Bleach sbarca su Prime Video: riscopriamo l’opera di Tite Kubo

Bleach

In Shonen Jump all’inizio degli anni duemila regnavano tre manga: One Piece, Naruto e Bleach. Definiti come i “Big Three”, ossia quelle opere che dominavano le classifiche di vendita, essi si sono fatti conoscere in tutto il mondo, portando a loro volta una rivoluzione anche nell’animazione giapponese. Tre pilastri che hanno ispirato tantissime opere attuali, le quali hanno definito il genere Shonen. Soprattutto One Piece e Naruto, che in Italia – dopo Dragon Ball – hanno riscosso un gran successo grazie anche a Mediaset, che non ha mai smesso di trasmettere gli episodi di queste due serie per via delle numerosissime repliche.

Tuttavia, la serie televisiva di Bleach non è mai arrivata in Italia, al contrario del manga giunto alla conclusione anche nel nostro bel paese. Infatti, l’opera di Tite Kubo, nonostante il suo successo nel resto del mondo, non vanta della stessa popolarità delle opere di Masashi Kishimoto ed Eichiro Oda, e solamente le pellicole cinematografiche hanno potuto godere di un adattamento italiano non proprio stellare. Inoltre, la fine del manga ha visto un netto calo di vendite proprio in un momento così fondamentale della storia, mentre la serie animata finora risulta ancora incompleta, dato che l’ultimo arco narrativo non è stato adattato. Eppure, i fan di Bleach dopo la sua fine, hanno continuato a sostenere l’opera e a distanza di ben cinque anni dalla conclusione del manga, l’anime sta per tornare in una nuova serie, che vedrà lo scontro finale tra Shinigami e Quincy. Ma non è finita qui: dal 26 aprile, la serie sbarca sul servizio di streaming Prime Video con tanto di doppiaggio in italiano grazie a Dynit, proponendo i primi centonove episodi per riaccendere l’interesse del pubblico nostrano. Per l’occasione, vorremmo reintrodurvi alla serie parlandovi delle principali caratteristiche dell’opera di Tite Kubo in occasione del suo debutto sulla nota piattaforma di streaming di Amazon, evitando ovviamente dei corposi spoiler.

 

Bleach

La serie di Bleach sbarca in Italia su Prime Video: riscopriamo il battle shonen di Tite Kubo!

Bleach narra le vicende di Ichigo Kurosaki, un ragazzo quindicenne che ha la dote di vedere i fantasmi come le sue sorelle più piccole. Una sera di ritorno a casa, la sua famiglia viene colpita da uno spirito maligno detto Hollow, un essere invisibile al normale occhio umano, il quale si ciba delle anime degli esseri umani. Sul luogo interviene una shinigami (dio della morte) di nome Rukia Kuchiki, la quale viene ferita gravemente durante lo scontro con l’essere sovrannaturale. In una situazione disperata, la donna decide di prestare i suoi poteri ad Ichigo, attraverso una procedura non solo pericolosa per l’incolumità del ragazzo, ma anche proibitiva per gli shinigami stessi. Eppure, conscio del rischio, egli è fermamente deciso a proteggere la sua famiglia in pericolo, e si lascia trafiggere dalla Zanpakuto (la katana data in dotazione ad ogni shinigami, la quale racchiude al suo interno un potere speciale) di Rukia, risvegliando infine un potere spaventoso che gli permetterà di contrastare l’indomito Hollow. Questo è l’inizio dell’opera più importante di Tite Kubo, che nel primo decennio del ventunesimo secolo ha lasciato il segno nel mondo dei battle shounen vendendo oltre novanta milioni di copie in tutto il mondo. Tuttavia, Bleach si contraddistingue dai suoi coetanei come Naruto e One Piece, a partire dal protagonista stesso. Ichigo infatti, non insegue un sogno, bensì una ferrea volontà che lo porterà a proteggere le persone  a lui più care, inseguendo principalmente la bramosia della forza che man mano lo porterà a diventare sempre più forte. Kurosaki farà la conoscenza di temibili avversari i quali rappresenteranno sempre un ostacolo e un limite da superare. Bleach prende forma nel suo secondo arco narrativo, il quale vedrà il neonato shinigami insieme ai suoi amici più fidati (anch’essi dotati di poteri speciali ed altrettanto singolari) invadere il mondo delle anime, detto anche Soul Society, per salvare Rukia dalla pena di morte imposta dopo che ha donato i suoi poteri al ragazzo, infrangendo così uno dei tabù degli shinigami.

