Recensione – Titanfall

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Per qualcuno rappresenta il Messia, venuto al mondo per dare un senso all’esistenza di Xbox One. Per qualcun altro, invece, è solo una clamorosa occasione sprecata. Da qualsiasi parte stiate, Titanfall non è certo uno di quei videogiochi che passano inosservati e di cui non se ne discuterà a lungo, per i mesi a venire. A ogni modo, la verità, come spesso accade, sta nel mezzo: il titolo della neonata Respawn Entertainment non è una killer application, ma è un titolo divertente, seppur con qualche difetto.

Titanfall è uno sparatutto online in prima persona ambientato nel futuro, nel quale esistono due fazioni armate di tutto punto che se le danno di santa ragione sulla superficie di un pianeta devastato dalla guerra. Se state pensando a una mancanza di originalità, beh… siete sulla buona strada, ma se cercate una trama in uno sparatutto competitivo, forse state sbagliando qualcosa. A ogni modo, la prima cosa da fare dopo aver terminato l’ottimo tutorial è dedicare un paio d’ore alla modalità Campagna, che racconta in modo sommario le vicende di fondo (con la fastidiosa voce di Pietro Ubaldi a sottolineare ogni passaggio) e permette di sbloccare tutti e tre i titani presenti nel gioco, visto che all’inizio abbiamo solo l’Atlas a nostra disposizione. Se, quindi, volete affrontare tutte le altre modalità online anche pilotando un leggiadro Stryder (ottenibile al termine della prima campagna) o un massiccio Ogre (che viene consegnato quando si completa il giro di giostra dell’altra fazione), tocca passare per di qua. Tuttavia, la Campagna non è altro che una sequela di match preceduti e seguiti da qualche cutscene tanto spettacolare quanto inutile ai fini del gioco.

AMMAZZARSI COSÌ, SENZA PUDORE
Titanfall propone cinque modalità, che non sono tante ma nemmeno poche. Due di queste sono simili ai classici Deathmatch a Squadre e si differenziano l’una dall’altra per un modo diverso di calcolare il punteggio: in Logoramento si prendono punti diversi a seconda che si uccidano soldati controllati dalla IA (Spectre o “carne da cannone” dotata di cervello), giocatori umani o Titani; in Cacciatore di Piloti, invece, a contare è il solo frag nei confronti degli altri avversari in carne e ossa. In Sopravvivenza Titan il pilota parte a bordo di un titano, senza possibilità di respawn, secondo la tipica formula del Last Man Standing; una volta che il nostro robot sarà distrutto, avremo la possibilità di aiutare i nostri compagni anche a piedi, almeno fino a quando un avversario non ci avrà definitivamente ucciso. Cattura Bandiera non ha certo bisogno di spiegazioni, così come la modalità Punti di Controllo, che abbiamo già avuto modo di provare nella beta di qualche settimana fa e che fa suoi i canoni del celebre Capture the Point.

Se si esclude la modalità Sopravvivenza Titan, tutti i match di Titanfall sono divisi in due fasi. Nella prima sono i soldati a darsi battaglia, in sedici mappe finemente concepite e che rappresentano un ottimo esempio di buon level design, capace, da solo, di valere quasi tutto il prezzo del biglietto (eccezion fatta per una mappa, che proprio non ci è piaciuta). Dopo un tot di tempo, ogni giocatore può evocare un titano, ovvero un robottone che può essere usato come “pet”, oppure pilotato direttamente, dopo essergli letteralmente entrati in pancia. Una volta che veniamo uccisi, deve passare qualche tempo prima di poter richiamare un nuovo titano; attesa che possiamo abbassare eliminando nemici vari e assortiti. Nonostante questo limite temporale, da un certo punto in avanti le mappe sono comunque popolate da un numero variabile di robot, che in linea puramente teorica può arrivare a dodici in contemporanea, anche se mediamente sono cinque o sei a darsi battaglia simultaneamente.

L'arma anti-titan fa sempre il suo sporco lavoro.
L’arma anti-titan fa sempre il suo sporco lavoro.

SULLE SPALLE DEI TITANI
È quindi nei primi minuti di ogni match che è possibile ammirare l’ottimo lavoro fatto in sede di design, visto che i soldati possono correre sui muri e sfruttare il doppio salto per raggiungere i punti più elevati. La verticalità delle mappe funziona bene e regala ai videogiocatori un sacco di opportunità, spesso diverse dal semplice accalcarsi nelle vicinanze delle zone di respawn. Nel momento in cui i titani cominciano a prendere il sopravvento, però, lo scontro si sposta per lo più al livello della strada, a meno di non avere la fortuna di partecipare a una partita in cui i giocatori non si fanno prendere dalla voglia di usare un robottone a tutti i costi. Già con tre titani a darsi battaglia l’azione si fa confusionaria e talvolta si fatica davvero a capire quello che sta succedendo a schermo, circondati come siamo da esplosioni ed effetti di ogni tipo.

