Assassin’s Creed Valhalla Discovery Tour Viking Age: un viaggio tra i Vichinghi!

Da sempre la Storia (con la S maiuscola) rappresenta la punta di diamante del franchise Assassin’s Creed, ma negli ultimi anni Ubisoft ha deciso di investire con maggiore insistenza sulle possibilità educative della serie. Dopo il primo esperimento di quattro anni fa con il Discovery Tour: Ancient Egypt basato su Assassin’s Creed Origins e poi il più recente Discovery Tour: Ancient Greece di Assassin’s Creed Odyssey, insomma, gli sviluppatori ci hanno preso gusto. Partendo da quelle prime esperienze e modificando leggermente il tiro in corso d’opera, si è arrivati alla vera e propria chicca di cui possiamo parlarvi oggi: e cioè al Discovery Tour Viking Age del già più che apprezzato Assassin’s Creed Valhalla. Vi ricordiamo che la recensione del tripla A, pubblicato su tutte le piattaforme e su PC lo scorso inverno, è già disponibile sulle nostre pagine.

Assassin's Creed ValhallaAssassin’s Creed Valhalla Discovery Tour Viking Age: l’era vichinga, giocare e apprendere

Non servono sicuramente degli storici esperti a ricordarci che il IX secolo D. C., come tanti altri nella storia dell’umanità, ha rappresentato un’epoca ricchissima sotto molteplici punti di vita. Nel caso specifico dell’Inghilterra, gli anglosassoni, già impegnati in una serie di dinamiche sociali interne da valutare a sé, entrarono in contatto con i Vichinghi; gli uomini del mare che, tra l’altro, raggiunsero un po’ tutti i luoghi del mondo allora conosciuto (e sconosciuto), tra i quali anche l’attuale Canada e Costantinopoli. Ora, è ovvio che quest’epoca storica è stata scelta come ambientazione di Assassin’s Creed Valhalla perché mai affrontata prima, nonché perfetta per le finalità ludiche considerate in sé (vichinghi che si picchiano con gli inglesi? Può funzionare benissimo).

Ma già “soltanto” contesto storico, dicevamo, può benissimo garantire una certa solidità, anche in ambito videoludico. Da qui nasce il progetto noto come Discovery Tour Viking Age, ovvero un percorso interattivo, un vero e proprio RPG, con finalità di apprendimento. Lo scopo, insomma, è insegnare divertendo, insegnare mentre si compie effettivamente una serie di azioni che non consistano semplicemente nel leggere e scrivere (“learning by doing”). Qualsiasi giocatore, di qualsivoglia età, può semplicemente sedersi davanti al televisore, avviare il Discovery Tour Viking Age di Assassin’s Creed Valhalla e immergersi nell’Inghilterra (e non solo) del IX secolo, viverne sulla propria pelle la storia, i costumi, i rapporti sociali, visitarne luoghi, incontrarne i personaggi più anonimi e quelli passati alla Storia (come Re Alfredo). Se la classe docenti italiana fosse adeguatamente aggiornata e il ministero garantisse i dovuti fondi (chi scrive lavora anche nel mondo della scuola), avremmo in ogni classe non solo una lavagna elettronica, ma una console pensata ad hoc per permettere la fruizione di titoli di questo tipo, la cui potenzialità didattica (opportunamente integrata) è eccezionale.

Un gameplay particolare

Veniamo ai fatti concreti: ovvero in cosa consiste Discovery Tour Viking Age, quanto costa, come lo si avvia, e cosa proponga poi la sua offerta principale. Tanto per cominciare, se possedete già una copia di Assassin’s Creed Valhalla non vi occorre in realtà nient’altro: molto semplicemente dovrete aggiornare la versione di gioco fino alla più recente, e nel menù principale troverete proprio la voce “Discovery Tour”. Questa nuova opzione non sovrascrive il salvataggio precedente, ma avvia una partita parallela con tutte le specifiche caratteristiche dell’offerta in questione.

Perché il Discovery Tour di Assassin’s Creed Valhalla, infatti, c’entra e non c’entra con l’avventura di Eivor che, ce lo auspichiamo, avete già concluso. I protagonisti diventano invece ben quattro: Thorsteinn, un mercante vichingo; Gunnhilda, moglie di quest’ultimo e abile tessitrice, tanto che è in grado di cucirsi da sé le vele per la nave della famiglia; e ancora Ealric, un monaco sassone impegnato nel suo officio sacerdotale; infine Re Alfredo il Grande, decisamente più noto, il sovrano inglese che dovette occuparsi dell’invasione vichinga sulle coste inglesi in quel periodo storico. Il giocatore, per un discreto ma non particolarmente elevato numero di ore, segue le vicende personali di questi singoli personaggi, dapprima uno alla volta, poi in modo tale che le singole linee narrative vengano ad intrecciarsi e convergere, le loro vite ad incontrarsi. Ciò garantisce anche un certo interesse nel proseguire l’avventura principale.

