Marvel’s Midnight Suns Recensione: quando i demoni si accompagnano a belle esperienze

Marvel's Midnight Suns

Come molti altri appassionati di videogame, anche noi di GamesVillage abbiamo avuto vissuto un attimo di smarrimento nel metabolizzare l’annuncio di Marvel’s Midnight Suns. Una delle più grandi aziende fumettistiche aveva deciso di tradurre le avventure dei suoi supereroi in uno tattico a turni il cui sviluppo è stato affidato alle menti creative che hanno sostenuto per anni la saga di Civilization, Firaxis Games. Non solo, la celebre azienda aveva deciso di imbarcarsi in questa insolita avventura appoggiandosi al brand dei “Figli di Mezzanotte”, un gruppo di combattenti perlopiù sconosciuto a coloro che non sono avidi lettori di albi pinzati.

Il trailer presentato in occasione della gamescom 2021 era tutto meno che esplicativo, si limitava a vomitare sul pubblico immagini e suoni che rievocavano quel periodo degli anni Duemila in cui l’industria videoludica puntava sul “grintoso” e metal, un’era geologica che ricordiamo con un misto di imbarazzo e affetto. Complice la sorpresa e un’introduzione avara di dettagli tecnici, il web non ha potuto che guardare alla storia degli sviluppatori e ipotizzare la nascita di un prodotto che fosse in linea con il celebre XCOM, ovvero che gli sviluppatori avessero attinto pigramente ai loro classici per incassare un facile assegno. Ebbene, Firaxis Games non ha mancato di contraddire le aspettative internettiane.

Marvel’s Midnight Suns: la forza di essere piccoli

Vale la pena esplicitare sin da subito ciò che comunque risulta evidente sin dal primo sguardo: Marvel’s Midnight Suns non è un esemplare di videogame d’alto profilo, tutt’altro. Non è un roboante blockbuster che incarna spettacolarmente le speranze di un publisher ben noto, in questo caso 2K, anche perché non regge il confronto con l’impatto che nel bene o nel male hanno esercitato titoli quali Marvel’s Spider-Man e Marvel’s Avengers. La grafica è obsoleta, molte animazioni sono rozze e persino la giocabilità non figura tra gli esemplari più raffinati e competitivi su cui abbiamo avuto modo di mettere mano. Volendo dirla tutta c’è anche qualche problema tecnico, con le nostre sessioni di gioco che sono incappate in un paio di crash e in un errore nella gestione dei file di salvataggio. Eppure, in un certo senso, l’effettiva esperienza di gioco riesce a sollevarsi da queste imperfezioni, elevandosi a qualcosa di più.

La nostra ipotesi è che la scelta di sviluppare il progetto su di una scala più modesta di quella abbracciata dai competitor abbia consentito allo staff creativo un ampio margine di manovra, ovvero che gli autori, non dovendo ideare live services o killer application, siano stati parzialmente esentati dalle opprimenti prospettive commerciali degli investitori. Questa ipotetica libertà potrebbe aver dunque permesso a Marvel’s Midnight Suns di sperimentare concetti e impostazioni che, seppur non inediti, difficilmente raggiungono questa specifica fetta del Mercato, se non in formato mobile. Ancor più, la natura del progetto ha impedito al titolo di puntare alle vette cinematografiche dei blockbuster, tuttavia gli sviluppatori hanno avuto la sagacia di riorientarsi piuttosto sull’idea di proporre al pubblico un “fumetto interattivo” alimentato da passione e visione artistica.

Per valorizzare al meglio le virtù del gioco, gli sviluppatori si sono per esempio assicurati di mettere le mani su un cast di doppiatori di notevole caratura. Non si tratta di grandi celebrità, ma di piccole perle che sono state evidentemente selezionate con attenzione. Tra queste ne spiccano due: Yuri Lowenthal, il quale torna a vestire i panni di Uomo Ragno dopo Marvel’s Spider-Man e Marvel Ultimate Alliance 3, e Lyrica Okano, la già Nico Minoru della serie televisiva Runaways. Tra i nomi degni di nota anche Michael Jai White, attore che potreste ricordare per lo Spawn del 1997 o per la sua attività di doppiatore in molteplici cartoon supereroistici della DC.

Il genio sta nei dettagli

Nel formalizzare il suo gioco, Firaxis Games ha guardato a una saga fumettistica ben nota, quindi le basi sono solide, tuttavia Hollywood ci ha da tempo dimostrato ampiamente che l’attingere a materiali di riferimento virtuosi non garantisce automaticamente un’esecuzione altrettanto dignitosa. Marvel’s Midnight Suns si prende in tal senso parecchie licenze poetiche, sia associando ai Figli di Mezzanotte ai ben più vendibili Avengers, sia introducendo nella narrazione un avatar personalizzabile dal giocatore che è noto come The Hunter, un “cacciatore” predestinato il cui scopo secolare è combattere Lilith, genitrice di demoni nonché sua madre biologica. 