La presenza dei bot può essere considerata un po’ croce e un po’ delizia. O, forse, semplicemente una cosa che i pro apprezzeranno poco e i noob ameranno alla follia, visto che gli unici frag che porteranno a casa saranno quelli ottenuti eliminando i soldati controllati dall’intelligenza artificiale. Ai bot è dato il compito di riempire le mappe, in sostituzione di avversari umani. Giocando a Titanfall, infatti, si ha sulla pelle la sensazione che il titolo di Respawn sia stato concepito con in mente un numero ben più alto di videogiocatori, rispetto ai dodici previsti nella versione finale. La carne da macello era quindi una scelta obbligata, ma funziona bene sono nella modalità Logoramento, benché l’IA non riesca mai nell’intento di creare problemi a chi è abituato agli shooter online, né di fornire il giusto supporto.

Nonostante i difetti, tuttavia, Titanfall ha al suo arco alcune frecce che riescono a compensare, spesso riuscendoci, altre volte fallendo, i problemi finora esposti. Ad esempio, i sistemi di crescita del nostro soldato e del nostro titano sono ben pensati e permettono di sperimentare con svariate combinazioni di armi e perk, mano a mano che cresce il livello di esperienza. Inoltre, è apprezzabile la trovata delle Burn Card, ovvero delle carte consumabili che possono essere pescate da un mazzo prima della partita e che forniscono buff e perk aggiuntivi, a volte davvero efficaci in battaglia. Salire in groppa a un titano, poi, ha un duplice scopo: nel caso di uno nemico serve per frantumargli la testa a colpi di arma da fuoco, mentre se il robot fa parte della nostra squadra possiamo farci accompagnare in giro per lo scenario e fornire supporto, oltre a usarlo per raggiungere zone altrimenti inaccessibili. Infine, le numerosissime sfide forniscono un buon quantitativo di XP extra e invogliano a non fossilizzarsi su un loadout, ma a provare combinazioni differenti e nuovi atteggiamenti in battaglia.

L'IA fa di tutto per mettersi allo scoperto e in pericolo.
L’IA fa di tutto per mettersi allo scoperto e in pericolo.

UN TITANO COLTO IN FALLO
Tecnicamente, Titanfall, almeno nella sua versione Xbox One, non fa slogare la mascella. Se il colpo d’occhio è di sicuro effetto, analizzando gli scenari ci si accorge di come il livello di dettaglio sia al di sotto delle aspettative. Peraltro, Titanfall gira a 792p, anche se lo sviluppatore ha fatto sapere di essere al lavoro per alzare questo limite, magari rinunciando all’antialiasing.

Per ciò che concerne fluidità dell’azione e bontà del net code, due aspetti importanti in uno shooter online, Titanfall vive di molti alti e qualche “basso”. A tratti, il titolo di Respawn gira alla grande, senza perdere colpo e consentendo una fruizione senza pecche. In altri momenti, invece, il frame rate cala vistosamente, un po’ per colpa dell’engine e un po’ perché i server di gioco – almeno per ora – faticano a stare dietro a quello che succede a schermo, soprattutto in presenza di diversi titani. Si tratta di fenomeni sporadici e che potranno essere risolti col tempo per mezzo di future patch, ma che al momento possono fare la differenza tra una kill da “pro” e la più amara delle morti.

Come vi ho scritto all’inizio, Titanfall non è certo il titolo che mi sarei aspettato di giocare, vista la quantità di lavoro alle spalle da parte di Respawn e gli ingenti investimenti del publisher. Tuttavia, non è nemmeno uno sparatutto da ignorare, soprattutto se amate cimentarvi in frenetiche sfide online. Nonostante alcuni difetti non proprio secondari, quella donata da Titanfall è un’esperienza divertente, roboante e a tratti anche entusiasmante. Sono certo, però, che si sarebbe potuto osare di più. E ci saremmo trovati tra le mani un gioco davvero titanico.

IL PARERE DEL ToSo
Il voto che vedete in questa pagina e sulla videorecensione è una media ponderata di quello che pensiamo Ivan e io, di Titanfall. Il povero milanista, stroncato negli affetti da Diego Costa, è più critico di me che, invece, sui server di Respawn mi sono divertito parecchio. Molto dipende anche dai differenti approcci che scegliamo per vivere il gioco. Ivan, sicuramente più “pro”, odia i bot, mentre io rappresento il classico giocatore medio che ama farli secchi, magari sfruttando il perk che li mostra sempre chiaramente sulla mappa. A ogni modo, entrambi siamo concordi nel definire questo Titanfall un titolo davvero valido, pur se piagato da qualche difetto. Per esempio, non ho apprezzato per niente la campagna, che ho trovato insipida, inutile e quasi dannosa, visto che “blocca” due titani su tre. Mi sono invece esaltato in buona parte delle mappe, che rappresentano una vera e propria ode al grande level design dei bei tempi andati. Tutto è lì, nel posto giusto, e funziona. I ragazzi di Respawn avrebbero potuto fare di più. Ma quello che c’è nello scatolONE, per me, vale davvero il prezzo del biglietto.