Cyberpunk 2077: nuovi dettagli sul travagliato sviluppo

Cyberpunk 2077 2020

Il lancio di Cyberpunk 2077 è stato sicuramente un enorme fiasco, e ha messo CD Projekt RED in una situazione davvero precaria. Il developer polacco è stato costretto a fronteggiare una grave perdita in borsa e potrebbe essere diventato un’ambita preda nell’ottica di una prossima acquisizione da parte di un’azienda più grande. Ma le polemiche non si fermano qui, perché in un report a firma di Jason Schreier di Bloomberg, sono emersi nuovi dettagli sul tormentato sviluppo del gioco, e sul crunch a cui CDPR ha costretto i suoi dipendenti.

Schreier ha potuto intervistare venti tra ex e attuali dipendenti della software house polacca, ricavandone un quadro completo di un processo di sviluppo travagliato e complesso, che ha finito per tradursi in un completo disastro. Tutti gli intervistati hanno confermato al giornalista che la produzione di Cyberpunk 2077 si è rivelata complicata fin dall’inizio, con la compagnia che sembrava più interessata al marketing del gioco, piuttosto che al suo effettivo sviluppo.

Una parte dei problemi, secondo il report, sarebbe derivato dal fatto che il gioco veniva sviluppato in parallelo all’engine, il che avrebbe considerevolente complicato il processo. Senza contare che, nel 2016, CD Projekt RED avrebbe avuto un ripensamento radicale, cambiando totalmente l’essenza e l’impostazione del gioco: quello che era nato come un RPG in terza persona è stato completamente stravolto e trasformato, e alcuni elementi che avrebbero dovuto far parte del gameplay (come le macchine volanti, o la possibilità di camminare sui muri) sono stati eliminati.

I problemi non hanno fatto che aggravarsi con l’arrivo di Adam Badowski al controllo del progetto. Numerose sono state le divergenze del capo dello studio con figure di spicco dello sviluppo di Cyberpunk 2077, causate anche dalle numerosissime revisioni e modifiche introdotte da Badowski tanto alla storia quanto al gameplay. In quel periodo inoltre, molti dipendenti hanno cominciato a sentirsi pressati per lavorare più ore, come ha dichiarato, per esempio, Adrian Jakubiak, ex programmatore audio di CD Projekt RED:

“Ci sono state delle volte in cui ho fatto straordinari fino a 13 ore al giorno […] e lavoravo in questo modo cinque giorni a settimana. Ho degli amici che hanno perso la loro famiglia a causa di questo tipo di imbrogli”

Nel 2018 CD Projekt RED mostrò alla stampa, a porte chiuse, un gameplay da 50 minuti di Cyberpunk. Ebbene quel gameplay sarebbe stato un falso, secondo la maggior parte degli sviluppatori, mostrato in un periodo in cui alcune parti del codice del gioco dovevano essere ancora scritte. Il trailer sarebbe stato dunque soltanto una perdita di tempo, che avrebbe costretto il team di sviluppo a bruciare mesi preziosi per prepararlo.

Così, quando all’E3 del 2019 CD Projekt RED annunciò come finestra d’uscita l’aprile 2020, tanto lo staff quanto lo studio sapevano già che si trattava di una data impossibile. Molti degli sviluppatori pensavano che il gioco sarebbe stato pronto per il 2022, nonostante uno snellimento dell’agenda avesse velocizzato il processo.

Persino quando Cyberpunk 2077 è entrato in gold, a novembre, c’erano ancora tantissimi problemi, al di là dei bug che sono finiti anche nella versione per console. In questo senso i dipendenti intervistati da Schreier hanno contestato le dichiarazioni rilasciate da Marcin Iwinski nell’ultimo video di scuse pubblicato su Twitter da CD Projekt RED, nel quale il co-fondatore dello studio sosteneva che molti dei problemi non si fossero palesati prima del lancio del gioco.

Insomma una storia che delinea uno sviluppo complicato, e una condotta quantomeno rivedibile da parte di CD Projekt RED. Intanto vi ricordiamo che Cyberpunk 2077 è disponibile su PlayStation 4 (ma non più sul PS Store), Xbox One, PC e Google Stadia, e in modalità di retrocompatilità su PlayStation 5 e Xbox Series X e S.