America's Army 3

Quanti frag servono per diventare un soldato vero?

Gli appassionati l’hanno aspettato per anni e finalmente è arrivato. America’s Army 3, lo sparatutto realizzato a fini promozionali dall’esercito degli Stati Uniti è ora sugli scaffali di Steam per la gioia di chi vede l’Army con una “way of life” più che come un modo di intendere gli sparatutto multigiocatore per PC. Spiace constatare, perché sappiamo benissimo che siete andati a sbirciare il voto a latere del giudizio finale, che dopo due buone prime prove, i marmittoni al servizio dello Zio Sam stavolta abbiano fallito la missione che gli era stata assegnata.

 

PIATTUME
Non ci vogliamo nascondere dietro a un dito: AA3 fin dalla prima installazione è stato piagato da bachi di vario genere che ci hanno impedito di recensirlo fino a una settimana dalla pubblicazione grazie alle continue patch applicate in automatico su Steam. Nonostante questo, abbiamo perseverato e, tra un crash al desktop e l’altro, potuto constatare con mano come l’Unreal Engine 3 non sia stato sfruttato nemmeno al 50% delle sue possibilità. Scenari piatti dal punti di vista dell’illuminazione si affiancano a personaggi appena discreti ma che non raggiungono il livello di dettaglio che ci si aspetterebbe da un prodotto di questo genere, per non parlare degli effetti delle esplosioni e delle armi da fuoco. A questo sono da sommare frequenti bachi grafici e un’impressione generale di scarsa cura che limita tremendamente l’appeal di questo gioco nonostante la gratuità. Migliore è il sonoro che si attesta su livelli discreti riuscendo a catturare la frenesia e “il tono” di molti sparatutto concorrenti basati sul concetto di realismo come ad esempio Call of Duty: Modern Warfare.

 

ALTO LIVELLO
Sotto la scorza trasandata ci si potrebbe aspettare una sostanza di alto livello in grado di appassionare il giocatore in quanto a tattiche e modalità disponibili. Purtroppo non è stato così e questo per molti fattori che penalizzano la giocabilità di AA3, soprattutto per quanto riguarda il paragone con suo predecessore. Si comincia con la scarsità di mappe inedite e il loro design che non ci ha fatto impazzire per quanto riguarda le tattiche da mettere in campo per le varie modalità proposte. Ogni scenario è giocabile in cinque modi diversi, dal Deatchmatch, al Capture the Flag (con una valigetta) passando per il Take and Hold, la scorta al Vip e una variante del Domination. Fin dall’inizio sono evidenti le differenze rispetto ad America’s Army 2, alcune in positivo, molte altre in negativo, aspetti che hanno causato le lamentele di buona parte della community.
La maggiore lentezza di movimento è stata sul banco degli accusati in prima istanza insieme all’impossibilità di effettuare qualsiasi genere di salto: secondo lo U.S. Army queste mancanze dovrebbero essere bilanciate dalla possibilità di compiere una scivolata in corsa ma non ci è sembrata così essenziale a un gameplay che appiattisce la skill in favore di un maggiore gioco di squadra. Molto fumosi sono anche i proclami relativi a un sistema di gestione di caduta del proiettile estremamente raffinato: il problema è che non c’è modo di constatarlo visto che le mappe proposte non permettono di andare oltre un tiro utile superiore al centinaio di metri.

 

CORSO MOUT
Un vero peccato dunque, visto che le premesse per realizzare un titolo di alto livello c’erano tutte a partire dal complesso sistema di valutazione del giocatore che fa da tutorial al gioco. L’obbiettivo era quello di simulare l’esperienza addestrativa di un buon soldato dal giorno del passaggio dal barbiere fino al completamento del corso d’addestramento. Dopo le normali prove fisiche e attitudinali si passa alla pratica del pronto soccorso di base per finire con varie sessioni di tiro, Mout Course in particolare. Si tratta di una sessione di addestramento omnicomprensiva in cui bisogna mettere a fuoco gli insegnamenti ricevuti nelle tattiche di irruzione ed ripulire quanti più bersagli possibile in un dato tempo limite. Man mano che si procede accumulando esperienza, nuove prove vengono sbloccate permettendo al giocatore di acquisire specializzazioni via via più complesse che permettono di accedere a nuovi equipaggiamenti da portare nello zaino o da montare sulle armi. Una piacevole aggiunta che dona maggiore profondità a medio termine ad AA3 ma che non lo risolleva dalle problematiche citate in precedenza soprattutto se paragonato alla varietà di armi e perk presenti in uno qualsiasi degli ultimi Call of Duty.