Il lancio della nuova console di casa Sony, PlayStation 5, è già costellato di alcuni titoli disponibili da subito in via esclusiva. Oltre a Demon’s Souls, di cui vi abbiamo già parlato nella nostra recensione, un altro videogioco che ha acceso l’interesse in molti fruitori è stato sicuramente Godfall. L’opera interattiva prodotta da Counterplay Games e pubblicata da Gearbox Publishing è già arrivata, divenendo uno dei potenziali motivi per cui acquisire il dispositivo elettronico dell’azienda giapponese.
Per chi non lo sapesse, il titolo in questione è un action-RPG che prende spunto dal famoso Destiny, proprio perché all’interno del team di creazione ci sono sviluppatori che parteciparono alla realizzazione dello sparatutto in prima persona. Già dai primi trailer abbiamo potuto osservare la somiglianza artistica dei due prodotti multimediali, ma ora abbiamo finalmente l’opportunità di toccare con mano l’avventura fantasy. Come lo stesso titolo dell’articolo può far intuire, ci sarà molto di cui parlare, nonostante ci troviamo innegabilmente davanti ad una creazione di un certo spessore.
Godfall e la magia fantasy
Noi di GamesVillage.it abbiamo avuto sentimenti fortemente contrastanti per quanto concerne l’esperienza complessiva che Godfall ci ha offerto. Tuttavia, non possiamo negare il fatto che, se ci dovesse essere un elemento che merita la lode nel titolo, allora quest’ultima andrebbe all’ambientazione.
L’abbiamo già anticipato nell’introduzione, ma basta guardare le immagini qui presenti per confermare come la fruizione in analisi e lo sparatutto di casa Bungie siano molto simili in tutti i loro modelli. Partendo dai personaggi, fino ad arrivare alla flora delle varie zone. Sicuramente un bene, dato che ciò ha reso l’installazione molto peculiare e, soprattutto, ben riuscita. Il contrasto tra natura e costruzioni altamente futuristiche, aree di luce molto chiare e infiniti corridoi freddi sono stati solo alcuni dei mix che posizionano la direzione artistica di Godfall su tutt’altro livello rispetto alla massa.
L’ottimizzazione del videogioco è buona, anche se ci aspettavamo di più. State pur certi che impostare la grafica per avere il massimo della resa visiva vi garantirà almeno i 30 FPS stabili. A differenza della scelta che punta di più sulle performance, l’unica cosa che cambierà saranno giochi di luce di poca rilevanza e le ombre dinamiche. Ragion per cui non c’è una vera e propria motivazione per perdere l’occasione di sfruttare quei 60 hertz, a meno che non vogliate completamente strafare.
Tutto sommato, il lato visivo e le scelte artistiche compiute da Counterplay Games ci hanno regalato qualche momento da ricordare in una sessione di gioco che, altrimenti, avrebbe davvero lasciato a desiderare. Ma di questo ne parleremo a brevissimo.
Un sistema di combattimento da dimenticare
Iniziamo subito con il botto analizzando il sistema di combattimento di Godfall, il quale crediamo sia da rivedere. Per chi non lo sapesse, l’opera si piazza tra un hack’n’slash ed un souls-like, in termini di gameplay. Sfortunatamente, il titolo non riesce a consolidarsi in nessuna delle due posizioni, risultando molto spesso macchinoso e frustrante.
Ogni attacco che sferreremo risulterà legnoso, così come la maggior parte dei movimenti. Ciò che più ci ha fatto storcere il naso, però, è stato il sistema di aggancio dei nemici. Questa meccanica, all’apparenza semplice, pare sia stata una vera sfida da attuare per gli sviluppatori di Counterplay Games. Apparentemente “lockare”, come si dice in gergo, un nemico causi più danno che altro. Se siete attaccati da un gruppo di nemici la feature risulterà inutile poiché, oltre che a risultare scomoda e confusionaria da attivare, essa bloccherà gran parte del vostro campo visivo. La motivazione per cui ciò accade è dovuta al fatto che il funzionamento di lock-on non è stato ottimizzato per gli scontri di massa. Per cui la posizione della visuale assumerà quella classica dell’uno contro uno, non facendoci vedere il resto della mischia. Per quanto concerne la difficoltà nell’acquisire l’avversario, crediamo che ciò sia dovuto ad una strana scelta di includere una sottospecie di mirino, il quale farà attivare il comando solo se avremo letteralmente puntato il nostro bersaglio. Peccato che non siamo in un FPS, quindi non abbiamo ben capito la decisione che ha portato a questa, innecessaria, scelta di design fallace.
