Salt and Sacrifice Provato: il souls-like 2D sta per tornare

Salt & Sacrifice

Poi dicono che i Souls rappresentano un genere di nicchia. Bandai Namco non fa in tempo a pubblicare l’eccellente Elden Ring su praticamente tutte le piattaforme in commercio, ed eccoti arrivare un altro titolo appartenente alla stessa tipologia. Con souls-like, infatti, si indicano tutti i videogiochi dallo stile simile, in tutto o in parte, al franchise di Dark Souls, cugino dei più recenti Bloodborne, Sekiro e del già citato Elden Ring (a proposito, recuperate la recensione di quest’ultimo). Ora, se il 2022 deve essere anche l’anno di Salt and Sacrifice, almeno ricordiamo brevemente come non si tratti proprio di una sorpresa dell’ultimo minuto. Anni fa un primo Salt and Sanctuary – disponibile addirittura su PlayStation Vita! – conquistò il pubblico e la critica. La scorsa estate, senza alcun preavviso, il team di Ska Studios ne ha annunciato il sequel, appunto noto come Salt and Sacrifice, anche se narrativamente dovrebbe essere slegato da quanto visto in passato. La data fatidica si avvicina, perché l’oggetto del nostro discorso sarà disponibile sul mercato a partire dal prossimo 10 maggio 2022 (farete in tempo, quindi, a completare Elden Ring… forse). Intanto, gli sviluppatori ci hanno permesso di partecipare ad una interessante beta chiusa, contenente le prime aree di gioco. Vi raccontiamo le nostre impressioni nel provato che segue.

salt and sacrificeLa storia di Salt and Sacrifice, maledetti maghi

Salt and Sacrifice può vantare una trama originale, anche se naturalmente ne abbiamo potuto osservare solo i momenti iniziali, quindi rimandiamo ogni altra considerazione più precisa in merito in sede di recensione. Vi raccontiamo ciò che basta, nonché ciò che è stato proposto a noi. Come sempre, ad ospitarci abbiamo trovato un mondo dark fantasy, oscuro, tetro, inquietantissimo, dai personaggi assai poco raccomandabili; già da ora si capisce che sarà difficilissimo stabilire chi sarà nostro amico e nemico, con possibilissimi tradimenti lungo la strada. Il protagonista della narrazione è un individuo senza nome noto come Inquisitore Marchiato (Marked Inquisitor). La sua molto poco raccomandabile professione lo porta in giro per tutto il mondo occidentale alla ricerca dei maghi malvagi, dei rinnegati in possesso della magia proibita. Trattandosi di una pericolosa minaccia per il continente, l’Inquisitore deve massacrarli tutti quanti; compito non da poco, dato che già nei primissimi minuti abbiamo ricevuto delle sonore batoste, benché “imposte” da necessità di trama.

All’inizio della partita, come sacra tradizione Souls, il giocatore si ritrova alle prese con l’editor del personaggio, il quale gli offre una buona dose di possibilità. Siamo lontani dalla profondità di editor molto più complessi, come quello di Cyberpunk 2077 ad esempio, ma Salt and Sacrifice cerca di non farsi mancare comunque nulla – e soprattutto appare essere stato ben potenziato rispetto a quello del precedente Salt and Sanctuary. Tra i valori da impostare, oltre a quelli più situazionali e meramente estetici (colore della pelle, degli occhi, taglio dei capelli, minimi dettagli sul contesto biografico) ci sono anche, ed è ovvio, i parametri in stile RPG. Preferite investire punti in salute o forza bruta? Meglio la resistenza o la magia? Sì, perché il protagonista la magia può usarla senza finire braccato, merito – appunto – dell’essere proprio il protagonista. Fatto tutto questo (e per gli esperti saranno già volate le prime ore di gioco) inizia il tutorial, al termine del quale siamo stati brutalizzati da un nemico gigantesco impossibile da sconfiggere.

Per fortuna qualcuno vegliava su di noi: il custode dell’hub principale del gioco ci ha curati e spiegato sia la nostra missione che il funzionamento dell’area in questione. Il villaggio di Salt and Sacrifice permette di accedere ad ogni funzionalità legata al gameplay e alla progressione – dal fabbro all’incantatore – e poi anche a tutte le aree del mondo principale. Trattandosi di un titolo completamente in 2D, per evitare di perdersi (cosa che accadeva purtroppo assai spesso nel precedente Salt and Sanctuary) questa volta c’è un bel portale magico dotato di rune al centro della città. Da qui, impostando il codice giusto (il primo viene fornito dagli NPC) è possibile accedere a tutte le altre aree, iniziando così a sfidare i maghi veri e propri, i quali sorvegliano ognuno un diverso bioma. Riuscirete a farli fuori tutti? Non sarà facile come sembra…

