Blair Witch PC Recensione

Blair Witch

Blair Witch Recensione | Se siete estimatori del cinema horror, difficilmente non avrete mai sentito parlare prima d’ora della Strega di Blair. Blair Witch, negli anni ’90, segnava un punto fondamentale nella storia del falso documentario: un gruppo di ragazzi si avventurava in un bosco del Maryland, dove cominciavano ad accadere cose strane ed inquietanti; il tutto veniva registrato con una videocamera, come se fosse davvero un filmato in presa diretta. Nonostante il primo sequel disastroso e un nuovo capitolo canonico solo parzialmente riuscito, se oggi potete mettere in download Blair Witch di Bloober Team su PC e Xbox One è anche e soprattutto grazie alla notorietà del prodotto di partenza (cinematografico). In questa recensione di Blair Witch ci occuperemo del nuovo videogioco, un’avventura horror con parecchie idee degne di nota e interessanti, e tuttavia non per questo di certo esente da difetti.

Blair Witch su PC: la trama, si torna nella foresta

Il videogioco Blair Witch di Bloober Team punta a ricreare fedelmente l’atmosfera del primo film, con numerosissime citazioni che superano la mera ambientazione dell’avventura. Siamo ancora una volta nei boschi di Black Hills, in Maryland, a due passi dalla cittadina di Burkittsville (dove realmente avvennero le sparizioni di bambini e le apparizioni della presunta strega, negli ultimi due secoli). Siamo però nel 1996 e il protagonista è Ellis, un poliziotto dal passato oscuro e che (il giocatore lo comprende subito) appare mentalmente e psicologicamente instabile. Il suo rapporto travagliato con la fidanzata e i superiori emergono a più riprese e contribuiscono a creare una trama originale, benché a tratti stereotipata e priva di vere e proprie sorprese degne di nota.

Blair Witch

Ellis finisce nel bosco di Black Hills per aiutare nella ricerca di un ragazzino scomparso; ben presto gli indizi raccolti lungo il percorso lasciano emergere una realtà ben più oscura. Il ragazzino è stato rapito da qualcuno, e dietro la faccenda aleggia la minaccia della Strega di Blair. Più ci si avventura nella foresta più gli eventi si fanno drammatici, fino a dei finali alternativi che dipenderanno anche sulle scelte compiute dal giocatore lungo il percorso. Benché manchino veri e propri spunti originali, il videogioco di Blair Witch si mostra comunque perfettamente godibile per i fan del genere, a patto di prediligere esplorazione e indagini in terza persona sull’azione vera e propria. Non è tra l’altro indispensabile aver visto i film per godere delle avventure di Ellis, anche se determinati riferimenti (come le foto delle “vittime al muro”, i ramoscelli appesi, e altro) potranno essere apprezzati solo dagli attenti spettatori del primo film. Bisogna spendere anche due parole circa una certa monotonia di fondo che gli sviluppatori (gli abili ragazzi di Bloober Team) hanno cercato di smorzare a più riprese. L’atmosfera della Strega di Blair è estremamente monotematica e poco variegata: foresta, foresta e ancora foresta. Nel videogioco sono stati introdotti anche nuovi ambienti assenti nei film, alcuni dei quali forse leggermente forzati, perché cozzano con la sensazione di completo isolamento che trasmetteva la pellicola. Non per questo l’indagine di Ellis si rivelerà meno claustrofobica e al cardiopalma, comunque.