Noterete che si tratta di un’offerta molto più “pacata”, “pacifica” rispetto ad Assassin’s Creed Valhalla, anche nel gameplay, che accoglieva i giocatori con violenza, sangue, tradimenti e vendette personali, anche se il tutto giustificato dal contesto sociale vichingo. Niente di tutto questo nel Discovery Tour, che rappresenta invece una modalità di fruizione didattica, e in quanto didattica assolutamente non violenta. Per essere più chiari, non ci sono armi, e se ci sono è solo per pura documentazione storico-scientifica: il giocatore non può usarle, perché non sono previsti né duelli né combattimenti. Semmai una minima anima RPG è garantita dalle possibilità di dialogo e di scelta tra i vari personaggi principali e secondari, ma anche qui non aspettatevi nulla di assolutamente eccezionale (e non lo era neppure nel titolo standard, se ben ricordate): la narrazione prosegue insomma su binari precisi e vuole arrivare ad un punto conclusivo altrettanto preciso.

Gli approfondimenti

A rendere preziosa l’offerta del Discovery Tour Viking Age di Assassin’s Creed Valhalla sono gli approfondimenti. Man mano che il giocatore si ambienta con i personaggi presenti ed esplora il mondo circostante, ha la possibilità di interagire con una serie di notizie aggiuntive, documentazioni accuratamente inserite e predisposte dagli sviluppatori. Basta avvicinarsi ad un manufatto ed interagirvi, ad esempio, per “studiare” la sua storia; così come edifici di carattere storico e culturale. Pensate ad esempio, ed è davvero solo un esempio qualsiasi, al sito neolitico di Stonehenge: potrete ottenere informazioni in più. Ma ciò vale anche per qualsiasi personaggio storico, edificio noto e meno noto, fino ai dettagli apparentemente banali (che però banali non sono) della vita quotidiana dell’epoca. La creazione stessa delle vele delle drakkar è un altra buona esemplificazione.

Per interagire con questi approfondimenti, il giocatore ha a disposizione degli indicatori che fungono da guida: le colonne d’oro, subito visibili, garantiscono l’accesso ad informazioni sulla scia di tutte quelle che vi abbiamo già elencato. Se invece siete curiosi circa il processo di sviluppo del videogioco in sé, allora sono le colonne d’argento a fare al caso vostro: perché qui Ubisoft ha attinto direttamente ai suoi materiali d’archivio per mostrare in che modo nascano determinati passaggi, ambienti e ricostruzioni di un capitolo qualunque di Assassin’s Creed Valhalla, in questo caso specifico. Mentre il secondo tipo di approfondimenti attinge direttamente agli sviluppatori francesi, il primo può vantare la presenza di professori universitari e ricercatori esteri

Piattaforme: PS5, PS4, Xbox One, Series X/S, PC

Sviluppatore: Ubisoft

Publisher: Ubisoft

Assassin’s Creed Valhalla Discovery Tour Viking Age arricchisce la già ottima offerta dell’ultimo capitolo del franchise targato Ubisoft, puntando sulla didattica e sull’apprendimento partecipato. Non si combatte, non si controlla Eivor, non vi sono tutte le possibilità legate al gameplay del titolo principale in sé; ma si può esplorare liberamente ogni ambientazione di Assassin’s Creed Valhalla impersonando quattro nuovi protagonisti (un mercante vichingo, una tessitrice, un monaco e un re), apprendendo dettagli piccoli e grandi sul contesto storico, sui monumenti, sulla vita di tutti i giorni, insomma sulla società e sulle dinamiche dell’Inghilterra del IX secolo. Questa proposta può arricchire l’esperienza ludica di qualsivoglia acquirente; noi ci sentiamo ovviamente di consigliarla al mondo della scuola e dell’università, dove proprio alla didattica in sé si pone (o si dovrebbe porre) particolare attenzione.

 

La formazione del buon Simone, classe '93, avviene pad della prima PlayStation alla mano, a base di draghi viola, gemme e pecorelle fumanti (del resto è un vero abruzzese). Cresce a pane e Dylan Dog, mostrando fin da subito gravi problemi psicologici e mentali. Tra le altre cose ha ancora paura del buio, e probabilmente Stephen King lo approverebbe. Un paio di lauree in letteratura non gli hanno impedito di diventare uno dei massimi esperti del mondo Nintendo; compensa non riuscendo neppure ad accendere una Xbox. È attualmente ai domiciliari per abbandono dei cagnolini di Nintendogs e omocidio degli abitanti di AnimalCrossing.