Travolti da mondi aperti brulicanti di vite procedurali, grafica iper-realistica ed ambientazioni cinematografiche che invadono con prepotenza i titoli principali di riviste, portali e gruppi di discussione a tema videoludico, di solito tendiamo a tralasciare quei titoli cosiddetti minori, un termine il cui utilizzo incauto sottende un’interpretazione viziosa del significato originale, che agli occhi del pubblico finisce per identificarli come qualitativamente inferiori alle produzioni con budget stellari. E invece spesso accade il contrario, perché a volte l’essenzialità dettata dai fondi a disposizione (in questo caso raccolti anche grazie ad un fortunato Kickstarter) o da una semplice scelta stilistica può aiutarci a mantenere l’attenzione sui dettagli importanti, sul modo in cui è stata costruita una storia e sul suo messaggio di fondo, anziché farci perdere tempo su contenuti artificiosi implementati soltanto per distrarci dal sapore stantio della minestra. Monorail Stories, approdata da poco su PC e in futuro anche su Nintendo Switch, è strutturata proprio così: un’avventura breve che va dritta al punto e che, in virtù della sua stringatezza, incita e favorisce molteplici riletture, anche se alla lunga i suoi passaggi più meccanici potrebbero indurre una certa monotonia.
Monorail Stories: spero che questa settimana passi in fretta!
Monorail Stories è incentrato, come si può facilmente intuire, sulle storie dei passeggeri di una monorotaia: nello specifico, vestiremo i panni di Silvie e Ahmal, due pendolari abituali che viaggiano tra le città di M e L in direzioni opposte, senza che le loro strade si incrocino mai. Silvie è alle prese con una serie di conflitti all’interno della sua relazione, mentre Ahmal è un banchiere stressato ma accomodante. Durante i loro viaggi, sono circondati da un variopinto cast di personaggi con i quali possono interagire, influenzandone la sorte a seconda delle scelte che prenderemo. Pongo volutamente l’accento sul libero arbitrio del giocatore, perché sarà proprio quest’ultimo a dettare lo sviluppo e la conclusione dell’avventura. Il primo aspetto che balza all’occhio del lavoro della ticinese Stelex Software è la splendida pixel art, reminiscente dei migliori punta e clicca di un tempo, nonché di svariati titoli indipendenti che si rifanno al medesimo stile: malgrado lo scenario sia sempre l’interno del mezzo di trasporto o, meglio, forse proprio per questo motivo, le schermate sono sorprendentemente vivaci e animate, brulicanti di animazioni e di individualità, che in breve ci forniscono quanto basta per riconoscere a colpo d’occhio tutti i locali in cui ci spostiamo. Anche piccoli dettagli come le animazioni dei monitor di bordo, gli aerei che solcano pigri i cieli sullo sfondo o la gestualità dei due protagonisti e degli altri occupanti dei vagoni infondono la piacevole illusione di contemplare un genuino micro mondo affaccendato nel trambusto della propria routine quotidiana, e rendono ancora più gradevole l’esplorazione dei vari ambienti. Sottotitoli, disponibili anche in italiano, e interfaccia sono ottimamente implementati e non ostruiscono la vista in alcun modo, riuscendo anche a tenerci abbastanza sulle spine con eventi reattivi e dialoghi a tempo che stimolano risposte impulsive. Al termine di ogni giornata, un pratico riepilogo evidenzia le singole azioni intraprese da entrambi i personaggi e il grado di affinità che hanno maturato con i diversi comprimari, che tornerà estremamente utile soprattutto nel corso delle partite successive.
I brani della colonna sonora, opera del compositore svizzero indipendente Filippo Zanoli, sono tutti ben ritmati ed in perfetta sintonia con il clima movimentato della vita da pendolare, ma non interferiscono affatto con il dipanarsi degli eventi, mentre il doppiaggio mi ha davvero impressionato per la naturalezza e l’efficacia con cui riesce a trasmettere le personalità e le emozioni generate dalla moltitudine di interlocutori presenti. Si tratta di un fattore da non sottovalutare, poiché in ogni fiction interattiva questi ultimi devono essere la parte più avvincente, e in questo Monorail Stories riesce decisamente a distinguersi: Ahmal e Silvie sono personaggi complessi e sfaccettati, e l’andamento della storia porta man mano alla luce le loro vicissitudini confidenziali, sulle quali potremo concentrarci scegliendo di perseguire degli specifici soggetti. Ad esempio Mark, l’amico più caro di Silvie, all’inizio del gioco si interessa della relazione di quest’ultima con il suo partner, Charlie, un tema sul quale la ragazza mostra estrema riservatezza. Con l’avvicendarsi dei giorni, avremo modo di far emergere alcuni aspetti di questo rapporto conflittuale legando con diversi passeggeri, fino a spingere la coprotagonista ad intraprendere una strada che le consenta di mettere un punto sulla questione una volta per tutte. Alterando le mie azioni quel tanto che basta, in un altro replay sono anche riuscito a scoprire l’identità di Charlie, a cui non avevo sinceramente più pensato, giusto per darvi l’idea di come la narrazione possa evolversi: non aspettatevi chiaramente un quantitativo di ramificazioni paragonabili a quelle di un titolo Telltale o Quantic Dream, ma nel suo piccolo ritroveremo anche qui un fitto intreccio di circostanze che coinvolgono i temporanei residenti della monorotaia, il cui ruolo e relative consuetudini potrebbero rivelarsi tutt’altro che di facile interpretazione.
