L’attacco dei giganti: ecco la censura dell’opera in Malesia

Attacco dei Giganti

La censura è sempre un argomento d’attualità quando si tratti di anime e di manga. Spesso infatti questi prodotti, perfettamente contestualizzati in tutti i loro aspetti all’interno della cultura giapponese, si rivelano troppo violenti, spinti o più in generale troppo “forti” per la sensibilità di altre nazioni. Recentemente la questione è tornata alla ribalta in Russia, dove una sentenza di un tribunale di San Pietroburgo ha comportato l’oscuramento di titoli come Tokyo Ghoul, Elfen Lied e Death Note, considerati eccessivamente violenti per un pubblico di giovani e giovanissimi. Ma a fare notizia è stata anche la particolarissima censura che viene applicata al manga de L’attacco dei giganti in Malesia.

La legislazione dello stato infatti proibisce categoricamente di mostrare la nudità in ogni tipo di pubblicazione, anche in quelle a fumetti. Per questo motivo i Giganti dell’opera di Hajime Isayama (che nella versione originale sono nudi, ma che non hanno comunque nessun tipo di apparato genitale) indossano, nella loro versione malese, boxer e pantaloncini (e addirittura, nel caso del Gigante Femmina, un body).

Attacco dei Giganti

Un’opera censoria degna del miglior Daniele da Volterra, alias il Braghettone, il pittore che nel 1565 fu incaricato da papa Paolo IV di coprire i nudi nel Giudizio Universale di Michelangelo nella Cappella Sistina.

Insomma un abbigliamento censorio che fa assomigliare i Giganti a dei wrestler un po’ troppo cresciuti e che ha generato curiosità e sorrisi tra i fan dell’opera in giro per il mondo. Soprattutto perché, come già accennato, i mostri di Isayama, pur essendo effettivamente nudi, non hanno traccia di genitali.

Nel frattempo, L’attacco dei giganti procede alacremente con la sua ultima stagione anime, prodotto da MAPPA, che dopo l’ottavo episodio si avvia a entrare nella sua ultima metà e a scatenare la guerra di Eldia contro Marley. Una guerra che, in Malesia, Eren combatterà in pantaloncini.