Stray Anteprima: la dura vita di un gatto

Stray

Sony ha rivolto maggiore attenzione agli sviluppatori indipendenti già a metà del ciclo vitale di PlayStation 4. Era naturale dunque che anche su PlayStation 5 si continuasse a seguire questo trend e il reveal event dell’11 giugno dei giochi in arrivo sulla prossima console del colosso giapponese ha ribadito la volontà di continuare a battere il percorso intrapreso con l’oramai morente generazione. Ad appartenere al filone dei titoli indipendenti c’è anche Stray, che ha sicuramente catturato l’attenzione del pubblico per via del suo protagonista, un simpatico micio randagio e la sua ambientazione cyberpunk. Il nuovo gioco, pubblicato da Annapurna Interactive e sviluppato dai francesi di BlueTwelve Studios si è mostrato con un breve teaser trailer sicuramente di alto impatto ma che allo stesso tempo ha aperto nuove domande e fornisce poche risposte sul tipo di prodotto che sarà disponibile su PC e PlayStation 5 nel corso del 2021, dopo ben cinque anni di sviluppo. Il titolo era infatti conosciuto come HK Project e le prime immagini, insieme ai primi prototipi di gameplay, risalgono addirittura al 2016. Ora però sembra davvero tutto pronto per il debutto.

Stray: esplorazione felina

C’è tanto da osservare nel primo teaser trailer di Stray. L’elemento che salta immediatamente all’occhio è sicuramente il nostro protagonista, appunto un micio. E’ nei suoi panni che il giocatore deve esplorare quella che sembra una delle migliori città cyberpunk mai realizzate dal punto di vista artistico. L’obiettivo? Ritrovare la strada casa e non sarà ovviamente un’impresa semplice. Le luci al neon, la diffidenza degli abitanti, i mille percorsi diversi da imboccare e i tanti pericolo che può nascondere un groviglio urbano di quel genere. Ed è proprio qui che si aprono le prime domande: ci sarà un combat-system? Oppure sarà necessario giocare esclusivamente in maniera stealth, basando il tutto semplicemente sulla ricerca del percorso più corretto e la possibilità di schivare i nemici e i pericoli? Difficile immaginarsi a questo punto un sistema di combattimento à la Ghost of a Tale (che ne era comunque privo nel più classico del termine), considerando che il felino non camminerà su due zampe ma resterà appunto un gatto randagio vero e proprio. Fortunatamente il nostro protagonista non sarà da solo. Nel corso dell’esplorazione e della ricerca per tornare a casa ci sarà anche B12. Si tratta di un piccolo drone volante: il modo in cui i due si incontreranno non ci è ancora dato saperlo ma è probabile che sarà un momento molto toccante considerando il mood generale del titolo.

Tra salti e piccoli aiuti

Il gameplay di Stray è difficile da immaginare nella sua interezza. Sappiamo però per certo che l’esplorazione riguarderà buona parte del gioco. Il felino è un animale agile, in grado di muoversi molto facilmente anche in spazi piuttosto piccoli. Sicuramente grande parte del sistema di gioco sarà basato sul muoversi, saltare da uno spazio all’altro e trovare una via di fuga. La presenza di B12 però può aiutare davvero tanto. Il piccolo drone potrebbe infatti essere controllabile dal giocatore per aprire vie di accesso e fuga oppure distrarre i nemici. E’ davvero semplice pensarci: grata chiusa, il controllo passa a B12 che riesce ad eliminare l’ostacolo. Un’ipotesi sicuramente non affascinante e scontata, ma che potrebbe riuscire a dare un pizzico in più di profondità in un gioco in cui l’obiettivo principale sarà appunto districarsi in una giungla di neon.

