La mitologia è sempre stata, per sua natura, uno degli argomenti più intriganti e ricchi di spunti narrativi di sempre. Persino al giorno d’oggi è innegabile il fascino che i racconti mitologici delle popolazioni antiche riescono ad esercitare su di noi. Era impossibile dunque che l’industria videoludica si facesse sfuggire la possibilità di utilizzare questi spunti per realizzare opere più o meno degne di memoria. Tra queste però la saga di God of War merita una citazione a parte. La trilogia originale del videogioco action-adventure di Santa Monica Studio attingeva a piene mani a un bagaglio di storie che nel mondo occidentale tutti quanti hanno sentito almeno una volta, quello dei miti della Grecia antica e degli dèi dell’Olimpo. Un’opera muscolare come il suo protagonista, il mastodontico e furioso guerriero spartano Kratos, in grado di farsi largo nel cuore dei fan (così come tra le schiere di divinità e semidivinità del mito), che hanno seguito le gesta del loro eroe per ben tre capitoli. Poi, nel 2018, a otto anni di distanza dall’uscita di God of War III, Sony e Santa Monica Studio hanno deciso di tornare a raccontare la storia del Dio della Guerra, dandole però una piega diversa, più sofferta, che si è accompagnata a un drastico cambio di scenario, dall’assolata Grecia alla fredda Scandinavia. Il Kratos violento e noncurante dei primi capitoli ha lasciato spazio a un uomo tormentato, a un padre preoccupato, non più interessato soltanto alla vendetta, che si è allontanato da tutto ciò che conosceva per cominciare una nuova vita. Una piega intimistica dunque, che la software house californiana sembra decisa a seguire anche in God of War Ragnarok, attesissimo secondo capitolo dell’avveura norrena di Kratos, che si è finalmente mostrato durante il PlayStation Showcase.
Un trailer gameplay di poco più di tre minuti, che ha lasciato intravedere ai fan cosa aspettarsi dal gioco e che mette fine a una sete di notizie e novità che si era ormai fatta febbrile. Dopo essere stato annunciato come un titolo ancora più grande del predecessore (quando il predecessore era uscito da poco), l’ultimo capitolo della saga action-advenure non aveva lasciato trapelare molto ai fan avidi di informazioni. Ora finalmente però abbiamo avuto modo di scoprire, almeno in parte, quali saranno l’aspetto e le prestazioni del gioco.
God of War Ragnarok: Kratos, sei un bugiardo
L’orientamento di questi nuovi capitoli di God of War, l’abbiamo appena detto, è molto più intimo, tormentato e introspettivo rispetto alla prima trilogia. Kratos non è più la macchina da guerra senza pietà che avevamo imparato a conoscere e che ha distrutto completamente l’Olimpo, gettando la Grecia nel caos. Il cambiamento era già evidente nel capitolo precedente, nel quale il protagonista e il suo figlioletto Atreus, venivano presi di mira dagli dèi norreni, e anche a livello visivo, il volto pallido di Kratos, contornato da una lunga barba nera, le rughe accentuate sul viso, ci avevano restituito l’immagine di un uomo stanco, quasi svuotato dalla troppa violenza vissuta.
A giudicare dal trailer, anche questo secondo capitolo (nonostante il director non sia più lo stesso) intende proseguire sulla stessa falsariga, con Kratos che sembra deciso a impedire al figlio di combattere, di mettersi a rischio, nonostante il ragazzo, ribelle come da manuale, voglia impegnarsi per impedire l’inizio dell’Apocalisse. L’atteggiamento, le parole di Kratos durante la maggior parte delle scene cinematiche di questo trailer, è dunque quello di un uomo disilluso e allo stesso tempo preoccupato. Ma il personaggio perde di credibilità nel momento in cui pronuncia una frase tanto scenografica quanto falsa:
“La guerra non è l’unica via”
Sicuramente sono parole motivanti, che si adattano bene a quello che sembra essere il nuovo corso della serie di Santa Monica Studio, ma che stridono un po’ in un trailer in cui uccidere e combattere è praticamente l’unica cosa che vediamo fare al protagonista. Indubbiamente dunque, per quanto la narrativa possa cambiare, per quanti livelli di complessità e per quanta introspezione possa esserci in God of War Ragnarok, il cuore pulsante della serie rimane sempre quello di massacrare i nostri avversari, “smettere di ragionare come padre e iniziare a ragionare da generale” come chiede Atreus, e prepararsi a una nuova carneficina di divinità.