Servendosi della sua Zanpakuto, Ichigo affronterà una miriade di avversari, tenendo testa ad ogni opponente seppur con tantissima fatica: ogni scontro è intenso, senza esclusione di colpi, tra fendenti letali e tecniche  di combattimento sempre differenti, la monotonia in Bleach e nei suoi più efferati scontri non è dissacrante. Con l’introduzione della Soul Society e di tutto ciò che ne concerne, il cast di personaggi dell’opera di Kubo si amplia in maniera esponenziale, costruendo una coralità narrativa piuttosto semplice ma decisamente ricca, dando vita a personalità di spicco molto amate nel panorama dei manga ed anime. Ciò su cui fa leva la serie è proprio la varietà dei personaggi e delle loro caratteristiche: il Gotei 13, nonché il governo istituito dalle tredici brigate degli shinigami che proteggono la Soul Society, si differenziano tra loro per componenti, ruoli all’interno della società e rango militare, i cui capitani sono gli esseri più temibili di tutto il mondo delle anime. In questo inizio, Ichigo e compagni saranno chiamati ad affrontare avversari di ogni tipo, delle prove di forza apparentemente insormontabili: la loro caparbietà basterà a salvare Rukia dalla pena di morte?

Bleach-2

 

 

 

 

 

 

Zanpakuto, le armi predilette dagli Shinigami!

In Bleach la figura dello shinigami è la colonna portante della serie e della sua narrativa, il cui scopo principale è quello di accompagnare le anime defunte verso la Soul Society. Essi si servono di preziose katane dette Zanpakuto, le quali stabiliscono una forte connessione con il proprietario, plasmandone i poteri a sua immagine e somiglianza. Con il duro allenamento e il migliorare dell’affinità, lo shinigami può risvegliare i poteri della spada nella sua prima forma, detta anche Shikai, la quale muta addirittura l’aspetto della lama. Tuttavia, si tratta di un primo rilascio, che non permette al proprietario di utilizzare il proprio potere al massimo delle sue possibilità. Esiste però un secondo stadio, che permette alla Zanpakuto di assumere la sua forma finale e di scagliare contro l’avversario un potere immenso: essa viene chiamata Bankai. Tale risultato può essere raggiunto solo dagli shinigami più valorosi, che si sono allenati per centinaia d’anni ed hanno affinato l’abilità con la spada, stabilendo una profonda connessione con la propria katana. Nella sua opera, Tite Kubo è riuscito a creare un’ampia e curiosa varietà di Shikai e Bankai tra le fila degli shinigami della Soul Society, diversificando in questo modo le numerose battaglie che si verificheranno in tutta la durata dell’opera. L’utilizzo di un Bankai intensifica ogni combattimento, dato che il suo utilizzo, per il dio della morte, vuol dire che ha davanti a sé un avversario assolutamente formidabile, e concede a quest’ultimo l’onore di essere sconfitto da tale potere. Attraverso tutto ciò, Bleach riesce a narrare degli scontri mai monotoni, sorprendendo sia il lettore, che lo spettatore, con soluzioni non sempre scontate. Al contrario di alcuni coetanei che optano per dei prepotenti power up, la creatura di Tite Kubo mette subito in chiaro le cose, e limita questo fenomeno il più possibile, maturando l’abilità di ciascun personaggio attraverso una rigorosa crescita che si protrae in ogni singola battaglia.