Stray

Altre possibilità di gameplay riguardando sicuramente lo stealth. Considerando l’assenza di un vero e proprio sistema di combattimento (salvo ulteriori aggiornamenti in merito), al momento le uniche armi di cui disponiamo per evitare incontri indesiderati è aggirarli. Certo, per un gatto dovrebbe essere di base abbastanza semplice ma non è detto che gli sviluppatori non abbiano già pensato a qualcosa di più profondo del semplice percorso alternativo. Anche in questo caso ovviamente è necessario prendere il tutto con le pinze: non è detto che ci saranno dei veri e propri pericoli rappresentati dai robot che popolano la città distopica. L’unico pericolo presente potrebbe infatti essere solamente l’ambiente di gioco: cavi dell’alta tensione, acqua, buche e macchine, tutti pericoli a cui i felini “reali” sono quotidianamente esposti nel momento in cui vagano per qualsiasi metropoli o piccola città. E sono già sufficienti a farci tenere la soglia dell’attenzione e del pericolo piuttosto alta: sarebbe davvero brutto rovinare un fantastico percorso per non aver prestato attenzione alla strada e non esserci accorti di quella macchina che ci condurrà alla schermata di Game Over senza nessun tipo appello.

La città vive

Pur essendosi guadagnato (giustamente) l’attenzione di tutti, il felino non è l’unico protagonista di Stray. Sicuramente ad una prima visione del teaser trailer può sfuggire, ma la città è davvero viva pur essendo virtuale. BlueTwelve Studios ha lavorato duramente per poter consegnare un ambiente di gioco reale, con un suo ecosistema. Certo, non è possibile aspettarci la complessità di Night City o Los Santos però ponendo attenzione ci si accorge di tante, piccole cose che sono presenti e che restituiscono un’aria di credibilità al mondo di gioco. C’è tanto da scoprire ed è proprio il trailer a fornire domande e contestualizzare il tutto. Il filmato si apre infatti con una scritta su un muro, una sorta di graffito che recita “RIP HUMANS”. L’umanità si è estinta, in favore degli automi, ovvero dei robot, che hanno ricostruito da zero una società con una loro lingua. Al di là infatti dei graffiti le insegne luminose, i cartelloni e i poster sono scritti in una lingua presumibilmente sviluppata da zero dal team di sviluppo, che appartiene ai nuovi abitanti del pianeta. I robot però hanno ereditato il nostro stesso, identico mondo, divisioni sociali incluse. La povertà è presente in Stray, come è possibile vedere da tanti piccoli ma essenziali dettagli: abitanti che rovistano nei cassonetti della spazzatura, clochard abbandonati a se stessi sul marciapiede sono scene che siamo abituati noi stessi a vivere in prima persona nelle nostre città.

All’interno del mondo di gioco sono presenti attività commerciali, come un barbiere che in realtà diventa una sorta di “meccanico” per le teste degli automi. L’occhio cade anche sui negozi che dovrebbero vendere generi alimentari, ristoranti, bar (o cafè nella declinazione anglosassone utilizzata) e ambulanti. Il tutto in un’atmosfera che ricorda Hong Kong o una qualsiasi grande città asiatica, diventate comunque modello standard quando si parla di cyberpunk e di futuro distopico. Il tutto è confezionato poi tramite l’Unreal Engine 4, che restituisce sicuramente una resa grafica molto soddisfacente e permette agli artisti di poter liberamente in totale libertà, riuscendo così a realizzare un ambiente decisamente accattivante. Perché al di là della bellezza del gatto, Stray ha una resa artistica davvero di prim’ordine, in grado di richiamare alla memoria titoli che hanno fatto del comparto di design il loro punto forte.

Stray è sicuramente un titolo in grado di polarizzare l’attenzione. Ci troviamo davanti un’idea romantica, che se ben realizzata potrebbe conquistare tantissimi giocatori e non solo i più affezionati del mercato indipendente. Con un’ambientazione forte, un protagonista decisamente atipico e una colonna sonora che sembra essere ben costruita ci sono tutte le carte in regola perché diventi uno dei giochi più importanti del primo periodo della prossima generazione di console. L’uscita è fissata per il prossimo anno e non vediamo sicuramente l’ora di riparlarne su queste pagine non appena ci sarà possibile.

Alessandro muove i primi passi nei videogiochi grazie a Crash Bandicoot 2 e The Curse of Monkey Island. Il suo genere preferito restano le avventure grafiche e narrative ma ama anche gli sportivi come ad esempio FIFA (dove comunque non sarà mai bravo quanto vorrebbe). Nel tempo libero impreca per i risultati dell'Inter, legge e suona la chitarra