Capcom ha permesso agli utenti PlayStation i accedere in anticipo alla prima parte della sessione demo di Resident Evil Village che a maggio sarà disponibile per tutti (un altro Early Access sarà disponibile tra pochi giorni), permettendoci di avere un primo approccio con l’ultimo capitolo della serie, che tanto si discosta dal passato, ma che allo stesso tempo prova a mantenere un minimo di identità. Partiamo da un presupposto: il seguente provato è basato principalmente sulla versione PlayStation 5 della demo, ma verrà riservato comunque un paragrafo anche alla versione old-gen, ossia quella PlayStation 4. Come in molto ben sapranno, la versione dimostrativa era tratta dal gioco finale e aveva una durata di soli 30 minuti (anche se alcune cose potrebbero comunque cambiare a prodotto pubblicato). Perché abbiamo scritto utilizzando il passato? Perché la demo purtroppo non è più accessibile. I 30 minuti trascorsi al suo interno sono stati davvero pochi, ma comunque ci hanno permesso di avere un’idea di cosa ci ritroveremo tra le mani tra meno di un mese.
Resident Evil Village: sperduti nell’est dell’Europa
Pronti, via… Ethan sperduto nel villaggio! È qui che parte la demo, con Ethan che cerca sua figlia un un luogo abbandonato da qualsiasi divinità e governato da entità ultra-umane. Nel villaggio facciamo la conoscenza con pochissimi superstiti e soprattutto, con i non proprio adorabili Lycan, ossia degli uomini-lupo che in Resident Evil Village vanno con gioco-forza a sostituire i cari e vecchi zombie. A quanto pare però, il loro livello di sfida è molto più alto dei non-morti e, nostra supposizione, in branco sarà ancora più difficile affrontarli. Ma facciamo un passo indietro!
L’aria che si respira nel villaggio ha un qualcosa di familiare: si, la sensazione di déjà-vu è molto ampia, con la mente che subito torna indietro ai gloriosi tempi di Resident Evil 4. Non solo per la presenza di case disabitate e abitanti dall’aria strana, ma anche per alcuni enigmi da risolvere. Palese è quello del portone che richiede due pietre per essere aperto. Si, l’abbiamo già fatto! Questo villaggio però è molto più cupo e presenta un male che potrebbe non venire dal presente (virus sviluppato in laboratorio), ma dal passato… e potrebbe essere meno esoterico del previsto!
Purtroppo, con il tempo a nostra disposizione assai limitato, ci è stato impossibile esplorare l’intera area e della verticalità tanto decantata da Capcom ci è stato offerto solo un minimo esempio. Troppo poco per giudicare! Anche le fasi di combattimento sono state troppo povere in quella che possiamo definire una demo che ha avuto più un ruolo nel farci scoprire un po’ di trama che quello di tastare in maniera approfondita le meccaniche proposte dal titolo. Da quello che abbiamo potuto constatare, i richiami a Resident Evil 7 in termini di gameplay sono tanti: dal gunplay ai movimenti, dal crafting all’esplorazione. Persino il sistema di cura non è cambiato minimamente, con la soluzione medica in grado di curare ogni male. Interessante è invece la meccanica dell’inventario ereditata da Resident Evil 4: Ethan ha a disposizione una valigia con spazio limitato. Ai giocatori spetterà l’arduo compito di organizzare il tutto per farci stare quanti più item possibili. Ovviamente, nel corso dell’avventura sarà possibile entrare in possesso di valige più capienti, garantendoci più item trasportabili.
Next-gen o non next-gen, questo è il dilemma!
Come detto prima, io ho testato la versione PlayStation 5 della demo di Resident Evil Village, un gioco che definire completamente next-gen potrebbe essere una sorta di azzardo. Non mettiamo in dubbio la qualità del Re Engine, motore grafico ultra-affidabile e ormai adatto ad ogni titolo targato Capcom. Il problema di base potrebbe essere l’esistenza delle versioni old-gen del survival-horror, che forse hanno dovuto mettere gli sviluppatori nelle condizioni di creare un gioco con troppi compromessi per adattarsi alle due generazioni di console.