Di sicuro è un codice davvero complicato
Oltre alle conversazioni, ogni volta che assumiamo il controllo di Ahmal o Silvie troviamo piccoli enigmi o incarichi da completare per noi stessi, per gli altri compagni di viaggio o per i dipendenti della monorotaia, che richiedono di interagire con altri oggetti o persone e scoprire qualcosa in più su di loro. Ci sono anche diversi modi per risolvere alcune mansioni: ad esempio quando un certo animaletto domestico fugge dalla sua proprietaria, sia Silvie che Ahmal sono in grado di trovarlo e ricondurlo all’ovile, rapportandosi con diversi astanti ed alterando, come accennato poc’anzi, il grado di intesa reciproco che andrà poi ad incidere sul finale. E di epiloghi possibili ce ne sono diversi, a completo vantaggio della rigiocabilità che dunque si spinge oltre il desiderio di approfondire determinate argomentazioni, ulteriormente pungolata dalla presenza di una vera e propria modalità multiplayer asincrona e dell’integrazione con Twitch per consentire ai propri spettatori di esprimere le rispettive preferenze, anche se ammetto di non aver testato nessuna delle due proposte. Gli indicatori visivi ci aiutano anche a capire se ci troviamo in prossimità di una risoluzione, poiché le risposte evidenziate in verde sono quelle che concludono l’avventura, dunque saremo sempre consapevoli delle scelte da prendere qualora volessimo prolungare il nostro soggiorno sulla monorotaia ed esplorare altre possibili biforcazioni: di fatto, e nella peggiore delle ipotesi, l’intera settimana lavorativa non vi occuperà più di un paio d’ore, longevità più che adeguata per sessioni non troppo intense che consentono di riprendere facilmente il filo anche qualora trascorresse troppo tempo tra l’una e l’altra.
Un piccolo difetto veniale in cui mi sono imbattuto è avvenuto in concomitanza di un drastico quanto imprevisto risvolto angoscioso del racconto, nel quale siamo chiamati ad alternare con maggior frequenza i due protagonisti, laddove invece lo scambio delle parti avviene soltanto un paio di volte al giorno: in tale frangente, le schermate di partenza per Silvie ed Ahmal vengono resettate ogni volta, rendendo necessaria qualche scarpinata di troppo per recuperare la sequenza di azioni che stavamo seguendo. Ma questa come altre imperfezioni di marginale entità, ad esempio un ritardo eccessivo dei sottotitoli o un’animazione riprodotta nel verso sbagliato, verranno tutte con ogni probabilità rettificate da qualche opportuno aggiornamento: ciò che forse risulta un po’ più complicato da aggiustare è la ripetizione legata ad ogni nuovo ciclo, perché purtroppo saremo costretti a replicare la maggior parte delle azioni già compiute prima di arrivare agli snodi ancora da esplorare, problema che si dilata col crescere del numero di avventure completate. Benché ne comprenda le motivazioni intrinseche, ossia lasciare sempre al giocatore la possibilità di modificare qualunque sua scelta, forse l’aggiunta di qualche “checkpoint” che consenta anche solo di saltare ad una giornata specifica, preservando tutti i dialoghi già affrontati fino a quel momento nell’ultima iterazione, potrebbe alleviare la fatica di ripercorrere i sentieri già tracciati.
Piattaforme: PC
Sviluppatore: Stelex Software
Publisher: Freedom Games
Nel complesso, la semplicità e l’approccio essenziale di Monorail Stories, combinati con un cast di personaggi affascinanti, uno stile artistico straordinario, l’elevata rigiocabilità ed un coinvolgente reticolo di trame e sottotrame, lo rendono un vero piacere da giocare per tutti gli amanti delle fiction interattive, da soli o addirittura in compagnia. Gli sviluppatori hanno promesso che arricchiranno il titolo con scenari e contenuti aggiuntivi, perciò non resta che attendere l’evolversi delle vicende e, magari, qualche miglioria che ne attutisca la potenziale tediosità.