Il gioco di carte collezionabili di Yu-Gi-Oh! è uno dei più popolari al mondo, tanto da essergli valso il Guinness dei Primati nel 2009 con un totale di oltre 22 miliardi di carte vendute in tutto il globo, e un pilastro fondamentale del franchise multimediale omonimo. Rilasciato per la prima volta nel 1999, il gioco viene sviluppato e pubblicato da Konami, che detiene anche i diritti sul manga originale, sulle numerose serie animate, sui videogiochi (fra cui il recente Yu-Gi-Oh! RUSH DUEL, del quale abbiamo già avuto modo di discutere, e Yu-Gi-Oh! Master Duel, per l’appunto) e su tutto il merchandising associato: chiunque abbia vissuto gli anni a cavallo del 2000 bazzicando per fumetterie o ludoteche si sarà certamente imbattuto in qualche duellante intento a consumare i punti vita degli avversari a colpi di mostri, magie e trappole, oppure avrà visto in TV almeno qualche episodio dell’anime, posto che non fosse a sua volta stato risucchiato dal vortice collezionistico del gioco vero e proprio.
La serie di fumetti, scritta e illustrata da Kazuki Takahashi nel 1996, racconta la storia di Yugi Mutou, un adolescente timido e angariato che viene coinvolto in un mondo di intrighi e competizioni ad alto rischio dopo aver risolto il misterioso Puzzle Millennario: quest’ultimo, un artefatto proveniente dall’antico Egitto, concede a Yugi un arcano e inquietante alter ego, un suo progenitore amante dell’azzardo che trascorre gran parte della prima serie ad affrontare i malfattori che minacciano i suoi amici con i cosiddetti “Giochi delle Ombre”, dove forze mistiche puniscono i malvagi sconfitti.
Yu-Gi-Oh! Master Duel: se c’è la volontà, allora c’è anche la speranza
Il concetto del gioco di carte è apparso per la prima volta nel manga di Yu-Gi-Oh! come un omaggio a Magic: The Gathering, di cui l’autore era un grande appassionato. Inizialmente, il manga doveva presentare un nuovo gioco con cadenza settimanale, e le carte (allora note come Magic & Wizards, mentre nella serie animata verranno ribattezzate Duel Monsters) erano uno dei tanti escogitati dal mangaka. Tuttavia, quest’ultimo ricevette un grande quantitativo di commenti entusiasti dei fan subito dopo il debutto del card game nel racconto, tutti interessati a saperne di più sul gioco. Di conseguenza, Takahashi ha rielaborato la trama dell’opera per dare maggiore risalto al gioco di carte, sviluppandone poco a poco le meccaniche liberamente ispirate a quelle di Magic, avendo cura di associarle allo stile di ciascun personaggio.
Quando il manga di Yu-Gi-Oh! cominciò ad espandersi in un vero e proprio brand mediatico, l’interesse a “de-romanzare” Duel Monsters e trasformarlo in un TCG vero e proprio crebbe a dismisura. Bandai rilasciò una sua versione nel settembre del 1998 in coincidenza con l’adattamento dell’anime da parte di Toei, utilizzando la sua collaudata formula di carte scambiabili Carddass. Ma l’esperimento di Bandai e Toei non durò a lungo perché, verso la fine del ‘98 e l’inizio del ‘99, Konami acquistò i diritti del marchio e distribuì una propria versione del gioco di carte nel febbraio 1999 con il nome di Yu-Gi-Oh! Official Card Game (prima di allora, anche loro pubblicarono una breve serie di carte da collezione non giocabili), ed è questo che prese poi piede e diventò il fulcro del franchise di Yu-Gi-Oh!, apportando notevoli cambiamenti alle regole originariamente stabilite da Takahashi, e così il manga e l’anime vennero man mano rivisitati per riflettere più da vicino le direttive del gioco reale. A parte l’arco Dungeon Dice Monsters nell’anime e lo spin-off Capsule Monsters, tutte le future opere mediatiche legate a Yu-Gi-Oh! si sono concentrate esclusivamente sul TCG di Konami.
