Blood of Zeus: la parola ai creatori dell’anime Netflix

Blood of Zeus

Una delle sfide più ardue quando si inizia a realizzare un nuovo anime, è certamente quella di trovare una materia originale da narrare. Di certo però Charley e Vlas Parlapanides, così come il regista Shaunt Nigoghossian non hanno avuto di questi problemi. Il loro Blood of Zeus, anime che ha recentemente fatto il suo debutto su Netflix, prodotto da Powerhouse Animation (lo stesso studio d’animazione che sta dietro proprio a un altro celebrato titolo anime del colosso dello streaming, come Castelvania), attinge a piene mani alla tradizione della mitologia greca, che, come si sa, è piena all’inverosimile di storie che rivaleggiano tranquillamente con quelle di qualsiasi anime in circolazione.

In una recente intervista i tre creatori dell’anime si sono aperti circa le difficoltà e le sfide di adattare una materia tanto complessa a un medium come quello del cartone animato giapponese, parlando anche di molti altri aspetti del loro lavoro e delle loro speranze per la seconda stagione dell’anime.

Blood of Zeus è un anime con tanta mitologia greca, qualcosa che in genere non si trova spesso. Quindi voglio chiedervi, cosa volevate portare per questo nuovo pubblico, che non era mai stato rappresentato prima?

Charley: Non saprei esattamente cosa… Ascolta, per noi questo è un sogno che si avvera. Abbiamo sempre amato il genere, e gli anime. So che c’è un po’ di dibattito sul fatto che questo si possa chiamare anime. Noi abbiamo sempre amato i disegni in 2D fatti a mano, sia che fossero giapponesi sia che fossero fatti qui. Per me la bellezza dell’animazione in 2D rispetto al 3D CGI è come il giorno rispetto alla notte. Per questo abbiamo sempre amato queste storie. E crediamo di vivere in un periodo in cui i supereroi dei fumetti dominano il panorama creativo. E per noi la mitologia greca è il linguaggio dei supereroi, perché è da qui che provengono tutti.

Fondamentalmente la Marvel e la DC gli hanno solo messo dei mantelli, ma se guardi agli dèi olimpici, sono loro i supereroi originali, per cui la possibilità di unire le cose che abbiamo sempre amato, gli anime e la mitologia greca, è stata un sogno divenuto realtà. E ci siamo sentiti come benedetti. Ringraziamo Dio che Netflix stia producendo questo tipo di show, perché pensiamo che questa sia un’audience poco seguita. Crediamo che il fandom sia più grande di quanto pensino a Hollywood.

Vald: E vorrei aggiungere, ci ricordiamo i nostri primi fumetti. Quando li abbiamo aperti, e come ci hanno fatto sentire, e come ti stupiscano, e quanto ti emozionino, tanto da non farti vedere l’ora di finirli. Volevamo inserire questo, quest’idea di portare vermanete le persone all’interno di un mondo, emozionandole e, spero, intrattenendole, e portandogli un po’ di quello stupore infantile.

[…]

Parlando d’azione, Powerhouse è nota per le sue scene di violenza e spargimento di sangue, oltre che per i suoi standard nelle scene d’azione, ma questo ha delle conseguenze. Per cui, quando stavate creando tutto da zero, dallo script al prodotto finale, di cosa c’era bisogno per essere sicuri che tutte queste cose arrivassero?

Charley: Shaunt, che è anche lui un creatore dello show, ci ha messo tanto del suo. Lo show non sarebbe lo stesso senza di lui. E adoro tutta quella violenza sanguinaria. Penso che sia uno degli aspetti migliori di Powerhouse. Potrebbe persino diventare il loro motto. […] Dirò una cosa: Shaunt ci ha messo tutta la cura possibile per far capire ogni momento e ogni uccisione. […] Penso che abbia fatto un lavoro magnifico.