Il ramo delle abilità è buono, ma nulla di eclatante. Dimenticatevi l’enorme lista di skill sboccabili, come in Devil May Cry o NioH, ma almeno fa’ il suo lavoro. Le varie caselle messe a disposizione sfruttano le meccaniche di base e alcune scelte peculiari che possono caratterizzare il nostro approccio. Il gioco è complesso, e non perché gli antagonisti siano ardui da battere, ma a causa del sistema di combattimento stesso. La complessità di ogni boss fight e scontri non è molto elevata, però non è nemmeno di un livello basico. Tuttavia, ciò che più ci ha messo alle strette sono stati gli input. A causa della loro legnosità, schivare e muoversi è risultato meno responsivo del previsto. Anzi, oseremo dire che l’intero comparto della giocabilità sia lento. Lo stesso schema delle missioni a lungo andare diventa noioso perché dovremo sempre compiere lo stesso tipo di percorso con pochissime innovazioni, divenendo subito meccanico e poco soddisfacente.
I moveset delle armi sono semplici e tutti uguali tra loro. Ci spieghiamo meglio: utilizzare una spada lunga A e una B non comporterà nessun cambiamento, se non nei valori statistici. Per cui, la scelta del proprio equipaggiamento verrà meramente basata sul “numero più alto” di DPS. Oltre che rendere monotono e triste l’intero arsenale messo a disposizione. Almeno, il bilanciamento tra le varie classi di oggetti di attacco sembra abbastanza solido, ma tutto questo oramai non basta più, soprattutto se teniamo in considerazione gli ultimi competitor che hanno visto la luce di recente. Non c’è paragone.
Una lancia a favore va’ spezzata per l’introduzione degli Arconti, il sistema che ci permette di vestire i panni di diversi personaggi maggioritari, che non vi spoileriamo, i quali verranno in nostro soccorso. La loro presenza rende il gameplay più profondo, dandoci una valida motivazione per raccogliere materiale e sbloccare uno di essi. I suddetti, sono forniti di caratteristiche uniche, le cui possono giovare a specifici stili di gioco. Il loro design è impeccabile, come già abbiamo anticipato prima. Peccato che la loro sola esistenza non possa salvare il divertimento offerto da Godfall più di tanto.
Una trama banale, ma che funziona
La narrativa offerta da Godfall è piuttosto banale, senza alcuna profondità in termini di lore o anche sullo stesso mondo di gioco. O meglio, tutte le informazioni che ci vengono fornite non sono poi così interessanti. Il problema principale è dovuto al modo in cui siamo stati introdotti al mondo di gioco, che ci è sembrato arraffazzonato e, sinceramente, scritto con poco impegno.
Ancora una volta, dovremmo sconfiggere il classico cattivone che ha deciso di diventare un dio, rischiando l’estinzione di tutte le forme di vita. Non molto originale, ma è anche vero che in questa tipologia di titolo la trama non è mai il punto forte. Tuttavia non sarebbe giusto ignorare la mole di storia ambientale che è possibile riscontrare in opere interattive dello stesso genere. Anche qui è presente, con l’eccezione che non è interessante da seguire.
Le missioni principali di certo non aiutano, essendo tutte abbastanza lineari e che a volte ci introducono personaggi che pare ci conoscano da una vita intera. Ma noi non abbiamo la minima idea di chi siano perché non vengono minimamente menzionati. Tutto sommato, però, ammettiamo di non avere grandi aspettative sul comparto narrativo di Godfall. Proprio perché, come detto prima, non è il pilastro principale su cui si basa questa categoria di titolo. Almeno, credevamo di avere una lore interessante, ma così non è stato.
Talento sprecato, un vero peccato
Noi di GamesVillage dobbiamo ammettere di essere molto dispiaciuti dello stato in cui Godfall è stato offerto al pubblico. La magnifica ambientazione e la direzione artistica non sono riuscite a sorreggere un sistema di combattimento fallace ed una trama, e lore, troppo banali e noiose da seguire. Impensabile che nel 2020 dobbiamo ancora assistere a titoli in cui sferrare fendenti di spada risulti macchinoso. Ancor di più il fatto di avere difficoltà ad agganciare un semplice nemico e, una volta fatto, dover rimuovere la funzione perché in combattimenti di gruppo risulta inutile. Ma cosa è andato storto?
Forse Counterplay Games credeva che la sola estetica avrebbe potuto ergere Godfall ad un must buy? Oppure il vantaggio di essere uno dei pochi titoli disponibili al lancio della next-gen avrà avuto un effetto negativo nella concentrazione degli sviluppatori? Sfortunatamente, non crediamo di poter ricevere una risposta.
Noi di GamesVillage.it avevamo aspettative piuttosto alte per il nuovo Godfall. Sfortunatamente, la creazione di Counterplay Games non è riuscita a soddisfarle. L’eccelso mondo di gioco e la direzione artistica non sono bastati a sorreggere un titolo che, malauguratamente, fa acqua in diversi comparti. Partendo dal gameplay, risultato legnoso e a tratti frustrante per la gestione di alcune feature piuttosto basilari. La trama molto banale e lineare è risultata come la ciliegina sulla torta di quello che sarebbe potuto essere un must buy al lancio della nuova PlayStation 5, ma che invece non riesce a spiccare. Nonostante tutto, siamo dell’opinione che Godfall meriti una chance, ecco perché crediamo che possa essere un buon acquisto per intrattenere la community dalle pubblicazioni ground breaking che debutteranno a breve.