Hunter, personaggio originale, patisce il difetto dei molti avatar che devono fungere da tela bianca su cui l’immaginazione dei giocatori deve versare colore. Scelte etiche, strategiche ed estetiche vanno, seppur superficialmente, a tratteggiare la sua personalità, con il risultato che allo stato naturale il personaggio è quanto più di banale e archetipato possa esistere all’interno della sfera fumettistica. Per cercare di valorizzarlo, gli autori hanno giocato la carta più ovvia presente nel mazzo dello storyteller, ovvero si sono assicurati che tutti gli eroi noti rimarcassero senza sosta la possanza dell’inedito soggetto. Wolverine, Capitan America, Dr Strange e tutti gli altri sono pronti ad accogliere Hunter come loro leader, tuttavia questa dedizione incondizionata suona forzata e immeritata, enfatizzando le carenze e l’insignificanza di un personaggio che, per necessità tecnica, è canonicamente sacrificabile.

Sebbene sia vero che il campione dell’intera vicenda fallisca brutalmente nello stupire e intrattenere, è anche vero che la gioia dell’esperienza narrativa nasce piuttosto dalle brillanti sfumature con cui sono stati dipinti i grandi combattenti dell’universo Marvel. Confronti, litigi, discussioni leggere e momenti amicali di gruppo svelano a piccoli gradi delle rappresentazioni sfaccettate e vive dei beniamini fumettistici. I membri degli Avengers e dei Figli di Mezzanotte sono tanto ben dettagliati da essere immediatamente riconoscibili anche solo per carattere e modo di esprimersi: il cinismo di Tony Stark è diverso dall’incerta ironia di Peter Parker, il nichilismo di Magik si distingue notevolmente dalla posa emo-goth di cui si fa scudo Nico Minoru. Volendo muovere una critica agli autori si potrebbe rimarcare che il team di combattenti sia definito da atteggiamenti enfatizzati all’inverosimile, tuttavia anche questa caratterizzazione esasperata fa parte del gioco, regalando un’esperienza che sembra emergere direttamente dalle pagine stampate. 

Ancora un altro turno

Secondo quanto rivelato dal lead engineer Will Miller, trama e vicende secondarie si dipanano attraverso 65.000 linee di dialogo doppiato e due ore di filmati. Molto, moltissimo tempo viene dedicato allo scoprire di più sui propri beniamini, tuttavia Marvel’s Midnight Suns si estende ben oltre alle vicende amorose di un Blade che fatica a processare i propri sentimenti nei confronti di Captain Marvel, una volta che ci si distrae dall’ottimo copione non si può fare a meno di incappare nel gameplay. In tal senso, il gioco dimostra di essere alimentato da due anime che si incontrano e si scontrano, che faticano a trovare un equilibrio stabile e duraturo. Da una parte spiccano i combattimenti veri e propri, dall’altra uno straordinariamente corposo quartier generale esplorabile, l’Abbazia. 

Bastano pochi minuti per comprendere che gli scontri non hanno nulla a che vedere con le ferree meccaniche viste nei vari XCOM. Firaxis Games ha preferito, giustamente e comprensibilmente, puntare a qualcosa di più accessibile, dinamico e digeribile, uno strategico in salsa action che basa la sua impalcatura tecnica sulla gestione di un mazzo di carte utile a determinare le strategie che gli eroi possono concretizzare a ogni turno. Le possibilità a disposizione dell’utente evolvono in rapporto al progredire dei rapporti amicali interni al team, tuttavia le azioni sono essenziali e chiare: muoversi, interagire con l’ambiente, adoperare le abilità presenti nella propria mano o scartare alcune carte nella speranza di pescarne di più adeguate al contesto del momento.

Queste basi potrebbero forse apparire scarne, tuttavia il titolo dimostra una certa competenza nel centellinare nuovi ostacoli e nuove opportunità, con il risultato che nel giro di poche è possibile destreggiarsi in una serie fluida di mosse che si concatenano con fare estremamente gratificante. Il “contro”, se così lo vogliamo definire, è che si possa cadere facilmente vittima del desiderio di voler rimandare perennemente lo spegnimento del gioco. Si tratta della cosiddetta febbre del “solo un altro turno”, la quale viene però drammaticamente frustrata dall’altra metà dell’esperienza videoludica.