Il risultato finale, o almeno, quello che mi ha lasciato la demo è la sensazione di un titolo con il freno a mano tirato soprattutto in termini grafici e dei dettagli. Il gioco non sembra discostarsi poi troppo dai dettagli e dalla qualità di Resident Evil 7. Alcune texture risultano essere superiori, questo è certo, ma la sensazioni è che i volti dei personaggi, i loro capelli e soprattutto le loro espressioni facciali non possano ottenere l’appellativo di “next-gen” in tutto e per tutto. Detto dell’aspetto grafico, a livello di prestazioni è difficile lamentarsi di Village: caricamenti ultra-rapidi, non una perdita di frame rate che l’occhio possa notare e una fluidità che con ogni probabilità sarà difficile ottenere sulle macchine “precedenti” o su PC di fascia medio-alta. A giudicare dall’esperienza di gioco, la risoluzione proposta sulla mia TV (non 4K) è di 1080p netti, mentre i 60 frame al secondo hanno sicuramente influito nel gameplay, rendendo l’azione rapida e immersiva.
Resident Evil Village: come se la cava la demo su PS4?
Paragrafo a cura di Marco Lucio Papaleo
Giustamente, oltre al provato sulla nuova generazione, ci interessava fare una prova sul campo anche della precedente generazione, in versione “liscia” per vedere le effettive differenze. Come giustamente appunta Domenico, trattandosi di un titolo a cavallo delle gen è importante capire quanto l’approccio sia sbilanciato da una parte piuttosto che dall’altra, sia a livello di meccaniche che di livello puramente tecnico.
Che dire? Trenta minuti sono davvero pochini per farsi un’idea del gameplay, che sembra mescolare le cose buone del settimo, apprezzato, capitolo con altre che sembrano uscite dritte dritte dal quarto, generalmente inserito sul podio dei migliori capitoli della saga. Il dover giocare “di fretta” per la paura di non vedere tutto ciò che era a disposizione nella porzioncina di gioco rilasciata fa perdere un po’ il gusto della sana esplorazione e rende il tutto forse troppo concitato rispetto a quanto dovrebbe, ma è un problema della demo e non del gioco, quindi sorvoleremo. Speriamo che la demo di settimana prossima, a questo punto, sia principalmente incentrata sui combattimenti, rendendo la demo meno frustrante dal punto di vista pratico.
Il feeling, ad ogni modo, è autentico e fornisce spunti originali ma, in un certo qual modo, familiari: il tutto sembra molto interessante e vogliamo assolutamente saperne di più della vicenda e dei suoi protagonisti, sperando che Ethan, però, mostri un po’ di carattere: per ora è davvero il protagonista più blando di tutto il franchise. Gli enigmi, la mappa e tutto il resto sembrano perfettamente in linea con RE, mentre i Lycan non sono particolarmente interessanti, se non per il loro concept di “branco”. Diciamo che, da giocatori, non vediamo nulla di nuovo o davvero originale: ma del resto, a provare a cambiare la formula si rischia il malcontento, vedasi le prime reazioni all’episodio precedente dei fan intransigenti. Il mix pensato da Capcom sembra ben dosato: ma tireremo le somme su questo solo a gioco completo provato.
Veniamo ora al lato tecnico: tutto sommato, a uscirne vincitrice è la versione old-gen, a livello puramente visivo: la differenza a livello grafico, nella definizione di ambienti, volti ed effetti, non è poi così marcata, e mentre su PS5 non vediamo davvero la potenza della next-gen (ad esempio nelle texture), la PS4 viene adeguatamente “spremuta”. Certo, la PS5 ha caricamenti velocissimi e un frame rate stabilmente ancorato a 60 fps, ma era il minimo delle differenze che potevamo aspettarci. Mettendo sul piatto tutte le opzioni, Village parrebbe non essere il titolo per cui passare a PS5, almeno stando a questa demo (e quindi a un provato davvero piccolo, ad ogni modo): restiamo in sospeso, in attesa della demo del 25 aprile.
Vorremmo potervi dire di più di questa prima esperienza concreta passata su Resident Evil Village, ma i limiti posti dal tempo non ci permettono di fornire approfondimenti maggiori. Anzi, la scelta di precludere il tutto a 30 miseri minuti non ripetibili ci fa passare anche un po’ la voglia di entrare nei particolari di quello che sarà un gioco enorme e maestoso. Dunque, questa demo altamente limitata che non ci ha permesso di esplorare con cura il villaggio e parte dei suoi segreti la vediamo come un biglietto da visita in grado di mettere ulteriore hype nel nostro desiderio di entrare in possesso del gioco quanto prima. Attendiamo con ansia la seconda demo giocabile, con la speranza che questa proponga un po’ più di azione e ci permetta di carpire altri particolari in quello che si appresta ad essere il capitolo più oscuro del franchise.