Zelda 35th, anche Hyrule festeggia l’anniversario

Zelda 35th è il nuovo importante anniversario che ricorre quest’anno, dopo i grandi festeggiamenti visti in casa Nintendo in occasione di quello dell’anno scorso di Super Mario Bros, altro importante titolo per la stessa piattaforma, ovvero l’indimenticabile console ad otto bit Nintendo Entertainment System. Usciva infatti per la prima volta proprio nel 1986 il capostipite dell’ormai blasonata saga di The Legend of Zelda, un titolo che, al pari della saga di Mario, ha rivoluzionato il concetto stesso di Action RPG diventando un importante modello per le generazioni future.

Le grandi pietre miliari dei primi anni ottanta

The Legend of Zelda in realtà è solo uno degli ultimi spunti geniali dello scintillante decennio degli anni ottanta, preceduto da una lunga serie di pietre miliari, che riportano tutte allo stesso autore, ovvero Shigeru Miyamoto. Il game designer, ribattezzato presto dalla stampa specializzata Sua Giocabilità, nel 1986, è ormai un nome molto affermato nel campo degli autori videoludici , grazie all’enorme successo sul mercato arcade prima e su quello casalingo poi di hit diventate negli anni dei veri grandi classici del settore. Parliamo di opere quali Donkey Kong titolo del 1981 nato per riciclare i cabinati inutilizzati di un altro gioco di scarso successo, ovvero Radar Scope, rilasciato in sala tre anni prima, e Popeye, titolo cult del 1982, scritto a quattro mani con Genyo Takeda, che aveva avuto un enorme successo sul mercato, grazie anche all’utilizzo del simpatico personaggio statunitense. Tutto questo senza contare quel Mario Bros dello stesso anno, così intrigante che, da semplice gioco di piattaforme a schermata fissa, si è poi evoluto, proprio nell’anno precedente alla nascita di The Legend of Zelda, nel 1985, in un platform a scorrimento che codifica il genere e ne pone uno dei pilastri più importanti, ovvero Super Mario Bros. Il titolo viene realizzato anche mutuando le intuizioni dell’immortale Pitfall di David Crane e del bizzarro esperimento Pac Land, che vedeva un mutamento di rotta per l’insaziabile mangia pillole giallo. Nintendo ha dedicato l’anno scorso una importante celebrazione al re dei platform, incluso Super Mario Bros 35, che abbiamo recensito in questa pagina.

Il rinfrescante laghetto dotato di fatina ideato dal romantico autore Shigeru Miyamoto è uno dei momenti più deliziosi della saga, oltre che l’occasione di recuperare tutta l’energia.

 

Zelda 35th, le origini di The Legend of Zelda

Dopo aver realizzato titoli in cui il gameplay assumeva sicuramente maggior importanza rispetto alla trama, Shigeru Miyamoto decide di fare il grande salto, ideando per la prima volta nella sua carriera un Gioco di Ruolo, ispirato ai grandi classici del settore quale la blasonata saga di Ultima di Richard Garriott, detto Lord British, la serie Temple of Apshai di Jon Freeman o l’indimenticabile Wizardly, tanto amati dall’autore. Per il setting l’autore attinge a piene mani direttamente dal suo vissuto personale, ovvero le piccole grandi avventure compiute da ragazzino durante la sua infanzia. Queste includono esplorazioni di misteriose e buie grotte armato di una sola lanterna a gas, nelle campagne incolte e sconfinate, per la mente di un bambino, nei dintorni della provinciale città di Sonobe, vicino Kyoto, dove risiede la famiglia Miyamoto. Semplici giochi nel bosco di un piccolo bimbo, dunque, ma nella sua fantasia questi luoghi quasi magici sono pieni di mostriciattoli malvagi da sconfiggere, e si dividono in regno della luce, al di fuori, negli scenari bucolici all’aperto, e veri e propri dungeon sotterranei da esplorare. Quella immaginata dall’artista alla fine è una vera fiaba, in cui appunto il protagonista, l’elfo Link diventa il classico eroe che deve salvare una principessa, la famosa Zelda, del regno immaginario di Hyrule. Emerge prepotente la figura di un nemico iconico e malvagio, il perfido Ganondorf, che minaccia la principessa, volendola trascinare nelle infide lande dell’oscurità. Non mancano le fate in grado di ridare la vita, gli abitanti del regno di Hyrule e tantissime piccole e grandi caratterizzazioni di un’opera oggi immortale, iconica e seminale. Questa favola, come sappiamo, sarà in seguito raccontata in mille modi diversi, giungendo, di console in console, fino ai nostri tempi, diventando uno dei titoli di punta più importanti delle macchine della grande N. Importanti temi come quello della crescita, dell’abbandono dell’infanzia, dell’Amore, dell’eterna lotta tra il bene e il male, sono trattati in modo favolistico ed universale. Tutto questo accade in una data precisa, il 21 febbraio del 1986, esattamente trentacinque anni fa, quando esce The Legend of Zelda per la console ad otto bit Nintendo Entertainment System, peraltro nel momento del suo massimo successo sul mercato, con il sottotitolo, perlomeno in Giappone, di The Hyrule Fantasy e la scelta di un formato che, come vedremo, è un vero e proprio unicum nella produzione hardware della casa di Kyoto.