Tra una missione e l’altra è infatti necessario rincasare nella già citata Abbazia, un luogo integralmente navigabile in terza persona che si dimostra ben più vasto di quanto non sia effettivamente necessario. La mappa messa a disposizione dei programmatori si estende ben oltre a ciò che è puramente funzionale, sfonda i confini del mero centro di comando per estendersi ai suoi salotti e al giardino che circonda l’intera struttura. Ne consegue che, al posto di poter passare rapidamente da un combattimento all’altro, Marvel’s Midnight Suns finisca con il sollecitare i gamer a tergiversare con lunghi inframezzi che si dimostrano certamente utili ai fini narrativi e gestionali, ma che smorzano il loop frenetico a cui il titolo si presterebbe facilmente. Come già accennato, queste sessioni possono vantare un ottimo copione e sono a pieno titolo meritevoli di attenzioni, tuttavia si scontrano con il volto principale del gioco, frenando bruscamente il flusso immersivo. 

Non tutto è perfetto in Marvel’s Midnight Suns

Se è vero che Marvel’s Midnight Suns si dimostra in grado di offrire un’avventura che sa tenere attaccati allo schermo, è anche vero che un eventuale sequel avrà ampi spazi di miglioramento. Nello specifico facciamo riferimento al come sia gestito il miromanaging interno all’Abbazia. Trattandosi di un titolo dotato di un’impostazione fortemente narrativa è comprensibile che gli sviluppatori non abbiano voluto sintetizzare il tutto a un processo decisionale di pochi secondi, che abbiano voluto offrire spazio e respiro ai protagonisti, tuttavia il risultato in cui sono defluiti è poco focalizzato, confusionario, a tratti persino ostile.

Per portare avanti i miglioramenti e le modifiche del quartier generale e degli eroi, Hunter fa affidamento a tre tipologie diverse di crediti e risorse di varia natura, il che è a sua volta reso complicato da una gestione dei menù che è legnosa e arcaica anche nelle piccole cose. Per fornirvi delle coordinate, vi basti pensare che la mappa non è dotata di una legenda e che non sia possibile consultare la lista dettagliata degli obiettivi. Al posto di affidarsi a una struttura lineare e ben interconnessa, Firaxis Games ha dunque preferito forzare il giocatore a correre avanti e indietro in uno spazio digitale in cui fucina, portale delle missioni e area d’addestramento sono lontane tra di loro quel tanto che basta per logorare la pazienza del gamer di turno, almeno sul lungo periodo.

A questo si somma un problema latente, ma che vorremmo venisse stroncato sul nascere, quello delle microtransazioni. Marvel’s Midnight Suns ha adottato la politica di monetizzare parzialmente la sua componente estetica, ma nel farlo è andata a toccare gli elementi più cari ai fan della categoria: i costumi dei supereroi. Ancor peggio, il simbolo che identifica la valuta collegata alla propria carta di credito ha fattezze simili a quella ottenibile in-game, quindi ci vien facile credere che molti potrebbero incappare in un costoso fraintendimento. Anzi, riformuliamo con maggiore onestà: ci è personalmente capitato di voler sbloccare un costume di Spider-Man e abbiamo capito di esser finiti sulla strada del contenuto a pagamento solamente quando il sistema ci ha richiesto di confermare l’acquisto. Fortunatamente, la selezione dei costumi è decisamente meno articolata e appagante di quanto offerto tradizionalmente da titoli omologhi, si pensi anche solamente a Gotham Knights, quindi è tutto sommato semplice resistere alla tentazione, a patto che ci si renda conto del rischio di trovarsi davanti a una transazione digitale.

PIATTAFORME: PC, PS5, Xbox Series X|S, Switch, PS4, Xbox One
SVILUPPATORE: Firaxis Games
PUBLISHER: 2K

Nonostante il brand di cui si veste e la fama delle persone che lo hanno progettato, Marvel’s Midnight Suns è comparso sulla scena videoludica senza troppe cerimonie, spinto da una campagna di marketing fiacca e confusa. Si tratta di una mancanza assolutamente immeritata: pur con tutti i suoi difetti la creatura di Firaxis Games sa dimostrarsi divertente ed appagante, è capace di coinvolgere anche i neofiti dei comics grazie a una struttura narrativa fortemente inclusiva e il suo sistema di combattimento risulta accessibile, ma mai banale. Al di là di Marvel Ultimate Alliance 3, esclusiva Switch, Marvel’s Midnight Suns è il titolo contemporaneo che meglio rappresenta la visione fumettistica e sopra le righe del materiale originale, una virtù che viene enfatizzata dunque dall’inconsueta scelta di sviluppare le meccaniche di gioco in un’insolita chiave tattica.

VOTO 7.8