Emulatori che corrono tra illegalità e lecito, aste da milioni per le cartucce originali, mercatini dell’usato dei fine settimana, servizi online delle console di ultima generazione, scatoloni e bauli rinchiusi nelle soffitte più polverose, portali come GOG, le ultime sale giochi in Italia o i pochissimi esemplari rimasti di cabinati nell’ultimo bar in fondo alla periferia delle grandi città o dei piccoli paesi.
Se ci fate caso non mancano neanche gli angoli di Internet, alcuni più bui di altri, dove si cercano di recuperare tali oggetti del desiderio al miglior prezzo possibile. E non stiamo parlando solo di eBay, ma bensì di veri e propri gruppi su social network come Facebook oppure canali di app come Telegram. Un prezzo che comunque, il più delle volte, sembra impossibile da pagare neanche dopo aver tentano la fortuna con i bonus casinò nel 2022.
Ma perché pagare tali somme da capogiro per un gioco della nostra infanzia quando, in questo ultra tecnologico 2022, si possono acquistare i titoli più competitivi ed in Full HD del momento? Beh, forse è proprio per questo termine, l’infanzia, ma non solo, che sempre più giocatori sembrano prediligere questa scelta.
E non solo! Basta vedere titoli del calibro di Shovel Knight oppure SeaRing per rendersi conto che anche gli stessi creator sono della stessa opinione! Non dimentichiamoci poi delle console storiche formato mini come Atari 2600, Sega Mega Drive, Commodore 64, NES, SNES e PlayStation (quella senza dual shock analogici per capirci meglio).
Siamo di fronte a quello che si potrebbe definire come un perfetto esempio di “lacrime di bambino” che oggi, cresciuto e adulto, vuole “fare i capricci” e giocare ancora un po’ a quel gioco che lo ha accompagnato per pomeriggi spensierati prima dei compiti. O magari di un titolo che ha visto solo a casa degli amici e che non ha mai posseduto oppure che ha “consumato” a forza di monetine in sala giochi.
Un fattore nostalgia che va dunque a braccetto con il collezionismo e con un’immagine, forse anche idealizzata, di un passato videoludico in cui c’era solo la cartuccia, lo schermo ed il giocatore. Multiplayer, passa stagionali, aggiornamenti erano parole sconosciute che si scioglievano come neve al sole mentre, dal tubo catodico, si sprigionavano le potenti avventure in 8 e 16 bit per non parlare poi dei primissimi esperimenti in 3D.
Esperimenti che avrebbero avuto come portabandiera delle console entrate di prepotenza nella leggenda come Nintendo 64, la prima PlayStation, il Sega Saturn, il Dreamcast e così via.
Insomma, sembra quasi di essere dinanzi ad una sorta di lezione di scienze solo che qui, l’evoluzionismo, parte dalle console e non dai primati. Quanto è interessante capire, ad esempio, come si sono modificati i parametri di gioco di saghe quasi “centenarie” come l’intramontabile Super Mario oppure gli infiniti capitoli di Final Fantasy?
Infine, e chiudiamola con il venale, avrete sicuramente capito che il settore del retrogaming è particolarmente redditizio e che a volte basta aver un po’ di fortuna per reperire in soffitta o in fondo ad un armadio la vostra piccola miniera d’oro e di pixel.