Dragon Ball The Breakers Provato: la mossa a sorpresa di Bandai Namco

Dragon Ball the Breakers

Dragon Ball è una delle opere che, più di ogni altra all’interno del panorama manga e anime, si è saputa ritagliare uno spazio iconico nell’immaginario globale. A poco meno di quarant’anni dal felice esordio del manga di Akira Toriyama sulle pagine di Weekly Shonen Jump, i progetti connessi a quelli che, nel corso del tempo, è diventato un enorme franchise, ormai non si contano nemmeno più. Alla prima, appassionante serie ha fatto seguito Dragon Ball Z, che ci ha regalato alcuni dei villain più iconici della storia della saga, e poi ancora sono arrivati Dragon Ball GT, Dragon Ball Super oltre a una quantità infinita di film, adattamenti non ufficiali e videogiochi. Ognuno di questi titoli ha continuato a basarsi sugli elementi che hanno reso grande la serie, ossia gli scontri adrenalinici combattuti a colpi di arti marziali e sfere di energia più o meno devastanti. Mano a mano che i poteri dei nostri protagonisti crescevano, arrivando a livelli di potenza misurabili soltanto su scala planetaria, o addirittura universale, i fan della serie hanno però finito per dimenticare per chi e per che cosa combattano i guerrieri Z. Forse per questo Bandai Namco, con una mossa a sorpresa, ha deciso di cambiare le carte in tavola annunciando Dragon Ball The Breakers, un gioco che, per una volta, non è un picchiaduro classico, duro e puro, nel quale dare sfogo a tutti gli enormi poteri dei protagonisti.

Dragon Ball the Breakers vuole riportare al centro della scena gli esseri umani, rifuggendo dalla potenza senza paragoni dei guerrieri Z, e per farlo sceglie un’inedita formula survival multiplayer asimmetrica nella quale i giocatori sono chiamati a recitare il gioco delle parti. Sviluppato dallo studio Dimps (che torna sul franchise dopo i successi di Xenoverse 1 e 2), Dragon Ball The Breakers torna nelle cuciture temporali, raccontandoci però una nuova storia, nella quale i protagonisti non sono altro che le comparse della serie classica, quegli uomini inermi e innocenti, che in assenza dei loro grandi salvatori dovranno ingegnarsi per cercare di sopravvivere da sé. In occasione dell’ultima open beta del gioco abbiamo avuto la possibilità di provare the Breakers, per darvi le nostre opinioni. Ecco cosa ne pensiamo!

Dragon Ball the Breakers

Dragon Ball The Breakers: siamo solo umani…

L’idea alla base di Dragon Ball The Breakers è davvero intrigante e fuori dagli schemi, almeno nel mondo dei videogiochi ispirati agli anime. Abbandonando il terreno sicuro, e sempre di successo, degli scontri 1vs1, che hanno caratterizzato per anni le versioni videoludiche della serie, Bandai Namco e Dimps hanno voluto scommettere su una formula nuova: lasciare che fino a otto giocatori possano sfidarsi in una violenta versione del nascondino, dove uno di loro interpreta il “razziatore” (uno dei tre grandi villain di Dragon Ball Z: Freezer, Cell o Majin Buu, anche se nella beta si è visto soltanto l’Essere Perfetto) e gli altri sette sono i “sopravvissuti”, semplici esseri umani giunti sul luogo attraverso delle spaccature nelle spazio tempo che si ritroveranno a dover trovare il modo di sopravvivere e di avere salva la vita. L’obiettivo dei sette, che potranno (anzi dovranno) cooperare il più possibile, sarà quello di scovare delle chiavi in grado di avviare la macchina del tempo per lasciare il luogo dello scontro, aggiudicandosi in questo modo la partita. L’obiettivo del razziatore, ca va sans dire, è quello di fare ciò che ogni villain di Dragon Ball sa fare meglio: distruggere il pianeta.

Ovviamente il gameplay di Dragon Ball The Breakers non si limita solo a questa versione estenuante di guardie e ladri, ma ha anche una serie di elementi che lo arricchiscono e che rendono il compito dei sopravvissuti almeno un pochino più semplice. Sparse per la mappa ci sono infatti una serie di casse che consentiranno ai giocatori di accedere ad alcuni power-up, come barriere energetiche per difendersi, armi per cercare di rallentare la terribile minaccia, bevande energetiche e mezzi di trasporto d’emergenza per tentare la fuga anche quando si è braccati da vicino. Ai sopravvissuti è assegnato anche l’arduo compito di trovare altri sfollati, che si possono nascondere all’interno di alcune caverne, e salvarli dalla furia omicida del villain. Non manca nemmeno la possibilità di accumulare energia che permetterà ai nostri poveri sopravvissuti indifesi di trasformarsi, per un breve periodo, in uno dei potentissimi guerrieri Z (sì, c’è anche Yamcha) per tenere testa al nostro avversario.