Yu-Gi-Oh! possiede due diverse strutture amministrative per i territori in cui viene distribuito: il cosiddetto Official Card Game, o OCG, viene gestito da Konami fin dagli esordi ed è quello in vigore in tutta l’Asia orientale. L’altra gestione, chiamata Yu-Gi-Oh! Trading Card Game, o TCG, è stata originariamente prodotta e dispensata da Upper Deck Entertainment, per volere di Konami, in tutti i restanti territori del mondo. Tuttavia, nel 2008, UDE ha perso la licenza a causa di numerose denunce di illeciti, e ora il TCG viene a sua volta governato da Konami. Il gioco è per lo più identico su entrambe le sponde dell’Oceano Pacifico, le uniche differenze risiedono nell’esclusività di alcune carte per una determinata divisione, assenti nell’altra o pubblicate molto più in là nel tempo, in qualche discrepanza relativa alle regole del Damage Step, nella separazione delle liste di carte Proibite/Limitate da settembre 2013, e nella parziale censura di alcuni artwork per il TCG apportata per evitare qualsivoglia controversia con le associazioni di consumatori.
Combattere con l’odio nel cuore non servirà a niente!
Dopo questo ampio ma doveroso antefatto, è giunto dunque il momento di parlare del qui presente Master Duel, ennesima iterazione digitale del gioco di carte che abbraccia la filosofia free-to-play e che, soprattutto, al contrario dei precedenti giochi ispirati alla serie (come il già citato RUSH DUEL, Legacy of the Duelist: Link Evolution o DUEL LINKS) si slega dalle produzioni cartacee o animate per abbracciare completamente la logica del TCG vero e proprio. Grazie ad un evento organizzato a inizio gennaio da Konami, abbiamo avuto modo di saggiare con i nostri occhi lo stato dei lavori e approfondire una serie di meccaniche che troveranno spazio nella sua incarnazione definitiva in arrivo quest’anno su una moltitudine di piattaforme (multiplayer cross-platform incluso!): benché una data di uscita formale non sia stata ancora fissata, ad oggi sappiamo che l’intenzione degli sviluppatori è quella di ricreare un campo di battaglia elettronico per i duellanti di ogni livello, apprendisti o veterani che siano, in maniera simile a quanto Wizards of the Coast ha fatto con il suo Magic: The Gathering Arena unito ad una buona dose di Hearthstone della Activizion Blizzard. L’impostazione generale dei duelli avviene infatti su splendide plance arricchite da fondali, elementi grafici e decorazioni estetiche di ogni tipo in altissima risoluzione, fino a 4K per gli schermi che la supportano, dove le carte ed i corrispettivi effetti di gameplay vengono resi con animazioni ed espedienti visivi di ogni tipo, ciascuno legato ad una particolare meccanica per consentire ai giocatori di riconoscere la successione di eventi anche a colpo d’occhio.
Per quanto riguarda le regole, Yu-Gi-Oh! Master Duel si pone un obiettivo molto ambizioso, ovvero quello di fungere da punto focale per il regolamento ufficiale del gioco di carte, sia virtuale che fisico, incorporando i precetti contenuti nella revisione più recente (denominata Master Rule 5, o 2020) e mantenendo questi ultimi aggiornati anche per il futuro, in modo da consentire ai giocatori di avere un ulteriore (e, si spera, unico) riferimento per tutte le questioni legate ai principi e alle carte da adottare per i duelli. La cosa più entusiasmante di tale scelta è che potrebbe finalmente sistemare tutte le norme inesatte nel TCG: mentre infatti è l’OCG a dettare le Master Rule, molte altre regioni del mondo stabiliscono regole proprie per le medesime carte, e tanto la mancanza di comunicazione quanto le traduzioni errate dei testi dal giapponese hanno spesso contribuito a generare moltissima entropia. Avere un simulatore automatico online valido sia per il TCG che per l’OCG significherebbe concedere al primo un metodo inequivocabile per verificare e convalidare le disposizioni che controllano i duelli, occasione ghiottissima per uniformare finalmente uno status quo da anni in preda alla confusione. Se consideriamo poi che avremo oltre 10000 carte a disposizione da sbloccare, che abbracciano oltre due decenni di storia del gioco, è comprensibile auspicare un sistema omogeneo che riesca a gestirle tutte.
Hai combattuto un valoroso duello, amico mio!