 

Zelda per Famicom Disk System, un formato basato su disco ottico proprietario mai arrivato in Occidente, dove infatti il titolo debutta su una normale cartuccia

 

Zelda 35th, tutto cominciò su Famicom Disk System

Il formato originale per cui è stato ideato il gioco è infatti una periferica che, purtroppo, non è mai giunta in Occidente. Parliamo del Famicom Disk System un particolare lettore di disco ottico che costituisce un add-on per l’originale console ad otto bit giapponese il Nintendo Family Computer, per gli amici Famicom, da noi diventato il NES. La periferica consiste in un vero e proprio disco ottico al pari dei classici dischetti per home computer, con possibilità di allocare una maggior quantità di dati e, soprattutto, salvare la posizione. Simile ma non compatibile, ovviamente, poiché di formato proprietario. Il Famicom Disk System debutta esattamente nel 1986, con due titoli di punta realizzati apposta per essa, ovvero The Legend of Zelda e Metroid, altro titolo seminale, ideato da Gunpei Yokoi. Il FDS ottiene un discreto successo in patria, vendendo quasi cinque milioni di unità e restando in produzione fino al 1993, ben oltre il debutto dello SNES, ma viene ritenuto poco adatto all’Occidente, e quindi i due titoli vengono convertiti su supporti più classici. Nel passaggio di formato, dal disco proprietario ad una semplice cartuccia per il mercato dell’occidente, Nintendo decide di fare un upgrade importante alla cartridge classica, aggiungendo, per The Legend of Zelda, una batteria tampone extra per poter effettuare i salvataggi. Cosa fondamentale vista l’estensione del titolo, pur sempre un complesso Action RPG. Storicamente si tratta dunque del primo gioco per Nintendo Entertainment System (e non solo) ad avere uno slot da salvataggio su cartuccia. Questa caratteristica è veramente importante, perché permette al giocatore di riprendere l’avventura da un punto di salvataggio, senza utilizzare scomodi sistemi di password e tenendo in memoria tutte le locazioni già esplorate, l’inventario e tutti i progressi. Per il 1986, una vera rivoluzione. Per impreziosire il tutto Nintendo decide di dipingere col colore più nobile la cartuccia, che viene dotata di una speciale verniciatura dorata, tema ripreso, nella carriera trentennale della saga diverse volte. Il titolo viene ristampato successivamente anche nella collana NES Classics per Game Boy Advance, riproposto nella celebre raccolta celebrativa per Nintendo Game Cube, ed infine reso disponibile per l’acquisto sui canali digitali, fino ad oggi. In occasione del recente Nintendo Direct sono state svelate un paio di iniziative legate a Zelda 35th Anniversary ma le celebrazioni più importanti sono nel cuore dei giocatori.

Ingombrante, pesante ed incredibilmente affascinante, il Nintendo Famicom Disk System è oggi ricercatissimo dai collezionisti!

 

The Legend of Zelda, un gameplay che ha fatto scuola

Al pari del suo collega Super Mario Bros, che ha rivoluzionato per sempre e codificato il genere platform, The Legend of Zelda ha introdotto alcune scelte di gameplay che, ancora oggi, sono diventate un vero e proprio punto di riferimento per il genere, un vero e proprio manuale di game design a cielo aperto. Innanzitutto la visuale dall’alto, simile, ma meno stilizzata, a quella della serie Ultima, che permette di avere tutto sotto controllo con facilità, poi la possibilità di esplorare lo scenario in ogni direzione, con l’incredibile piacere del giocatore di avere tutta la mappa subito a disposizione, anticipando, a suo modo, decenni prima, il concetto di Open World. Ma non solo, l’illusione della totale libertà appena citata, viene infranta dalla necessità di usare oggetti speciali per sbloccare parti inedite dello scenario, similmente all’altra pietra miliare del settore, ovvero Metroid. Speciali enigmi ambientali, puzzle da risolvere e un equipaggiamento da tenere sott’occhio per poter procedere nelle varie quest al meglio. Ovviamente l’altra intuizione geniale di Shigeru Miyamoto è quella di non realizzare un RPG classico a turni, con tanto di avanzamento di livello, ma di proporre una formula più moderna e d’azione, con  combattimento in tempo reale e progressione nelle sole dotazioni di base, senza esperienza da accumulare, piuttosto che un sistema classico basato sulla triade HP-MP-XP. Una storia semplice e lineare, senza troppe sotto  trame complesse, ed un eroe muto e quasi anonimo, che diventa un semplice avatar che rappresenta il giocatore in digitale. Le melodie indimenticabili di Koji Kondo, compagno di merende storico del nostro eroe Miyamoto-San, al pari della coppia Mogol-Battisti nella musica leggera italiana, impreziosiscono il tutto, rendendo l’opera immortale.

Zelda 35th Anniversary. Una celebrazione importante, di un’opera senza tempo, iconica e seminale, che è rimasta nel cuore di milioni di giocatori in tutto il mondo, ed ha generato una saga complessa attiva fino ai giorni nostri. Al VIGAMUS Museo del Videogioco di Roma, in occasione dell’evento, sono presenti fino a fine febbraio alcune speciali postazioni dedicate alla leggendaria saga per celebrare al meglio l’anniversario di Zelda.

 

 

 

The Legend of Zelda 35th

 

Super Mario Bros 35th

Super Fabio Bros, al secolo Fabio D'Anna (ma non diteglielo: ancora soffre perché Facebook lo ha costretto a usare il suo vero nome), è un collezionista leggendario di videogiochi nonché super esperto di retrogaming. Ha organizzato due edizioni della mostra ARCHEOLUDICA ed è Responsabile della Collezione al museo VIGAMUS, ha collaborato con i portali specializzati Games Collection e Retrogaming History. Adora Super Mario, Pac-Man e le sue adorabili cagnoline. L'obiettivo finale della sua vita è possedere tutti e 2047 i modelli di PONG esistenti. Attualmente è a quota 69.... quindi augurategli lunga vita e prosperità.