In occasione della prossima uscita di Dynasty Warriors 9 Empires, il cui lancio ufficiale sul mercato occidentale è previsto per il 15 febbraio e per il quale da giorni è già disponibile una demo, abbiamo avuto l’opportunità di sederci al tavolo (virtuale) con Akihiro Suzuki, uno dei fondatori dello storico team Omega Force, che negli anni ha vestito i ruoli di sviluppatore, supervisore, director e produttore della stragrande maggioranza dei titoli realizzati dallo studio. Con l’occasione, Suzuki-san ci ha parlato delle novità incluse nell’espansione, dello studio sulle figure storiche e romanzate delle Cronache dei Tre Regni e del rapporto tra gli appassionati e la saga, che dura ormai da un quarto di secolo.
Il franchise di Dynasty Warriors esiste da ben 25 anni: quali sono secondo lei le caratteristiche salienti che continuano ad affascinare i giocatori?
Penso che uno dei motivi risieda nel fatto che i vari titoli sono stati concepiti basandosi sulla premessa di realizzare “un gioco d’azione alla portata di tutti”, e in tal senso abbiamo continuato a ricercare e proporre elementi sempre nuovi negli anni, compresa l’apertura verso altre proprietà intellettuali con cui abbiamo collaborato.
Quali sono i vantaggi più consistenti che avete ottenuto dalla potenza delle macchine di attuale generazione?
Ritengo siano stati il miglioramento della qualità visiva, la stabilizzazione del framerate e la riduzione dei tempi di caricamento.
In che modo l’esperienza di gioco dell’espansione Empires differisce dalla versione base di Dynasty Warriors 9?
Dynasty Warriors 9 è un titolo nel quale è possibile godersi una ricca storia inserita in un contesto open world, mentre con Empires gli eventi non vengono più guidati da una narrazione preimpostata, quanto piuttosto influenzati dagli elementi di simulazione e conquista del paese a disposizione del giocatore, nonché dal modo in cui quest’ultimo imposta i propri legami con gli altri personaggi.
Quali sono le innovazioni più significative apportate al sistema di combattimento?
Essendo concentrato in particolar modo sugli assedi ai castelli, credo che questi ultimi siano divenuti di gran lunga più realistici rispetto ai capitoli precedenti, dove erano semplici battaglie in cui i giocatori facevano avanzare i propri schieramenti occupandosi al contempo di preservare i rifornimenti tra le basi e catturare gli avamposti del nemico. Adesso siamo in grado di muovere liberamente i personaggi lungo l’intera mappa, e mettere in pratica varie decisioni tattiche mentre prendiamo parte agli scontri che imperversano intorno a noi.
Le relazioni tra i personaggi avranno qualche ascendente sulla storia e sulle missioni?
Oltre a sviluppare i rapporti attraverso i matrimoni o prestando giuramenti fraterni, quando i livelli di affiatamento tra gli ufficiali superano una certa soglia vengono sbloccati una serie di comandi molto più efficaci da utilizzare durante le fasi strategiche o nel bel mezzo degli scontri. Inoltre, i personaggi con cui siamo maggiormente in confidenza potrebbero suggerire pianificazioni segrete con valori reputazionali più elevati.
Nel corso degli anni e dei capitoli, e man mano che la narrazione storica è stata approfondita, c’è qualche personaggio che ha imparato ad apprezzare o detestare più degli altri?
In tutta onestà, non posso affermare che ci siano personaggi per i quali la mia impressione è drasticamente cambiata rispetto al momento in cui hanno esordito nella serie. Quando introduciamo nuove figure storiche nei giochi, conduciamo ricerche estremamente meticolose sulla vita, le gesta e l’effettivo ruolo che hanno ricoperto durante il tumultuoso periodo dei Tre Regni, sia accertato che romanzato, dunque le mie idee nei loro confronti vengono consolidate una volta per tutte.