Avere un grande potere inoltre non garantisce una vittoria assicurata: vi è strategia e la padronanza del Kendo determinerà il più delle volte l’abilità con la spada di uno shinigami. Tuttavia, essi possono affidarsi anche ad altre abilità, come le magie demoniache (i Kido) o una velocità superlativa attraverso lo Shunpo (passo felpato). Per coloro che vivranno ora la serie di Bleach, le Zanpakuto potrebbero ricordare vagamente gli Stand de “Le Bizzarre Avventure di Jojo”, per via della loro varietà e impiego in battaglia. Come avrete già intuito, in qualità di battle shounen, Bleach basa l’evoluzione della trama e dei corrispettivi personaggi attraverso gli innumerevoli combattimenti, i quali vengono avallati da un buon lavoro compiuto dallo studio Pierrot, il quale ancora oggi è invecchiato piuttosto bene. Gli scontri infatti rispetto al manga hanno una durata maggiore, ed oltre essere avallati da animazioni che migliorano man mano con l’avanzare degli episodi, vantano di colonne sonore uniche, capaci di trasmettere una massiccia dose d’adrenalina nei momenti clou di ciascun combattimento. Brani come “Number One” o “Stand up be Strong” hanno caratterizzato scene estremamente importanti della serie televisiva, riuscendo a trasmettere una gradita arroganza nelle battaglie più affascinanti dell’anime.

Bleach

Le ispirazioni di Bleach

Ciò che affascina in Bleach è il modo con cui viene trattato un tema delicato come la morte, il trapasso della vita terrena, e come l’anima riceva una degna sepoltura o una purificazione. Questi concetti formano le fondamenta di Bleach e più volte vengono ripescati per esprimere alcune parti della sua narrativa. La figura dello shinigami, viene accostata al ruolo del traghettatore di anime o di colui che accompagna lo spirito verso la Soul Society,  attraversando soprattutto un limbo in cui cambia drasticamente la percezione del tempo. Tuttavia, il dio della morte viene raffigurato anche come un samurai, vestendosi e comportandosi come tale, risponde ad un codice d’onore molto simile e ciò si rifarà anche sulla caratterizzazione di alcuni personaggi che compariranno nella serie. Le Zanpakuto invece, come sarà possibile osservare più avanti, rappresenteranno uno spettro dell’io del suo portatore: poiché il potere della katana si riflette sulle caratteristiche di colui che la brandisce, anche sentimenti, carattere ed altri elementi vengono plasmati allo stesso modo. Nel concepimento del nome della sua nuova creatura, Kubo pensò alla parola “Black“, che ritraeva il colore nero impresso sui kimono indossati dagli shinigami, successivamente penso alla parola “White” ed infine a “Bleach”, che oltre a sembrargli meno scontata come scelta, si ispira soprattutto all’omonimo album dei Nirvana. L’autore non ha mai nascosto il suo amore per il rock, tant’è che i titoli di diversi capitoli del manga di Bleach si riferiscono a canzoni o band preferiti da Kubo. Lo stesso manga spin-off “Burn the Witch” è una chiara citazione all’omonimo singolo dei Radiohead. Da notare inoltre come i colori nero e bianco definiscano le due opere musicali sopracitate. Nella sua sommità culturale, Bleach non si limita soltanto alla musica rock. Infatti le nomenclature utilizzate per definire elementi appartenenti a fazioni diverse, vengono espressi con nomi di diverse lingue: gli shinigami e le zanpakuto  utilizzano la lingua giapponese, gli hollow e gli arrancar optano per lo spagnolo, poiché ritenuta dall’autore come “suadente e seducente”, i fullbringer invece utilizzano terminologie inglesi ed infine, Quincy e Bount optano per la lingua tedesca. Dunque al suo interno troviamo anche un’apprezzata inclusione multiculturale, che non si limita soltanto ai linguaggi utilizzati per le varie nomenclature, ma essa si riflette talvolta anche sul character design e sulla caratterizzazione di alcuni personaggi.

Bleach

Perché recuperare Bleach, e per giunta in lingua italiana?