Vlas:  Sono d’accordo con tutto quello che ha detto Charley, senza dubbio. Shaunt, per quello che ci riguarda, è un creaore dello show tanto quanto noi. E parlando specificamente della violenza, direi che non è mai gratuita. Si tratta di un mondo violento, ed è rappresentato in quel modo, e questo è “grafico” e anche la natura della violenza lo è, è parte dell’anime. […] Penso fosse importante per noi averlo, ma abbiamo anche cose che sono d’ispirazione. Abbiamo anche cose positive. Abbiamo anche cose edificanti.

Quindi, è una combinazione delle due. E penso che sia ciò che lo fa funzionare. […]

Shaunt: Sì. E sul macro livello, se vogliamo, ho lavorato in un po’ di show dove non si poteva uccidere niente e nessuno. Non potevi nemmeno usare una spada per la maggior parte del tempo. Poi finalmente ho lavorato in Trasformers 10 anni fa, e tutti i miei episodi avevano delle decapitazioni, e non l’avevo realizzato, ma stavo continuando a decapitare Trasformers, e poi qualcuno ha cominciato a dirmelo e io ero tutto un “Oh, lo devo cambiare”. E questo mi ha illuminato “Voglio che ogni mia uccisione sia unica. Non voglio essere il tipo che usa sempre lo stesso tema”.

Quindi ogni volta che vedete un’uccisione in un’episodio, c’ero io che pensavo “Come possiamo rendere questa uccisione nel modo migliore? Dobbiamo renderla più interessante. Spingere un po’ di più.” Sono davvero fiero di alcune, in particolare della prima.

[…]

Sembra che ci sia un mondo più grande rispetto a quello che abbiamo visto nella prima stagione. Sembra che ci siano idee per una season two, o almeno dei personaggio che potranno essere esplorati al di fuori di Zeus, Airone ed Hera.

Shaunt: I fratelli qui hanno un sacco di idee. Sono pronti a partire. C’è una storia su Medusa. Non so se posso parlarne.

Charley: Qualcuno continua a chiederci perché non c’è Atena. E l’idea è, ascolta: in realtà la vedremo. Ci vorranno cinque stagioni, e la vedremo, ci saranno delle sue immagini, ma sarà una storia per la quinta stagione. E sicuramente abbiamo un outline molto dettagliato di circa 20 pagine per la seconda stagione. E quindi per noi, in un mondo ideale, [Blood of Zeus] potrebbe diventare una sorta di MCU della mitologia greca, dove c’è una storyline di Medusa, e ci sono altri personaggi che avranno i loro show, ma esistono in questo mondo, e avremo le stesse divinità e ogni tanto le storie si incroceranno.

Tutto dipende da come andrà con il pubblico in questi primi 30 giorni, se avremo una seconda stagiono o se vorranno investire su di noi e fare un’altro show in questo spazio della mitologia greca. Quindi vedremo, ci sono certamente altre storie, ma questo è qualcosa di nuovo che stiamo provando e pensiamo che ci sia un pubblico lì fuori per questo, e lo andremo a cercare.

Vlas: Si tratta di una sfida, perché ci sono tanti personaggi che amiamo nella prima stagione. E vogliamo spendere più tempo su questi personaggi.

[…]

Tornando a Blood of Zeus, che cosa sperate che i fan traggano da questa esperienza tanto da aspettare una seconda stagione?

Shaunt: Spero che possano avere lo stesso entusiasmo da bambino che io trovavo in quei film e in quei libri quando ero ragazzino. Ci sono un sacco di omaggi: Giasone e gli Argonauti, i Sette Viaggi di Sinbad e Scontro tra Titani. Se guardate più da vicino c’è un sacco di roba. E per me era magica. […]

Charley: Shaunt a un certo punto ci ha detto “Ragazzi, siate onesti. Questo è solo un omaggio a tutto quello che avete amato da bambini”. E noi “Sì, più o meno”. E lui ci ha risposto “Grande”. Perché era così anche per lui. Non voglio parlare anche per Shaunt, ma credo…

Shaunt: Assolutamente.

Blood of Zeus è su Netflix adesso. Cosa aspettate ad andare a vederlo?