Il gameplay: indagini, e un amico a quattro zampe

Blair Witch è un horror psicologico in terza persona, con un investigatore-poliziotto che decide di entrare in una foresta dove accadono fatti inspiegabili. L’uomo non è solo, perché può contare sul suo fidato cane da pastore tedesco: è questa una novità assoluta nella serie dedicata alla Strega di Blair, dove solitamente piccoli gruppi di persone (solitamente pochi amici) restavano isolati, a volte anche per giorni, ma con animali sempre completamente assenti. L’introduzione del miglior amico dell’uomo è giustificata da precise meccaniche di gameplay: mentre Ellis è in grado di gestire gli oggetti dell’inventario, avanzare, contattare con il walkie-tolkie i presenti o la fidanzata con il cellulare (quando il segnale prende, e non prende quasi mai), il cane è in grado di guidarlo, indagare l’area, seguire delle piste dopo aver annusato oggetti chiave, e molto altro ancora. In particolare Ellis può richiamare a sé il cane, chiedergli di cercare oggetti in giro, coccolarlo, dargli da mangiare delle barrette di cioccolato trovate lungo la strada e lasciate indietro probabilmente da impavidi turisti; a seconda di come tratterete l’animale, modificherete anche lo stato mentale di quest’ultimo. Anche queste azioni influenzeranno l’avanzare dell’avventura e l’esito finale della stessa. Alcuni glitch e bug, più che il protagonista, riguardano proprio il cane e le sue compenetrazioni con il mondo circostante: pochi errori facilmente risolvibili con una patch correttiva.

Blair Witch

Attenzione anche a considerare Blair Witch un walking simulator, perché non ve la caverete camminando a caso ovunque e aprendo porte. Per proseguire dovrete (con molta ansia) studiare accuratamente gli oggetti nell’ambiente, interagire con loro, e soprattutto sfruttare i nastri delle videocassette presenti, per superare rapidi puzzle ambientali che in qualche caso rischiano di tenervi inchiodati per più tempo rispetto al dovuto. In ogni caso cinque o sei ore al massimo basteranno per arrivare ai titoli di coda. Nel complesso potremmo considerare il titolo, sul fronte grafico e tecnico, una delle migliori produzioni di Bloober Team, ma non la più ispirata narrativamente parlando: Layers of Fear, da questo punto di vista, era molto più valido. Naturalmente bisogna anche considerare che Blair Witch non può prescindere dalle produzioni cinematografiche di partenza, il cui contesto non può più sembrare originale oggi, eppure nonostante tutto il team di sviluppo non ha avuto paura di dare la propria impronta all’opera, modificandone determinati aspetti. Viene da chiedersi, però, la necessità di inserire un inventario e una ruota degli oggetti principali selezionabili entrambi estremamente scomodi: molto spesso non è facile rispondere in tempo al walkie-tolkie, ma perché selezionarlo è proprio materialmente fastidioso, tastiera e mouse alla mano. E poi, dato che fondamentalmente si utilizzano quasi sempre o la torcia o la videocamera… a che serve portarsi dietro tutta l’altra roba?

Blair Witch è un ottimo horror psicologico in terza persona, che ripercorre i luoghi, le atmosfere e gli ambienti resi famosi dalla serie di film dedicata alla Strega di Blair. L’avventura principale, piacevole e a tratti originale, ma mai davvero brillante, vi accompagnerà per circa 6 ore di gioco. La tensione sarà palpabile, la progressione rischia di rivelarsi leggermente frustrante per qualche puzzle ambientale meno ispirato o poco chiaro. Ma ci sono mai davvero scivoloni eclatanti: Bloober Team è un team di sviluppo che sa come fare il proprio lavoro e come lasciare la propria impronta anche su realtà già note al grande pubblico. Se amate il genere horror e avete già apprezzato Layers of Fear, non potrete lasciare indietro Blair Witch. Oltre che su PC lo trovate anche su Xbox One, ma non su PlayStation 4. Per ora.

La formazione del buon Simone, classe '93, avviene pad della prima PlayStation alla mano, a base di draghi viola, gemme e pecorelle fumanti (del resto è un vero abruzzese). Cresce a pane e Dylan Dog, mostrando fin da subito gravi problemi psicologici e mentali. Tra le altre cose ha ancora paura del buio, e probabilmente Stephen King lo approverebbe. Un paio di lauree in letteratura non gli hanno impedito di diventare uno dei massimi esperti del mondo Nintendo; compensa non riuscendo neppure ad accendere una Xbox. È attualmente ai domiciliari per abbandono dei cagnolini di Nintendogs e omocidio degli abitanti di AnimalCrossing.