Bleach fu uno dei big three della Shonen Jump: nel suo ciclo vitale ha venduto oltre novanta milioni di copie e il suo successo si è propagato in alcune parti d’Europa e soprattutto negli Stati Uniti. Si contano settantaquattro volumi per l’opera principale, la quale viene accompagnata da diverse light novel e manga spin-off che approfondiscono alcuni dei personaggi più influenti dell’avventura di Ichigo Kurosaki. La serie arriva in televisione grazie allo studio Pierrot che ha prodotto ben 366 episodi di cui 167 realizzati in un formato 4:3 e i restanti in 16:9 wide screen, alla direzione troviamo Noriyuki Abe, Masashi Sogo per la sceneggiatura e Masashi Kudo alla guida del character design, quest’ultimo si è evoluto e affinato negli anni, migliorando persino il tratto di Tite Kubo stesso per quanto concerne la realizzazione del manga. Tuttavia, l’anime non tratta l’ultimo arco narrativo dell’opera, ciononostante, la serie tornerà nel 2021 con l’adattamento finale. Finora, Bleach conta quattro pellicole cinematografiche le quali raccontano storie originali introducendo nuovi personaggi. In Italia, la serie non ha goduto dello stesso trattamento di Naruto e One Piece: infatti sbarcano nel nostro paese soltanto con il manga edito da Panini Comics, e solamente tre dei quattro film disponibili hanno goduto di un doppiaggio italiano, pertanto l’approdo su Prime Video sarà il suo definitivo debutto nel nostro bel paese per merito di Dynit, che ne ha acquisito i diritti. Perché recuperare Bleach, soprattutto in occasione del doppiaggio italiano?

Dynit ci ha abituato negli ultimi anni ad un doppiaggio italiano di ottimo livello, riuscendo a concretizzare quell’idea che le serie animate doppiate nella nostra madrelingua possono essere godibili senza storcere troppo il naso, scegliendo soprattutto con cura il cast di doppiatori per i ruoli designati. Nel caso di Bleach, la scelta di Federico Viola per il ruolo di Ichigo Kurosaki è più che azzeccata: il sostituto shinigami è una personalità forte, a tratti irascibile, arrogante, difficile da gestire persino per Masakazu Morita, colui che ha dato vita al personaggio nell’edizione originale della serie, perfetto per chi ha prestato la voce a personaggi come V in Cyberpunk 2077, Eivor in Assassin’s Creed Valhalla, Katsuki Bakugo in My Hero Academia o Shirou Emiya nei lungometraggi di Fate Stay Night: Heaven’s Feel. Nel trailer d’annuncio pubblicato da Dynit non solo abbiamo un assaggio dell’interpretazione di Federico Viola, ma anche di Martina Tamburelli nel ruolo di Rukia Kuchiki, la quale replica egregiamente la serietà della shinigami. Anche Stefano Ferrari nel ruolo di Kon risulta alquanto convincente e sinceramente, non vediamo l’ora di scoprire quali altri doppiatori sono stati coinvolti nell’adattamento italiano e soprattutto, come sapranno interpretare i personaggi più iconici dell’opera di Tite Kubo.

Perché recuperare Bleach su Prime Video? Semplicemente, è l’occasione per scoprire e supportare in via del tutto legale un ex dei gloriosi Big Three della Shonen Jump. L’opera di Tite Kubo vanta di una storia godibile, non troppo complessa ma piuttosto corale, e i combattimenti semplicemente sono affascinanti e mai banalizzati da eventuali power up ingiustificati, viene risaltata la particolarità delle Zanpakuto e la strategia. Il doppiaggio in Italiano, che verrà snocciolato fino ad agosto con i primi 109 episodi (di cui sono già disponibili i primi 20), servirà a capire se il pubblico nostrano sarà lieto di accogliere tra le proprie braccia le avventure del sostituto shinigami Ichigo Kurosaki. In attesa di scoprire se la serie avrà successo in Italia, non possiamo che augurarvi buona visione.

Matteo è un grande appassionato di videogiochi, manga ed anime. Come videogiocatore nasce sul Nintendo 64, Il suo primo videogioco? Super Mario 64. Col passare del tempo si è unito alla famiglia delle console di casa Sony e adora in particolare i videogiochi di produzione giapponese, ma grazie anche al suo spirito di cacciatore di trofei, prova interesse in ogni sfaccettatura del videogioco.