The Lost and The Damned e The Ballad of Gay Tony riaccendono i motori di R* su PlayStation 3 e PC.
Finalmente è il turno della PlayStation 3. E pure del PC. Ci è voluto un bel po’ di tempo, ma ora l’accordo di esclusiva di Microsoft per i contenuti aggiuntivi di GTA IV è scaduto, e Episodes From Liberty City si apre a tutte le piattaforme. Per circa 40 euro, potete acquistare entrambe le espansioni (The Lost and The Damned e The Ballad of Gay Tony): praticamente, a un prezzo inferiore a un singolo gioco vi portate a casa due DLC. E che DLC! Non parliamo di una manciata di livelli, qualche vestitino nuove e un paio di vetture inedite, messe lì tanto per compiacere gli appassionati: parliamo di decine di ore di gioco totali, nuove missioni e nuovi personaggi. Dell’originale rimane il motore grafico e, naturalmente, la città, ma tutto il resto è inedito, pur ammiccando costantemente all’originale GTA IV. Non solo i due episodi sono ambientati nella medesima metropoli: anche la trama di sottofondo è quella.

Le vicende dei protagonisti di TLATD e TBOGT (perdonate gli strani acronimi) sono infatti legate a filo doppio a quanto visto nel quarto capitolo della serie, e di conseguenza vi capiterà di incontrare gli stessi personaggi, godervi in prima persona situazioni che in GTA IV erano solo accennate e addirittura rigiocherete alcune missioni, anche se dall’altra parte della barricata. Per fare un esempio, possiamo dirvi che il motociclista Johnny Klebitz che controllerete in TLATD lo conoscete sicuramente già se avete completato il gioco originale, dato che è stato un vostro alleato durante una delle missioni. Louis Lopez, protagonista della seconda espansione, è invece inedito e lo avete incrociato solamente come comparsa, tanto che probabilmente non vi ricorderete di lui. Possiamo solo dire che l’incipit della Ballata di Gay Tony vi farà vivere dai suoi occhi la scena della rapina alla banca, quella organizzata insieme ai simpaticissimi irlandesi.
Questi episodi possono superficialmente apparire come una serie di missioni aggiuntive, ma questo è vero sino a un certo punto, perché pur essendo la struttura di gioco identica (ma questo ormai accade da GTA III), sono state aggiunti e ritoccati tantissimi aspetti. In particolare, è stato stravolto il sistema di controllo delle moto, che finalmente si controllano a dovere e non risultano ingestibili. Una modifica che si rivela fondamentale, fosse solo per il fatto che TLATD vi obbligherà ad affrontare buona parte delle missioni su due ruote.
Ma ciò che abbiamo apprezzato maggiormente è il sistema di checkpoint, ora all’altezza. Se in precedenza un errore verso la fine della missione vi obbligava a ricominciarla da capo (e nel caso di quelle lunghe tale errore veniva di conseguenza accompagnato da una gran sequela di moccoli), negli “episodi” i programmatori hanno saggiamente deciso di suddividere le missioni in più parti, facendovi ricominciare dall’ultima in caso di decesso. Questa intuizione ha permesso di raggiungere due obiettivi: eliminare la frustrazione dei giocatori e consentire la realizzazione di missioni più lunghe e articolate.
Per il resto, valgono le solite considerazioni: se avete apprezzato la serie di GTA, rimarrete sempre più stupidi dalle tante trovate esilaranti, dal modo incredibilmente di affrontare qualsiasi tematica, sesso e droga compresi, e dalla solita ferocissima critica della società americana, stemperata però dal sarcasmo tipico di ogni singola frase detta dai personaggi, senza naturalmente escludere le tante deliranti trasmissioni alle quali potrete assistere quando farete visita ai vostri appartamenti. Ovviamente, se non avete mai potuto sopportare lo stile di GTA, questi capitoli non sposteranno di un millimetro la vostra opinione, perché pur con tanti ritocchi, la struttura rimane la solita.

Rockstar ha insomma fatto centro ancora una volta, dimostrando la sua maestria nel raccontare storie, nel trattare tematiche “mature” in maniera anche volgare, ma senza mai scadere nel becero. E soprattutto ha saputo effettuare quei piccoli ritocchi alla giocabilità necessari per stemperare le piccole asperità di GTA IV. Tutto ottimo, insomma, ma i possessori di PC non devono cantare vittoria: al di là dell’eccellente contenuto ludico, la conversione per PC soffre dei medesimi problemi che affiggevano l’originale. Il gioco, per intenderci, è maledettamente pesante, decisamente troppo, considerato che impensierisce anche configurazioni decisamente spinte. Non esiste neppure una demo per poter capire se il gioco potrà funzionare degnamente, e di conseguenza, chi non ha un computer all’ultimo grido dovrebbe pensarci un paio di volte prima di comprarlo a occhi chiusi. Un vero peccato, perché la versione per PlayStation 3, pur con qualche consueta esitazione nel frame rate, è sicuramente meglio riuscita dal punto di vista tecnico.