Stando a quanto visto dalla breve ma intensa dimostrazione, il gioco sembra davvero incredibile: il comparto audiovisivo ha soddisfatto e oltrepassato di gran lunga le mie aspettative, tutte le animazioni delle evocazioni e degli attacchi sembrano migliori di qualsiasi gioco del genere visto finora, con i secondi che vantano effetti diversi a seconda del loro attributo. Inoltre, il sistema di puntamento è molto ben fatto. La monetizzazione sarà probabilmente lo stesso modello di Magic: The Gathering Arena o DUEL LINKS. Yu-Gi-Oh! è un gioco di carte da collezione e ci sarà un modo per ottenere i booster pack attraverso il denaro o i punti di gioco guadagnati vincendo i duelli. Un sistema di jolly o di crafting potrebbe anche essere disponibile alla stregua di Arena, dove certi jolly possono essere spesi per ottenere qualsiasi carta. In maniera simile al vecchio Yu-Gi-Oh! Online, dovrebbero inoltre trovare spazio una serie di eventi organizzati come tornei: nel precedente titolo avevamo gare ad eliminazione singola, dunque mi auguro che in Master Duel avremo tornei con sistema svizzero e mazzi legati alle procedure ufficiali di Fine Turno con un timer per ciascun round. Molti simulatori digitali hanno implementato un sistema di timer dinamico dove si ottiene più tempo per mossa, ma ancora non sappiamo come verrà implementata questa regola nel gioco: qualora dovessero optare per un timer fisso, i mazzi combo ne verrebbero tremendamente danneggiati. Ricordiamo inoltre che, fra le varie modalità, oltre alle tradizionali partite classificate saranno inclusi anche un tutorial esaustivo, duelli contro il computer e svariate campagne per giocatore singolo ambientate nell’universo narrativo di Duel Monsters.
Il concatenamento sembra molto bello: di nuovo, gli sviluppatori si sono ispirati al sistema di combinazioni di Arena dove le carte concatenate vengono mostrate lungo i bordi. Tuttavia, per le catene più lunghe, questo espediente potrebbe rivelarsi difficile da seguire, soprattutto quando queste ultime coinvolgono la propria mano, il cimitero, la zona carte bandite e altro. Non si sa ancora se ci verrà chiesto ogni volta di attivare un determinato effetto o se sarà disponibile un pulsante di catena semi-automatico come nei prodotti amatoriali tipo YGOPro, né se avremo un modo per bluffare ritardando l’innesco di una reazione per confondere l’avversario. Sono felice che non abbiano tagliato la larghezza del campo come in tanti adattamenti ufficiali, dove i testi vengono visualizzati all’interno di enormi caselle di testo che coprono un terzo del campo solo perché siano leggibili. In Master Duel, invece, Konami ha azzardato un cambiamento puntando sulla risoluzione elevata ed ha stampato il testo delle carte direttamente sulle stesse, pur essendo sempre possibile esaminarle da vicino qualora preferissimo tale soluzione o il nostro schermo non fosse sufficientemente grande. È probabile che nemmeno questo prodotto, per quanto ottimamente realizzato, spingerà i giocatori ad abbandonare del tutto i simulatori gratuiti, quantomeno per testare le carte che ancora non possiedono, ma i propositi mostrati da Konami sono eccellenti e il titolo dovrebbe essere in grado di regalare emozioni anche a chi non vorrà investirci (troppo) denaro.
Piattaforme: Android, iOS, Nintendo Switch, PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X/S, PC
Sviluppatore: Konami Digital Entertainment
Publisher: Konami Digital Entertainment
Data di uscita: TBD
Come già evidenziato, Yu-Gi-Oh! Master Duel sembra estremamente apprezzabile, e fornisce persino agli spettatori un modo appagante di assistere ai duelli, laddove persino le partite del Campionato Mondiale trasmesse in streaming non riescono mai a coinvolgere fino in fondo chi assiste. Solo il tempo potrà dire se Master Duel riuscirà ad affermarsi anche come e-sport, ma le premesse in tal senso sembrano ottime. Inoltre, le potenzialità dell’online potrebbero unire gli appassionati divisi in molteplici comunità sotto un’unica bandiera, creando un vasto bacino di utenza che a sua volta ne alimenterebbe la longevità per molto, moltissimo tempo. La meta del gioco di carte fisico non è mai troppo rappresentativa poiché limitata dal contatto fisico, dalla disponibilità di carte, dai costi e via dicendo. L’online invece, sempre se le politiche di monetizzazione non si riveleranno troppo aggressive, può dare a tutti la possibilità di giocare in maniera competitiva.