God of War Ragnarok: un gameplay che sa di casa
Dal momento che l’essenza del gioco non cambia, nonostante la decisa svolta nella caratterizzazione del suo protagonista, God of War Ragnarok non sembra registrare, almeno a giudicare dal trailer, grossi stravolgimenti nel comparto del gameplay. I movimenti in combattimento di Kratos, la sua abilità con le armi, l’uso delle ormai celeberrime lame legate alle catene, sono tutti elementi che legano fortemente quest’opera ai capitoli precedenti, e lasciano negli spettatori una sensazione piacevole di qualcosa di conosciuto.
A guardare il trailer di God of War Ragnarok insomma, sembra quasi di aver rincontrato un vecchio amico che non si vedeva da anni e che, nonostante sia cambiato, ha ancora quegli stessi atteggiamenti che lo contraddistinguevano nei nostri ricordi. Si tratta di una sensazione più che positiva, soprattutto dal momento che le meccaniche di gioco si mostrano di una fluidità e di una precisione impressionante.
Tornano molti degli elementi e dei personaggi che hanno impressionato nel capitolo precedente della saga, come la testa di Mimir, l’uomo più saggio dei Nove Regni che fa da guida a Kratos e a suo figlio, e soprattutto (e questa è davvero una presenza attesissima), il Dio del Tuono, Thor. Il trailer ci mostra di lui solo alcuni inequivocabili fotogrammi, lasciandoci anche intravedere il design del suo Mjolnir. Un potere, quello del tuono, che a quanto pare anche Kratos potrà manovrare, con la sua ascia, che avrà la stesse caratteristiche del celeberrimo martello del dio norreno.
Il fotorealismo è la via
Il trailer di God of War Ragnarok ci ha mostrato un misto di scene in cinematica e di grafica in-game tutte accomunate da un unico aggettivo: bellissime. Il livello del comparto grafico, grazie anche e soprattutto alla potenza del nuovo hardware di PlayStation 5, è davvero straordinario, e non si possono che apprezzare i dettagli incredibilmente precisi delle animazioni. I brevi sbuffi d’alito condensato nel freddo invernale, le scintille incandescenti che si alzano da fuoco, le pieghe nella pelle cinerea di Kratos, le efelidi di Atreus: il lavoro di Santa Monica Studio è stato così preciso e puntuale che i fan potrebbero passare ore ad ammirare incantati tutti i particolari grafici del titolo.
Le ambientazioni sono ricche, complesse e particolareggiate, così come il gran numero di personaggi, e soprattutto di mostri che si incontrano sulla nostra strada e che dovremo affrontare armati delle nostre lame e della nostra fedele ascia. Insomma, God of War Ragnarok è un titolo, come tutti quelli di nuova generazione, che spinge forte l’acceleratore in direzione di un fotorealismo sempre più “reale”.
Lo stesso fotorealismo che traspare da ogni tratto del volto di Angrboda, il misterioso personaggio che compare con il suo sorriso solare, a chiudere il trailer. Se sicuramente la resa del modello è ammirevole, la presenza del personaggio, e soprattutto la sua rappresentazione come una giovane ragazzina, potrebbero suscitare qualche dubbio tra i fan più appassionati di mitologia nordica; nell’Edda e nelle varie saghe della mitologia nordica infatti, Angrboda è il nome di una gigantessa che si era unita a Loki, generando con lui il lupo Fenrir, il mostruoso serprente Midgardsormr e la dea dei morti, Hela. Sorprende dunque (e lascia anche un po’ con il fiato sospeso) questo stravolgimento del personaggio: scopriremo soltanto nel gioco quale sarà il ruolo della gigantessa nella nostra avventura.
Data d’uscita: 2022
Piattaforme: Playstation 4, PlayStation 5
Sviluppatore: Santa Monica Studio
Publisher: Sony
Dunque, in conclusione, possiamo dire che l’attesa è valsa assolutamente la pena, poiché il trailer di God of War Ragnarok promette grandissime cose per il nuovo titolo di Santa Monica Studio. Se la caratterizzazione più sofferta, tormentata di Kratos è sicuramente uno dei punti in più di questa nuova saga, non fa mai male ricordare quali siano le basi da cui si è partiti, e tornarvi. Questo è ciò che il nuovo capitolo della saga dedicata a Kratos fa, almeno a prima vista con un più che discreto successo. Finalmente si avvicina il momento per dare il via alla conquista del Valhalla. Gli dèi norreni possono incominciare a tremare.