Certamente non è un segreto che Rainbow Six Siege, lo shooter cooperativo targato Ubisoft, sia uno dei videogiochi più popolari e noti per quanto riguarda il fenomeno Esport, il quale continua a crescere esponenzialmente e coinvolge tantissimi giocatori che tentano si emulare le performance dei loro player professionisti preferiti. Sebbene il lancio sia stato leggermente turbolento, Ubisoft è riuscita a supportare costantemente la propria creatura senza dare segni di cedimento, anzi, ha raggiunto un traguardo che onestamente mai ci saremo aspettati. Dopo tanti anni, Rainbow Six Siege si è rivelata una delle produzioni meglio riuscite della casa francese, ed ecco perché questo successo ha permesso ad Ubisoft di espandere i propri orizzonti per quanto riguarda il franchise. Qui nasce Rainbow Six Extraction, prodotto che vede gli operatori presenti in Rainbow Six Siege collaborare per raggiungere determinati obiettivi in una componente cooperativa a 3 giocatori incentrata sul PvE, il tutto condito da elementi fortemente ispirati dai videogiochi ad orda come possono essere Back 4 Blood o lo stesso Aliens Fireteam Elite. Vediamo insieme se la casa francese è riuscita ad offrire ai suoi utenti un prodotto all’altezza del nome che porta.
Rainbow Six Extraction: i parassiti ci attaccano
Quando per la prima volta verrà avviato il gioco, l’utente potrà osservare una prima sequenza filmata di questo Rainbow Six Extraction, dove vediamo tantissimi civili essere attaccati da qualcosa di misterioso e che val al di là della loro immaginazione. Ed è qui che viene introdotto il parassita alieno, denominato Chimera, con quest’ultimo che ha portato con sé tantissima distruzione sul suolo americano e non solo. Proprio per scongiurare questa minaccia entra in gioco la squadra REACT, composta dagli operatori d’elite già conosciuti in Rainbow Six Siege come Ash, Hibana, Vigil, Pulse e tanti altri. Si fermano qui le premesse narrative del gioco, dove non ci vuole un particolare occhio per capire che la scrittura inerente alla trama dell’opera denota delle notevoli mancanze sul fronte dello storytelling e il tutto si focalizza sulla lore del gioco. Avremmo apprezzato una particolare e significativa importanza relegata al comparto narrativo di Rainbow Six Extraction, ma così non è stato, purtroppo!
Parlando del gioco in sé, ci troviamo dinanzi ad un titolo che presenta molte dinamiche e feature prese direttamente da Rainbow Six Siege, e dunque, non vi aspettate di trovare delle migliorie nette poiché la formula di gioco è quasi rimasta identica, salvo per alcuni piccoli cambiamenti apportati al gameplay. Soffermandoci proprio sul gameplay, quest’ultimo sarà molto familiare ai puristi di Rainbow Six Siege, grazie al quale l’utente potrà inclinare la mira a destra e sinistra ed utilizzare i vari gadget messi a disposizione per ogni operatore. Ogni sessione di gioco potrà ospitare un massimo di 3 giocatori, che saranno guidati in diverse mappe situate in varie location degli Stati Uniti, come New York, San Francisco e offrirà un massimo di 16 operatori, ognuno dei quali presenterà un sistema di progressione e verranno espansi in futuro con contenuti post-lancio. Una cosa che mi fa storcere il naso è la seguente: se in Rainbow Six Siege l’utente aveva già tutte le armi sbloccate (e dunque a disposizione), perché su Rainbow Six Extraction si è costretti a progredire costantemente con i propri operatori per sbloccarne alcune? Questa scelta di design la trovo poco accurata, soprattutto con le poche opzioni di personalizzazione delle proprie bocche da fuoco, anche perché sono le medesime presenti in Rainbow Six Siege, senza alcun cambiamento… salvo per alcuni gadget da applicare ai nostri operatori. In aggiunta, mi domando: perché mettere forzatamente un sistema di progressione legato agli operatori quando in Rainbow Six Siege non vi è presente in alcun modo? Una scelta da Ubisoft che non condivido affatto!
