Ieri vi abbiamo ricordato che GAME PRO 59 è ora disponibile sulle piattaforme Readly e Press Reader, con un numero imperdibile dai grandi contenuti e diverse esclusive. Si tratta del numero che chiude questo straordinario 2023 videoludico, portando in dono anche i risultati delle premiazioni dei Game Pro Awards di quest’anno. Un numero assai ricco, di ben 108 pagine, ricco di contenuti esclusivi che abbiamo festeggiato anche mostrandovi lo specialissimo video in cui Jaeho Hwang, Game Director di Dave The Diver, insieme al suo team, ringrazia per il premio al Miglior Gameplay ricevuto.
Oggi vi proponiamo un estratto della speciale intervista concessaci dallo stesso Hwang, di cui trovate la versione completa sul numero 59 di Game Pro. Nei prossimi giorni abbiamo altre esclusive simili da proporvi: non perdetevele, saranno tutte online alle 18, ogni giorno, fino al giorno di Natale!
GP: Sappiamo che Dave the Diver ha avuto un successo strepitoso al lancio, registrando subito 1 milione di copie vendute e quasi 100 mila giocatori simultanei su Steam. Come è nata l’idea originale?
Jaeho Hwang: Inizialmente avevamo pianificato di creare un gioco sull’esplorazione dell’oceano, ma ci siamo resi conto che semplicemente catturare pesci per fare soldi avrebbe reso il gameplay monotono. Un giorno, mentre ero in un pub giapponese su un’isola, ho visto il proprietario pescare il pesce la mattina e cucinarlo lui stesso la sera. Questa esperienza ci ha ispirato al concetto di un ristorante di sushi. Crediamo che molte persone abbiano risposto positivamente a causa della connessione intuitiva tra pesce e sushi.
GP: Quali aspetti del gioco, dai personaggi al mix di stili diversi, pensi abbiano risuonato di più tra il pubblico? In poche parole, qual è secondo te il segreto del suo successo?
JH: Volevamo affrontare il tema complesso dell'”esplorazione dell’oceano” in modo giocoso e spensierato, a differenza di molti altri giochi dal tono pesante di questi tempi. Abbiamo ricevuto molti feedback positivi per il nostro approccio, così come per i nostri personaggi eccentrici e il flusso costante di nuovi contenuti.
GP: Lo stile retrò di Dave the Diver si sposa perfettamente con la sua atmosfera. Sei legato a questa estetica oppure vi piacerebbe sperimentare altri stili per i progetti futuri?
JH: Io ho sempre creato giochi 2D e anche il mio primo gioco, Evil Factory, era un gioco arcade pixel. Anche se adoro il fascino che il 2D e la pixel art possono offrire, ovviamente ci sono alcuni elementi che sono meglio rappresentati in 3D. Quindi, pensiamo che sia importante prendere una decisione in base a come vogliamo che sia il gioco e ai suoi requisiti. Tuttavia, siamo orgogliosi del risultato ottenuto con il modo in cui Dave the Diver ha trattato in modo approfondito entrambi gli elementi.