Ieri Blooper Team ha fatto uscire un filmato gameplay di circa 14 minuti in cui viene mostrato The Medium. Un fetta di tempo che ci può far in parte capire cosa si dovranno aspettare i giocatori che lo acquisteranno. Il gioco è quasi pronto ad uscire, infatti sarà disponibile dal 28 gennaio su Xbox Series X/S e PC Windows. Vediamo dunque cosa siamo riusciti a carpire da questo filmato, che mostra sia parti gameplay, che spezzoni di storia del titolo horror in sviluppo da parte del team polacco, specializzato in avventure horror/psicologiche, dopo aver dato vita negli ultimi anni a Layers of Fear, Observer e Blair Witch.
The Medium: due mondi tra storia e gameplay
Dall’annuncio ad oggi, diverse volte Blooper Team ha voluto mostrare fasi gameplay del gioco, concentrandosi soprattutto su quella che è la caratteristica che risalta subito all’occhio, ovvero il doppio mondo, il dualismo tra quello reale e quello degli spiriti (dual-reality), chiave centrale delle meccaniche di gioco usato poi, come hanno detto gli stessi sviluppatori in una recente intervista, per valorizzare la storia. In questo caso è quindi lo stesso gameplay che va a confluire nella narrazione. Nessuno dei precedenti filmati mostrava però una durata tanto estesa: questi quattordici minuti si dividono in tre parti, divisi da uno stacco tra una fase all’altra. Viene sottolineato ad in inizio video che i filmati di gioco non sono nella forma completa.
Nella prima parte, caratterizzata maggiormente da filmati che mostrano la storia, vediamo la nostra Medium, Marianne (al momento solo nel mondo reale), in un hotel abbandonato e infestato. Sembra alla ricerca di qualcuno. Immediatamente si coglie la scelta registica degli angoli fissi (fixed angle), più cinematica, che ricorda maggiormente i classici del genere, come Resident Evil o Silent Hill. Dopo aver controllato una scarpa (con un sistema simile a quello che si vedeva ad esempio in L.A. Noire quando si esaminavano gli oggetti), la protagonista entra in contatto con il mondo degli spiriti e si apre una suggestiva scena in cui da una parte viene mostrato il mondo reale e dall’altra quello, appunto, degli spiriti. Se uno vedesse solo quello che accade nel mondo reale, gli sembrerebbe che Marianne stesse parlando da sola, ma in realtà, come si vede nell’altro mondo, fa conoscenza di una bambina con una maschera (quella della foto nella copertina di questo articolo) che si dice di chiamare Sadness (tristezza). La regia del mondo reale segue esclusivamente Marianne, mentre quella del mondo degli spiriti alterna i due personaggi. Se da una parte guardare le due scene diverse potrebbe distrarre, dall’altra è doveroso ammettere che la scelta risulta visivamente suggestiva. Dopo averle raccontato la situazione del posto, la bambina mostra una strada che potrebbe portare a l’uomo che sta cercando Marianne, Thomas.
The Medium: maschere di Tristezza ed esperienze fuori dal corpo
Dopodiché inizia una fase gameplay in cui mondo reale e mondo degli spiriti sono in contemporanea. In questa fase (chiamata simultaneous Dual-Reality gameplay) Marianne si muove nello stesso identico modo in entrambi i mondi. In questa situazione, i comandi vengono presi nel mondo reale, si può notare dalle icone con la X che appare vicino all’ascensore. Improvvisamente però l’ascensore si blocca e l’unico modo di andare avanti è prendere il controllo della Marianne nel mondo degli spiriti con un “Esperienza fuori dal corpo” (Out of Body Experience). In questa fase la Marienne reale starà ferma, mentre quella in versione medium potrà muoversi liberamente nel mondo infestato. In questa situazione specifica, la protagonista deve dare energia ad una scatola di fusibili per far ripartire l’ascensore nel mondo reale, prendendola da una fonte. Probabilmente questa è la prima volta in cui si utilizza questa forma, siccome la protagonista fa sapere che è meglio non stare troppo tempo in questa fase fuori dal corpo, perché altrimenti si rischia di essere “attirati verso il vuoto”. In questa situazione si capisce dunque che per alcuni enigmi ambientali bisogna dover alternare le due diverse fasi. I due mondi infatti comunicano tra di loro: quello che succede in uno, si riflette nell’altro. A livello grafico, gli stessi sviluppatori hanno fatto sapere che i due mondi sono renderizzati in real time, e l’arrivo delle nuove console ha facilitato la resa grafica per una situazione del genere.
Nella seconda parte, si vede solo la Marianne medium, che sembra essere rimasta intrappolata nel mondo degli spiriti, e dove c’è uno specchio che funge come porta tra i due mondi. Ciò che coglie subito l’orecchio, in questa scena, sono le scelte compositive di Arkadiusz Reikowski e Akira Yamaoka con voci, urla e rumori stranianti che fanno da padrone, che si alternano al piano minimale accompagnato dai rumori ambientali della prima parte. Qui la protagonista svolge un semplice enigma focalizzato sulle maschere, oggetti che sembrano essere decisamente importanti nella storia. Ne raccoglie una per poi metterla sul volto di quello che lei riconosce come Bernard. Qui oltretutto si vede anche l’inventario, in alto a sinistra, con delle lame (razor blade) e poi con l’aggiunta della maschera stessa quando viene raccolta, e in fine con quella della statua del gatto, che funge come chiave per attraversare lo specchio: accanto agli oggetti si può vedere il menu con i memos. Oltretutto, torna ancora una fonte di energia, che in questo caso Marianne utilizza per scacciare delle falene, dando l’impressione che si adatti in modo diverso a seconda delle situazioni. Dopo aver messo la maschera sul corpo di Bernard però compare il Maw, mostro nato da un indicibile tragedia.
Un mostro ci insegue, ed è molto grosso
E con il Maw si lega la fine della seconda parte e l’inizio della terza, in cui si può notare il peso delle fasi stealth del gioco. Gli sviluppatori lo hanno detto, hanno preferito focalizzarsi su situazioni in cui ci si nasconde e si scappa, piuttosto che su combattimenti e spari alla Resident Evil. In queste caso specifico infatti, Marianne è completamente inerme di fronte a questo mostro enorme, sia nel mondo degli spiriti che in quello reale; difatti il Maw sembra essere riuscito a passare tra i due mondi anche lui, probabilmente proprio attraverso lo specchio. L’unica cosa che sembra poter fare la protagonista è di distrarlo con qualche trucchetto, qualche rumore. In questa situazione tagliando con delle cesoie una corda che teneva un peso, facendolo cadere. Dopodiché, con Marianne un po’ più al sicuro, termina il filmato.
Dunque, nonostante l’atmosfera generale ricordi molto da vicino la serie di Silent Hill, è bene specificare che di sparatutto il gioco non ha proprio nulla, proponendo di fatto un gameplay più vicino ai classici Clock Tower e simili. E a giudicare da quello che abbiamo potuto ammirare, Bloober Team non poteva optare per scelta migliore. Ovviamente, il gameplay innovativo ha un grosso impatto su The Medium e sicuramente ci offrirà un’esperienza di gioco mai vista prima!
In conclusione, dopo aver visto questi 14 minuti, possiamo dire che The Medium ha le carte giuste per diventare un horror psicologico d’impatto, che prende dai classici ma che gira attorno alla meccanica del mondo della doppia realtà fortemente caratteristica. Avere due mondi in testa da capire e da scoprire potrà essere il punto forte per il gioco di Bloober Team.