Dopo aver ricevuto la non certo esaltante notizia dell’ennesimo rinvio, Cyberpunk 2077 acquisisce più forma grazie all’evento streaming City Night Wire andando in onda il 25 giugno. il quale dovrebbe essere solo il primo di una serie di appuntamenti dedicati alla presentazione dei vari aspetti del titolo di CD Projekt Red. L’attesa sarà estenuante per uno dei progetti di maggiore interesse di questa seconda metà di 2020. Ci sono molti punti dai quali attendersi ottime cose, ma anche altri che aprono a più di un dubbio. Cosa aspettarsi da qui all’19 novembre 2020?
Cyberpunk 2077: Le influenze non si possono nascondere
Non si può non restare ancora piacevolmente stupiti da come una compagnia che ha fatto delle ambientazioni fantasy il suo marchio di fabbrica sia riuscita a mettere da parte il marchio The Witcher, per ora, e cimentarsi in qualcosa di molto diverso. Diverso nelle meccaniche, diverso nell’ambientazione, diverso nella visuale. Cyberpunk 2077 si è presentato da tempo come un prodotto che rompe con il passato della software house anche se dalle prime immagini non appare del tutto originale. Le citazioni e i rimandi ad altri prodotti si possono scorgere in molti frangenti del video City Night Wire.
L’ambientazione cyberpunk (con la lettera minuscola in questo caso) è un setting che ha alcuni capisaldi di genere dalla cui esperienza è difficile scostarsi. E in effetti la percezione è che ci siano molte influenze di produzioni passate. La più evidente sembra essere quella alla serie Deus Ex da cui sembra abbia aver preso spunto per alcune meccaniche, oltre alla visuale in prima persona. Gli upgrade cibernetici, la società decadente, il potenziale grande intrigo politico in cui dovrebbe essere coinvolto il protagonista V e la percezione di un mondo aperto a più opportunità e stili di condotto riportano alla mente il citato titolo di Eidos. Le pochissime informazioni pervenute sulla trama introducono un chip che concede l’immortalità e che dovrebbe essere al centro di una società organizzata in diverse gang e distretti nei quali muoversi. Un articolato e complesso open world che resta da capire quanto sarà stata brava CD Projekt Red a gestire senza incappare in fastidiosi bug, da sempre croce di titoli dagli spazi così ampi.
Di certo gli aspetti sui quale sembra essersi soffermato maggiormente lo sviluppo sono il background di ogni personaggio e il setting narrativo. Con The Witcher III il team ha dimostrato che sa operare bene per quel che riguarda le scelte nei dialoghi e il loro impatto sulla prosecuzione degli eventi. Sarà da valutare se avranno migliorato ancora questa loro peculiare caratteristica fino a dare ancora più profondità non solo alla trama principale ma a tutto il contorno di popolazione che vive nella città e nella zona desertica che la circonda, due scenari così diverse tra di loro da sembrare due mondi a parte.
Il razionalismo senza il logorio del vissuto
Va evidenziato come l’ambientazione e gli scenari disegnati dal team di sviluppo siano dalle tonalità cupe, ingrigiti da un manto di tecnologia che ha il colore del metallo puro e senza cromature e con luci dai colori purpurei e dai forti contrasti cromatici. Nonostante questi cliché classici del genere cyberpunk, molti scenari paiono organizzati con troppo “ordine” e una sostanziale razionalità che dà come l’impressione che essi siano poco vissuti o poco ricchi di particolari. La mancanza apparente di imperfezioni da logorio sembrano dare un senso di piattezza ad alcuni ambienti rendendoli fin troppo artificiali e poco realistici.
Il dinamismo dell’azione in fase di shooting invece pare essere di buon livello con il rinculo delle armi e i movimenti abbinati all’uso delle bocche di fuoco che si sono dimostrati, per ora, immersivi e per nulla rigidi. Quanto sarà differenziato il ventaglio di armi a disposizione non è ancora dato sapere. Il combattimento corpo a corpo, per quel poco che si è visto, sembra essere forse troppo artificioso. La matrice da action-RPG e il richiamo diretto a Deus Ex fanno pensare ad un mondo di gioco molto aperto nel quale ci sia una discreta libertà d’azione sul come affrontare ogni situazione. Il rischio è che più scelte si potranno avere, tra stealth e azioni basate sugli upgrade tecnologici o semplici incursioni ad armi spianate, più il rischio di andare in contro al bug può diventare alto.
Le sezioni di guida e i veicoli mostrano un feedback al volante molto rigido ma allo stesso tempo molto arcade. La sensazione pare quella di avere a disposizione delle auto sfreccianti, ma anche forse un po’ troppo statiche. Si sono visto pochi sobbalzi delle vetture quasi come se fossero ancorate al suolo. Vedremo se questa è solo un’impressione iniziale o una costante nel gioco.
Cyberpunk 2077: le indagini virtuali
L’aspetto che pare sarà nevralgico Cyberpunk 2077 è il braindance, una complessa tecnologia che permette di vivere alcuni momenti della vita di un altro essere non solo in prima persona ma anche da spettatore, tramite una visuale da Grande Fratello che permette di riavvolgere l’accadimento preso in esame e analizzare tutto l’ambiente circostante da angolazioni diverse. Questa meccanica dovrebbe integrarsi in missioni di indagine che ricordano molto quelle viste nella serie Batman Arkham, seppur apparentemente più profonde e complesse, con comandi più specifici e tanta interazione con lo scenario. Questa meccanica pare essere tuttavia molto lenta andando a scontrarsi con il dinamismo dell’azione del resto del gioco. Per di più risulta ancora troppo fumoso il modo in cui questa meccanica verrà integrata nel flusso di gioco. Vedremo quanto spesso e come verrà usata.
Queste sezioni di indagine sembrano dare l’occasione tuttavia per apprezzare maggiormente il lavoro di caratterizzazione dei personaggi anche secondari fortemente identificati dalla loro fisionomia e il loro abbigliamento. Il motion-capture ha fatto sicuramente un lavoro egregio con gli NPC principali offrendo un’espressività e un carisma davvero notevoli. Di certo questo aspetto sembra uno dei più riusciti e pesanti sulla bilancia dei pro e contro del gioco.
Per ora Cyberpunk 2077 si è presentato pieno di muscoli, di tecnologia e con tante promesse riguardanti la stratificazione della lore. La caratterizzazione dei personaggi è davvero incredibile e tutto quello che si è visto finora esprime energia e forza. Il genere action-RPG abbinato all’ambientazione mette in mostra non pochi punti di contatto e fonti d’ispirazione di altre produzioni passate che fanno ben sperare. Purtroppo i muscoli evidenziano anche qualche dubbio per quel che riguarda alcune meccaniche che sembrano avere bisogno di uno o due aggiusti in vista della pubblicazione finale. A livello estetico il titolo di CD Projekt Red ha dimostrato il suo fascino e la sua verve, ma ha una serie di piccoli dettagli vanno a comporre un quadro che pare avere ancora qualche crepa che si spera venga sistemata. Attendersi i fuochi d’artificio da Cyberpunk 2077 è lecito, sia per il retaggio degli sviluppatori, sia per il tasso di hype che ha generato in questo periodo. Speriamo che le polveri non siano bagnate.