero bassi, permettendo quasi a tutti di poter provare la demo. Consigliamo vivamente di giocare Little Nightmares II con un controller, non solo perché è il titolo stesso a ricordarcelo ma proprio per i comandi che andremo ad utilizzare. Le levette analogiche fanno il loro dovere quando servono e sicuramente, se giocato con tastiera, il livello di immersione calerebbe abbastanza. Un piccolo punto a sfavore è forse dato dalla ridotta esplicazione dei pulsanti stessi che, solo dopo essere rimasti fermi senza sapere cosa fare, appariranno su schermo a mo’ di tutorial, un po’ forzato a detta nostra. Non che questo dia un vero e proprio problema ma, per chi si accinge a giocarlo per la prima volta, il gameplay di Little Nightmares II potrebbe risultare un po’ confusionario all’inizio.

In conclusione, ci è piaciuta la demo di Little Nightmares II? Assolutamente sì, e ne vogliamo ancora! Nonostante duri davvero poco e non ci faccia scoprire troppo, proprio come una demo dovrebbe fare, nella sua interezza funziona. Questo perché spiega le meccaniche principali, ci fa un po’ conoscere i due protagonisti, mostra persino un boss che incontreremo durante la storia e ci dà un assaggio degli orrori e dell’atmosfera che respireremo. Che cosa vorreste di più? Io, un appunto lo vorrei comunque fare: voglio il gioco completo… la demo non mi basta più!

Nata con in casa una PS1 ed una stanza con pareti ricche di personaggi disegnati dal padre, si innamora ben presto dei videogiochi e dei manga. Dal primo titolo giocato, Paperino: Operazione Papero, fino ad arrivare a Death Stranding, vive ogni avventura come se fosse la propria, amando e studiando ogni personaggio che le si pari davanti. Le due opere che le sono più rimaste più nel cuore sono: Bioshock Infinite e The Last of Us. Appassionata di grafica, fumetti e storytelling, nel tempo libero scrive, disegna, gioca e soprattutto immagina. Incurabile sognatrice dal 1999.