Il 22 dicembre si è tenuto un attacco informatico non a un’azienda qualunque ma a Moncler. Il celebre brand di moda, conosciuto in tutto il mondo, non è un avversario facile. Eppure i cyber criminali non s’intimidiscono e cercano proprio di truffare queste importanti società in modo da ottenere dati sensibili, riscatti e tanti guadagni. Moltissime aziende, infatti, l’anno scorso hanno subito degli attacchi informatici e hanno dovuto pagare il ricatto per farsi dare i propri dati sensibili.
Prima, però, è giusto far capire quanto i cyber criminali non hanno paura di nulla e attaccano ormai colossi come questo. Dal sito web Pambianco news: Stone Island entra nei dati economici relativi al primo semestre del Gruppo Moncler che consolida dal primo aprile anche il brand fondato da Carlo Rivetti, la cui acquisizione è stata comunicata lo scorso dicembre e finalizzata in primavera.
Nel periodo in esame i ricavi consolidati del gruppo sono stati pari a 621,8 milioni di euro, in crescita del 57% a tassi di cambio costanti rispetto ai 403,3 milioni del primo semestre 2020 e dell’11% rispetto allo stesso periodo del 2019.
Il caso Moncler
Il marchio di moda Moncler ha rilasciato un aggiornamento a seguito di un attacco malware che ha causato un’interruzione temporanea dei suoi servizi, avvenuta il giorno prima della vigilia di Natale. Anche se i negozi fisici e l’e-commerce sono stati in grado di continuare a funzionare, il marchio ha detto al momento che l’interruzione ha avuto un impatto sulle operazioni dei suoi centri logistici e le attività di servizio al cliente. In una nuova breve dichiarazione, l’azienda ha verificato che “le attività logistiche relative alla spedizione dei prodotti finali sono state riattivate”, affermando inoltre che darà priorità alle spedizioni per i suoi clienti e-commerce.
Anche le sue attività di servizio ai clienti stanno gradualmente tornando alla piena operatività. Ha aggiunto: “Siamo profondamente dispiaciuti per qualsiasi inconveniente causato ai nostri clienti dai ritardi nella spedizione degli ordini e ci scusiamo per i problemi di comunicazione dovuti all’interruzione dei sistemi”. Ricordate sempre che solo gli antivirus rispettabili valgono i soldi, altrimenti – se dovete subire attacchi informatici e restare indifesi – non ne vale assolutamente la pena. Il malware in sé non lascia tracce e non viene rilevato da un antivirus, ci sono alcuni segnali che sarebbero utili ad accorgersi dell’attacco di un hacker tramite non-malware. Mentre le indagini sull’attacco continuano, l’azienda ha confermato che è stato rilevato un accesso non autorizzato ai dati personali, per cui ha segnalato l’incidente alla polizia.
Secondo Moncler, l’attacco non ha avuto un impatto materiale sui risultati economici del gruppo, dichiarando che intende continuare a comunicare eventuali aggiornamenti man mano che viene ripresa la riattivazione dei servizi. Il caso Moncler deve farci riflettere molto, perché se neanche un’azienda con il loro prestigio ha saputo difendersi benissimo, come farebbero le persone normali? Potrebbero dotarsi di un antivirus ma non basterebbe, forse. È sempre importante perciò navigare sul web con cautela e attenzione, altrimenti s’incorre in rischi inutili che portano al superfluo spreco di soldi.
Che cosa ci insegna il caso Moncler?
Questi attacchi informatici sempre più frequenti ci spingono sempre più verso una conclusione, ossia che gli attacchi di questa tipologia sono paragonabili a quelli di terrorismo. Pensate se al posto di Moncler ci fosse stato personaggio pubblico che ricopre una carica istituzionale: un ministro della difesa o un presidente. Quei dati sensibili sarebbero poi stati rivenduti al miglior offerente. Non bisogna essere terrorizzati e non navigare più in rete, tuttavia è necessario avere un antivirus sicuro e affidabile che, come detto nelle precedenti righe, valga i vostri soldi.
Secondo quanto evidenziato da un comunicato di Moncler, l’azienda ha reso noto di aver prontamente gestito l’attacco malware attraverso i propri sistemi informatici. I sistemi di sicurezza hanno poi rapidamente identificato la fonte dell’attacco, consentendogli di intraprendere tutte le azioni necessarie per bloccarne la diffusione e per ripristinare il prima possibile i servizi stessi. Sull’accaduto è stata aperta un’indagine, che risulta attualmente in corso.