Quanto si può spingere sul pedale del realismo in una simulazione di arti marziali? EA Vancouver prova a dare una risposta con EA SPORTS UFC 5, nuovo titolo dedicato alle MMA che porta i suoi giocatori nell’ottagono, sotto i riflettori di una competizione decisamente fatta di audacità e preparazione atletica. Solo i più forti restano in piedi sul ring UFC, che raccoglie combattenti di stili diversi tra loro in cerca di affermazione e gloria, passando senza soluzione di continuità tra tecniche di pugilato, calci e prese di sottomissione. Sarete abbastanza svegli e abili da arrivare in cima?
EA SPORTS UFC 5: As Real As It Gets
Con l’uscita di EA SPORTS UFC 5, il 2023 si trasforma da “l’anno dei picchiaduro” in “l’anno dei giochi di combattimento”. Sempre di mazzate videoludiche si tratta, ma non prendete sottogamba UFC pensando sia solo un fighting game più realistico della media: ci troviamo di fronte a un vero e proprio simulatore di Mixed Martial Arts, in grado di regalare molte soddisfazioni ma che richiede un approccio piuttosto specifico. Premere i tasti a caso non vi porterà da nessuna parte se non al tappeto nell’arco di un minuto, ma al contempo, sebbene UFC 5 sia l’esatto contrario di un Mortal Kombat a livello di realismo, ma il risultato è lo stesso: spettacolarità visiva e una grande tecnica insita nel gameplay.
L’obiettivo degli sviluppatori è stato quello di rendere gli scontri realistici sia visivamente che a livello di sistema di gioco, migliorando molto quanto visto in proposito nel precedente UFC 4. La scelta di campo è stata chiara adottando direttamente le console di ultima generazione e un motore di gioco come il Frostbite, per poter fare un salto qualitativo sensibile. Il fotorealismo è notevole – nonostante gli sguardi spesso vacui dei lottatori – con definizioni muscolari perfette, dettagli anatomici notevoli, animazioni iperrealistiche ed effetti grafici di ogni sorta, con illuminazioni dinamiche, effetti particellari e speciali relativi a sangue e sudore, camera in grado di seguire l’azione in maniera ottimale, impatti resi in maniera verosimile e zero compenetrazioni. Ogni colpo dato e ricevuto si vede e “si sente” ed è un pregio fondamentale per un titolo di lotta (simulativo e non) con in più chicche notevoli.
Non solo i combattenti potranno sviluppare delle ferite e degli ematomi graficamente realistici e non randomici, ma il sistema accuratamente li compila tramite qualcosa come 64mila combinazioni di danni visivi che effettivamente poi possono andare a intaccare le prestazioni del lottatore in questione, implementando dunque la spettacolarità visiva nel gameplay in maniera intelligente. Un esempio comune? Un setto nasale deviato o rotto non produrrà solo fiotti di sangue e una deformazione facciale, ma intaccherà sulla respirazione e il conseguente livello di stamina. Un taglio vicino l’occhio creerà un vero e proprio tallone d’achille da salvaguardare e certe ferite, a discrezione del medico a bordo ring, potrebbero compromettere l’esito dell’incontro e, addirittura, l’andatura della carriera nella apposita modalità, dove addirittura ci si potrebbe ferire durante un allenamento con uno sparring partner il giorno prima di un incontro per il titolo!
Diamoci dentro
Come accennato, le modifiche sono arrivate sostanziose anche nel gameplay vero e proprio: ancora più accentuata e sensata è la differenziazione tra gli stili di lotta e l’approccio alla stessa, cosa che va a creare una notevole varietà tra i combattenti anche della stessa arte marziale, per non parlare degli incontri misti. Non c’è mai il rischio di vedere due volte lo stesso incontro, per certi versi, anche se ci si potrebbe imbattere in alcune meccaniche un po’ più ripetitive nei contesti al di fuori dal ring, come durante le attività preparatorie e “di promozione” dei match. Ma parlando dei combattenti veri e propri, si è fatto un lavoro certosino sulle prestazioni possibili e le statistiche degli atleti reali che hanno prestato il proprio volto e corpo al gioco, comprese alcune incredibili guest star come Muhammad Ali, Mike Tyson e Bruce Lee, insieme ad altre leggende più o meno recenti, come Fedor Emelianenko, Conor McGregor e Valentina Shevchenko. I colpi portati nel combattimento in piedi sono numerosissimi, variano a seconda degli stili e possono essere regolati in ampiezza, velocità etc. grazie a combinazioni di tasti per nulla complesse da eseguire ma certo impegnative da ricordare… e implementare al momento giusto, utilizzando anche dorsali, croce direzionale e analogici al contempo. Sicuramente ci vuole un buon periodo di training non solo per imparare combo e strategie migliori, ma anche solo tutte le mosse possibili o anche solo utili. In questo i tutorial vengono molto incontro, spiegando le funzionalità e le tattiche disponibili. Inoltre, viene anche data la possibilità di regolare vari livelli di realismo non solo relativi ai danni ma anche ai controlli, creando le combinazioni più friendly possibili prima di scendere davvero nella gabbia in alla ricerca dello status di Pro, magari nelle varie modalità online.
Tra le varie possibilità c’è anche quella di modificare o addirittura eliminare completamente il gioco a terra fatto di prese, leve e sottomissioni, se non gradito, anche se si tratta di un elemento importante in generale e fondamentale per alcune discipline marziali: c’è da dire, inoltre, che a differenza del capitolo precedente il passaggio al combattimento a terra avviene in maniera più organica con le cosiddette “seamless submissions” basate su clinch che portano l’azione a terra in uno scontro di stamina e scelte tattiche, una sorta di morra cinese ragionata ben lontana dai minigiochi di una volta o da forsennate battute sui tasti. Si tratta di una meccanica nuova che ha bisogno di un po’ di tempo di “digestione” ma che funziona molto bene e rende il senso delle azioni. Ad ogni modo, di carne al fuoco ce n’è davvero tanta in UFC 5, dando la possibilità di sperimentare variazioni sempre nuove o di specializzarsi, cercando magari di raggiungere l’apice della carriera del nostro lottatore personalizzato (personalizzatissimo, diremmo, in ogni suo aspetto, tatuaggi compresi!) o quella di fighter storici, alternando incontri offline e online in una alternanza legata al proprio gusto di progressione.
Piattaforme: PlayStation 5, Xbox Series X|S
Sviluppatore: EA Vancouver
Publisher: Electronic Arts
EA SPORTS UFC 5 è un titolo che dà molto, ma non regala nulla: anche se alcune opzioni di accessibilità possono renderlo più immediato, usarle permanentemente e non solo il tempo di prendere la mano con la complessità dei comandi sarebbe castrarne le potenzialità. Si tratta di un simulativo, che richiede dedizione per comprenderne e mettere in atto le meccaniche, che prevedono l’attento studio delle proprie e altrui strategie, scovarne le falle e agire di conseguenza. Il livello di spettacolarità è alto e, oltretutto, non fine a se stesso, avendo in alcuni casi anche un impatto sul gameplay. Certo, non un titolo per tutti, con alcune incertezze nel ritmo di gioco e di progressione, ma se amate le MMA (o se cercate un fighting-game lontano dagli stereotipi cartooneschi delle mosse impossibili) è imperdibile.