Rainbow Six Extraction: una difficoltà snervante
Nonostante tutto, devo ammettere che Rainbow Six Extraction si è rivelato molto piacevole da giocare, è tutto questo lo dobbiamo all’ottimo gunplay del gioco che, ancora una volta, riesce a soddisfare i fan degli sparatutto e tenerci incollati all’azione. Fortunatamente la giocabilità della produzione francese si tiene su standard molto elevati e aggiunge alcune novità come la possibilità di effettuare delle uccisioni stealth senza che i parassiti sappiano della nostra presenza. Una novità che ho notato durante le sessioni di gioco è legata al fatto che se stiamo puntando il mirino verso un muro, è possibile vedere se dall’altra parte se ci siano o meno dei nemici, un modo molto utile e funzionale per uccidere tali nemici attraverso le pareti, oppure studiare una tattica per farli fuori in base allo stile del giocatore o giocatori data l’essenza cooperativa del gioco oppure svolgere queste incursioni da soli. Un’altra novità molto interessante risiede nella tipologia dei nemici, poiché questi saranno tanti e avranno diversi punti deboli, il quale rende tutta la situazione particolarmente interessante, con il giocatore che per forza di cose dovrà adattarsi ad ogni singola situazione per riuscire a completare il proprio incarico.
Purtroppo non è tutto rosa e fiori e infatti, per quanto riguarda il livello di difficoltà ho subito riscontrato delle forti perplessità. Dopo aver affrontato alcune missioni impostando il livello medio di difficoltà ho fatto veramente fatica a proseguire a causa per gli innumerevoli attacchi a distanza dei nemici e al tempo stesso, a causa dei nidi presenti intorno all’area di gioco, dove al nostro operatore venivano impediti alcuni movimenti e di conseguenza, ci ritrovavamo spesso in situazioni molto pericolose. Qui è visibile ad occhio nudo che la difficoltà non ha trovato un proprio bilanciamento e speriamo che con una patch futura possono risolvere tale problematica poiché spesse volte l’esperienza di gioco risulta molto frustrante, soprattutto per i giocatori che vogliono affrontare le incursioni in solo e con un livello di difficoltà maggiore. Un fattore che invece mi ha convinto pienamente risiede su una meccanica molto azzeccata, ma allo stesso tempo fa sì che l’utente abbia un senso di responsabilità verso i propri operatori. Se per caso noi falliamo una determinata incursione, l’operatore scelto si “ibernerà” in una sorta di gel dal colore giallastro e non sarà disponibile finché non riusciremo a recuperarlo in un’altra incursione avviata dal giocatore. Questa componente mi ha lasciato molto soddisfatto!
Un level design decisamente funzionale
Parlando invece del level design delle mappe, con quest’ultime che sono ben differenti da Rainbow Six Siege, e infatti, nonostante anche qui ci sia la possibilità di barricare i muri per impedire ai nemici di coglierci alla sprovvista, mossa molto utile in determinate situazioni, le mappe sono strutturate in maniera molto sensata, dandoci anche modo di usufruire perfettamente di alcune aree per cogliere alla sprovvista i nemici. Ma attenzione: bisogna conoscere perfettamente il territorio per andare avanti ed è qui che è consigliabile schierare il nostro drone, andando in avanscoperta e trovando ulteriori nidi da distruggere per poi renderci la vita più facili. All’interno delle mappe presenti su Extraction, l’utente potrà trovare dei rifornimenti legati alla proprie munizioni, gadget e abilità, in modo tale da avere la vita ancora più facile. Insomma, sono rimasto piacevolmente sorpreso che le mappe siano state costruite in maniera tale da andare in armonia non solo con il gameplay della produzione.
Piattaforme: PC, PS4, PS5, Xbox One e Xbox Series X/S
Publisher: Ubisoft
Sviluppatore: Ubisoft Montréal
Rainbow Six Extraction è uno sparatutto piacevole da giocare, e questo grazie ad un gameplay particolarmente solido che offre diversi spunti interessanti. Oltre alla vastità degli operatori e mappe presenti, questo titolo ci è sembrato tutto sommato gradevole. Purtroppo, parlando onestamente, ci sono alcuni difetti che ci hanno deluso, tra cui un livello di difficoltà a tratti frustrante, un gameplay con pochissime novità ed un sistema di progressione che non mi ha assolutamente convinto. Inoltre, la storia funge alla fine solo da contorno per quello che riguarda Rainbow Six Extraction e non riesce ad essere per nulla interessante causa di una scrittura molto scialba. Nonostante l’ingresso al lancio sull’Xbox Game Pass, l’opera è strettamente consigliata a tutti fan più sfegatati del franchise.