Un assaggio del gamplay

Dopo l’esperienza con Elden Ring, non è stato facile tornare a un souls-like in 2D, dove ovviamente le meccaniche di gioco sono simili e completamente differenti allo stesso tempo. Salt and Sacrifice si sviluppa in lunghezza e in altezza, disseminando i suoi nemici – all’occorrenza – sempre in posti svantaggiosi per il protagonista: non solo lungo la sua strada, ma anche in alto e in basso. L’utilizzo di armi a distanza, come gli archi, è quindi molto più che consigliato. Resta la differenziazione di base tra attacco leggero e pesante, ognuno dei quali consuma in maniera differente la barra del vigore; pochi colpi da parte dei nemici, invece, come da prassi riducono rapidamente a zero quella della salute. Oltre a correre e saltare sulle piattaforme, l’Inquisitore può anche utilizzare lo scudo per parare i colpi nemici (buona fortuna) o eseguire la rotolata per schivarli direttamente. Il primo boss ci ha richiesto appena una manciata di tentativi e ha mostrato un comportamento prevedibile, ma siamo sicuri che più avanti sarà necessario incontrare molto di peggio; non era neppure uno dei maghi rivali, tra l’altro.

La scelta delle classi di gioco (una decina circa, dalle più prevedibili a qualche sorpresa) e di specifici attributi varia quanto possibile lo stile in combattimento, quindi anche l’approccio all’intera avventura. È un dato basilare dei Souls al quale, è chiaro, neppure Salt and Sacrifice ha potuto rinunciare. Così come non si rinuncia alla perdita di tutto il bel sale raccolto in caso di morte: bisognerà in caso tornare sul luogo e recuperarlo; né alla narrazione criptica e fumosa da ricostruire con molta fatica. Oltre a rivedere in generale tutti gli aspetti del predecessore, Salt and Sacrifice ha anche introdotto un certo numero di oggetti base ad arricchire l’esperienza del gameplay. Parliamo di strumenti importanti per la progressione, senza i quali semplicemente vi bloccherete, e che andranno debitamente padroneggiati. Di solito questi oggetti vengono costruiti con sangue e ossa dei nemici uccisi (ve l’avevamo detto che la produzione è assai brutale), trasformando la morte altrui in un vantaggio personale. Il rampino / arpione è il primo e più semplice da utilizzare, e permette di salire lungo percorsi verticali altrimenti inaccessibili, i cui punti di appoggio sono contrassegnati da elementi luminosi.

Il comportamento dei nemici nelle prime aree di gioco ci è sembrato assai prevedibile, senza troppi guizzi creativi, ma è pur vero che nessuno scopre mai i propri assi nella manica all’inizio della partita. Quello che oggi appare un souls-like derivativo ma funzionale, quindi, potrebbe benissimo diventare, il prossimo 10 maggio, un’avventura originale e imprescindibile per ogni cultore del genere. Discorso a sé per la direzione artistica, dato che – esteticamente parlando – Salt and Sacrifice o piace o non piace. A noi, sinceramente, lo stile di fondali e personaggi, così come le animazioni degli stessi, non hanno mai fatto impazzire, ma la bontà del precedente Salt and Sanctuarty era e resta innegabile, dunque siamo fiduciosi anche sulle potenzialità del nuovo arrivato. Qualche ottimizzazione è necessaria, ma questo su ammissione degli stessi sviluppatori, almeno per i menù e i caratteri della scrittura su console. E naturalmente, con due mesi a diposizione, il tempo basta e avanza.

Piattaforme: PlayStation 5, PlayStation 4, PC

Sviluppatore: Ska Studios

Publisher: Ska Studios

Data d’uscita: 10 maggio 2022

Il 2022 a quanto pare punta ed essere ricordato come l’anno dei souls-like, e a noi va benissimo così. Dopo l’ottimo Elden Ring, sembra che anche Salt and Sacrifice rappresenterà il prossimo appuntamento obbligato. La nostra prova di gioco ha riconfermato una struttura solida, perfettamente in linea con quanto visto anni fa su Salt and Sanctuary, ad oggi ancora ricordato con favore da critica e pubblico. Il tutto, tra l’altro, sembra essere stato rivisto e corretto, con alcune gradite aggiunte (nuove classi, nuove armi, mappe e tracciamento dei progressi migliorati). Tutto questo, va da sé, andrà debitamente testato in sede di recensione, soprattutto per quanto riguarda la narrazione. Appuntamento sulle nostre pagine, dunque, nelle prossime settimane, presumibilmente dopo Pasqua.

La formazione del buon Simone, classe '93, avviene pad della prima PlayStation alla mano, a base di draghi viola, gemme e pecorelle fumanti (del resto è un vero abruzzese). Cresce a pane e Dylan Dog, mostrando fin da subito gravi problemi psicologici e mentali. Tra le altre cose ha ancora paura del buio, e probabilmente Stephen King lo approverebbe. Un paio di lauree in letteratura non gli hanno impedito di diventare uno dei massimi esperti del mondo Nintendo; compensa non riuscendo neppure ad accendere una Xbox. È attualmente ai domiciliari per abbandono dei cagnolini di Nintendogs e omocidio degli abitanti di AnimalCrossing.