La parte del razziatore, del resto, è solo in apparenza più semplice. Il suo compito infatti è quello di uccidere tutti i sopravvissuti o, in alternativa, distruggere il sistema della macchina del tempo per bloccarli in questo terribile presente. Tuttavia è costretto a farlo partendo da uno stato “larvale” del villain, e facendolo via via evolvere attraverso gli scontri con i sopravvissuti stessi. Nella Beta, Cell lo faceva assorbendo l’energia dei sopravvissuti con la sua coda acuminata e passando via via dal suo stato di larva, a quello di Cell incompleto, fino ad arrivare, ovviamente, all’Essere Perfetto. Nonostante ciò braccare sette avversari contemporaneamente è tutt’altro che semplice, e distruggere il sistema della macchina del tempo si rivelerà un’operazione più laboriosa di quanto si creda. Scelte che sono servite a dare un certo equilibrio al gioco.

Dragon Ball The Breakers

Dragon Ball the Breakers: uno stile familiare

Se in Dragon Ball The Breakers ci sono certamente molti elementi innovativi, Bandai Namco ha deciso di non osare troppo, scegliendo per questo titolo una veste grafica che possa riportare immediatamente a tutto il patrimonio di videogiochi della serie di Dragon Ball. I disegni sono estremamente riconoscibili, tanto che persino gli anonimi sopravvissuti hanno i capelli coi ciuffi sparati tipici dei Saiyan. La customizzazione dei personaggi inoltre, permette di applicare ai propri sopravvissuti anche l’aspetto dei più iconici protagonisti di Dragon Ball, da Trunks a C-18, andando a toccare corde familiari e conosciute, quasi a voler rassicurare il giocatore che sì, nonostante tutto questo è effettivamente un gioco ispirato alla saga di Akira Toriyama.

Tuttavia, se i disegni e il cromatismo del titolo funzionano come hanno sempre fatto per ogni singolo gioco nella storia di Dragon Ball, le animazioni sono ciò che convince di meno in questo sorprendente survival firmato Dimps. Anche se quella a cui abbiamo giocato su PC via Steam ancora di una beta, e il gioco è atteso per il prossimo anno infatti, i movimenti dei personaggi sono ancora molto legnosi, ingessati, e in un certo senso rallentati (anche se quest’ultimo effetto può dipendere da mille fattori, tra cui la velocità della connessione). Ogni passo e ogni salto sembrano potersi trasformare nello slow-motion di un’azione, senza contare i momenti in cui, nel tentativo di andare più veloci perché incalzati dal pericolo, i nostri sopravvissuti iniziano a correre in maniera sgraziata e disarticolata con dei movimenti che fanno male agli occhi. Nemmeno le (rare) scene di combattimento si salvano del tutto, coi personaggi che sembrano un po’ pietrificati e molto poco agili.

Dragon Ball the Breakers

Scappare tra mille difficoltà

Se il concept è interessante ma la resa grafica ancora un po’ grossolana, ciò che lo studio Dimps deve affrontare con la massima celerità in Dragon Ball The Breakers sono i controlli, e in particolare quelli da PC. Perché, per quanto sia vero che è lo stesso studio a consigliare di giocare armati di un fido controller, è anche vero che l’interazione tra tastiera e mouse è davvero molto farraginosa. Questo spesso causa difficoltà nella rotazione della telecamera, che si impunta verso il basso o si impenna verso l’alto, oppure semplicemente si rifiuta di girare, portando il nostro personaggio a correre, con la sua espressione imperturbabile, dritto contro un muro oppure, e questa è l’opzione peggiore, a non vedere l’arrivo del terribile nemico e a finire letteralmente tra le sue braccia.

Al di là di questi aspetti però, probabilmente l’equilibrio delle parti andrebbe un pochino rivisto, aggiungendo forse qualche elemento di difficoltà in più per il razziatore. In tutte le partite che ho giocato nelle finestre di disponibilità della beta (un numero discreto, considerando che il matchmaking dura poco più di venti secondi) la percentuale di vittorie della squadra dei sopravvissuti è stata piuttosto scarsa, il che può essere in parte frutto di un gameplay fin troppo punitivo nei confronti dei sopravvissuti.

Piattaforme: PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X e S, PC

Sviluppatore: Dimps

Publisher: Bandai Namco

Data d’uscita: 2022

In definitiva Dragon Ball The Breakers sembra essere davvero un’ottima intuizione, soprattutto a livello di concezione del titolo, ma ha bisogno ancora di una fase di raffinamento se vuole soddisfare la platea dei fan della serie. Sicuramente è apprezzabile l’intento di farci vivere la storia dal punto di vista delle vittime, degli indifesi, senza i superpoteri straordinari dei Saiyan o dei guerrieri Z, e di certo un simile gioco si presta molto bene a una natura multiplayer. Per il momento però permangono alcune difficoltà tecniche che, se risolte, potrebbero portare questo Dragon Ball the Breakers a diventare uno dei titoli più interessanti nella storia videoludica del franchise di Akira Toriyama.