Tim Miller lascia Deadpool: non voglio più lavorare con Ryan Reynolds

Deadpool Tim Miller

Tim Miller, regista dell’ultimo e discusso Terminator: Dark Fate, ottenne con Deadpool 2, uscito nel 2016, il suo primo incarico con un film d’azione ad alto budget. Parrebbe però che il regista statunitense non voglia dirigere un seguito e quest’oggi abbiamo scoperto le motivazioni: tra lui e l’attore Ryan Reynolds, la star dietro la maschera di Deadpool, non scorreva buon sangue. Queste sono le sue affermazioni in proposito, rilasciate al podcast The Businness, di KCRW.

Divenne chiaro come Ryan voleva avere il controllo del franchise. Si può lavorare in questo modo come regista, anche discretamente bene, ma io non potevo. Non mi dispiace avere dibattiti, ma non se non posso vincerli non voglio giocare. E non penso che si possa negoziare su ogni decisione creativa, dato che ce ne sono troppe da dover prendere. Così Ryan divenne il volto del franchise, e di gran lunga il più importante componente. Così, se decise di voler controllare il franchise, faccia pure.

Senza peli sulla lingua il regista Tim Miller, ultimamente rimasto in lizza anche con James Cameron per alcune scelte narrative non condivise per Terminator: Dark Fate (non erano nelle intenzioni del regista tagliare fuori SkyNet, fulcro e reale villain della saga, per introdurne uno nuovo nuovo), continua la sua invettiva su Ryan Reynolds.

Sono sempre stato molto bravo a mandare giù e andare avanti. È molto importante farlo, e arrivati a questo punto bisogna prendere una decisione, e sono molto bravo a lasciarmi le cose dietro, senza tornarci più. Abbiamo avuto un meeting con la Fox, e il dado era tratto, così ho detto “Ho capito. Io me ne vado, e voi ragazzi potete fare quello che volete”.

Nel prossimo futuro si vocifera che il regista possa dirigere l’adattamento di Neuromante, tratto dalla saga manifesto del cyberpunk “Trilogia dello Sprawl”. Il produttore del film sarà Simon Kinberg. Entrambi sono reduci di due disastri finanziari: il primo per Terminator: Dark Fate, al momento sotto di 100$ milioni; il secondo per X-Men: Dark Phoenix, che è riuscito a malapena a coprire i soli costi di produzione.

Personalmente posso affermare che trasporre il Neuromante sul grande schermo potrebbe essere un’operazione molto delicata e da valutare sotto ogni aspetto, complice la frammentarietà narrativa e l’evanescenza descrittiva dell’opera letteraria. Ma con un Cyberpunk 2077 in via d’uscita tutto potrebbe capitare…

Neuromancer

Non esisto. E anche se esistessi ignorerei dove sono. Perso nel NET o nel Lifestream, in qualche arcipelago sperduto dell'Alaska, forse nell'Arkham dei Grandi Antichi e, più lontano, tra montagne di D20, alla destra di Padre Ilùvatar, in un sogno b/n. Dove sono, chi sono? Nel dubbio, scrivo.