Hood Outlaws & Legends Recensione: non basta tutto l’oro del mondo

Hood Outlaws & Legends PlayStation Plus

Presentato un anno fa, già dal suo primissimo trailer (dal quale è scaturita la nostra anteprima all’epoca), ha goduto di un occhio di riguardo da parte della critica specializzata che vedeva qualcosa di interessante in quell’idea appena accennata con una manciata di minuti. Focus Home Interactive, publisher che negli ultimi anni è stato conosciuto per diversi ottimi titoli AA, tra cui uno dei più recenti, A Plague Tale Innocence, ha voluto dare man forte al talentuoso team di sviluppo Sumo Digital, credendo nel progetto di cui discuteremo, Hood Outlaws & Legends.

Il titolo è giunto finalmente sul mercato (al momento di stesura di questa recensione, è giocabile esclusivamente da coloro che hanno effettuato il pre-acquisto) e cerca in qualche modo di imporsi come un titolo interamente multiplayer (con tanto di cross-play tra tutte le piattaforme già disponibile) dalle meccaniche fresche e dal lungo supporto, sbarcando contemporaneamente su PC e console e ad un prezzo più che accessibile se confrontato con gli standard odierni. Ci sarà riuscito?

hood outlaws and legendsHood Outlaws & Legends: rapine di un certo spessore

Sumo Digital, senza ombra di dubbio, avrà lavorato non poco sul concept del titolo. Che sia forse cambiato in corso d’opera, o inizialmente concepito esattamente con la forma che ha ad oggi, la produzione ha di sicuro una sua vita. Il PvPvE, formula conosciuta da lungo tempo in svariati generi ma nata, in principio, dagli MMORPG, è quel ramo che mette il giocatore sull’attenti nei confronti non di una sola minaccia, ma ben due. Oltre ai PNG (o IA), anche i giocatori avversari rientrano, spesso contemporaneamente, negli avversari da affrontare, creando così situazioni ben diverse, magari più caotiche, a seconda dei titoli o delle modalità. Su questa base, il team di sviluppo ha preso il tutto, IA e giocatori, e gli ha miscelati in un ambiente che riprende la leggenda di Robin Hood, dando un contesto forse un po’ flebile, ma una serie di meccaniche che, al netto della realizzazione tecnica, funziona teoricamente piuttosto bene. Già, teoricamente. Ma procediamo con ordine.

Hood Outlaws & Legends mette 8 giocatori, divisi in due squadre, nei panni di Robin e compagnia bella: una compagnia intenzionata a riprendere ciò che di diritto appartiene al popolo che difendono dallo Stato,  un corpo di governo per nulla travestito da benefattore e che si presenta anzi fieramente come una tirannia di stampo militare. Sin qui, il setting è abbastanza semplice, omogeneo e ricorrente, diciamo anche conosciuto. Le due squadre, d’altro canto, appartengono a due clan diversi e, tali clan, si fanno guerra l’un l’altro (nonostante il comune nemico descritto poc’anzi) per accaparrarsi il bottino, perlomeno la maggior parte di esso. Il centro attorno al quale tutto ruota è il colpo perfetto: il colpo che porterà l’oro per la sopravvivenza del popolo.

Si entra in scena

Dopo l’entrata in lobby, ci sarà concesso di scegliere il personaggio tra quattro disponibili al lancio: Robin, il ramingo (e fin qui, nulla di nuovo), Marianne l’assassina, John il rissoso e Tooke il mistico. Queste personalità altro non sono che le prime quattro in Hood Outlaws & Legends, differenti l’una dalle altre per abilità passive, attive, gadget e armi e tutte necessarie alla fin dei conti. Spoglie di un qualsivoglia spirito, le quattro figure sono discreti personaggi, forti dei loro stereotipi, che possono costituire una squadra: “possono” non è casuale. Infatti, Sumo Digital ha permesso ai giocatori di costruire una squadra formata da quattro assassini, arcieri, rissosi o mistici, senza inserire alcuna limitazione. Scelta probabilmente dovuta alla questione “gioco quel che mi pare” di un giocatore che non ha voglia di farsi troppi problemi di fronte a tale scelta. Una volta riempita la lobby (e questo passo è categorico, non si parte se non si è in otto), i giocatori vengono messi in due punti estremi ed opposti di una delle cinque (al momento) grandi mappe, consci del fatto che si giocherà il tutto su tre grandi fasi del colpo: rubare la chiave allo Sceriffo, trovare e aprire il vault e portare il bottino all’estrazione.

Queste sono le tre fasi che si susseguono in ogni partita della produzione le quali, oltre allo scontro con l’altra squadra in modo del tutto occasionale all’inizio e forzato alla fine, dovranno interfacciarsi con un’IA nella norma, capitanata dalla figura dello Sceriffo, in grado di uccidere all’istante ogni giocatore se sufficientemente vicino e supportato da una serie di spadaccini, cavalieri e balestrieri. Lo stealth basilare è la chiave, grazie al quale vi sono le semplici meccaniche già viste, come il fischio o la pietra per distrarre, il colpo istantaneo e così via, ma ciò non vieta di andare a muso duro contro ogni cosa, per quanto da un lato rovini in realtà l’esperienza in generale. Infatti, i vari soldati sparsi per la mappa non sono poi così deboli, soprattutto i cavalieri, difficili anche per John armato di martello. Mentre si porta avanti il colpo, si hanno tantissime possibilità di incappare in uno scontro contro l’IA o contro altri giocatori: nel primo caso, quando avvistati, diventeremo visibili alla squadra nemica e quel lato di mappa andrà in totale allarme (rendendo le cose non di poco più complicate), sempre che non ci si liberi del testimone di turno in tempo, ovviamente; il secondo caso è quello che rende le cose da un lato interessanti e dall’altro, paradossalmente, non funzionali.

Hood Outlaws & Legends

Se colto alla sprovvista un giocatore avversario, possiamo assassinarlo andandogli alle spalle mentre si è abbassati, potendolo uccidere istantaneamente (con qualunque classe e contro qualunque classe, non ci sono limiti sotto questo aspetto della furtività) come già detto, con una discreta animazione e nel silenzio quasi assoluto. Diverso invece è lo scontro aperto tra due personaggi: qua si vedono tutti i limiti che una classe ha contro un’altra (come è anche giusto che sia, ad esempio tra un ranger con arco e frecce contro un martello) ma, dall’altro lato, si vedono lacune di bilanciamento che in un titolo del genere è ormai fisiologico trovare. Omettendo i problemi di valore di danno, vita e stamina, ove quest’ultima è anche usata bene nel combattimento faccia a faccia, sfaccettato di blocchi, schivate o parate che, se fatte al momento giusto, sbilanciano l’avversario, è purtroppo reso macchinoso, legnoso e caotico da animazioni imprecise e da hit-box non del tutto corrette (soprattutto per il mistico, armato di quella che può esser vista come una differente palla chiodata). Infatti, in partita, il gioco è alquanto godibile fino allo scontro totale delle due squadre, il quale muta il genere in un Team Deathmatch a rientri illimitati (ma di volta in volta rallentati da un aumento del tempo di rientro per ogni morte) e divenendo a dir poco frustrante, se non noioso in certi momenti.

D’altro canto, però, in genere Sumo Digital ha avuto l’accortezza di bilanciare altri elementi, come i gadget di ciascuna classe i quali non sono infiniti ma bisognerà ricaricare di volta in volta da apposite casse sparse per la mappa e limitate. Bombe fumogene, accecanti, velenose o esplosive possono essere usate contro giocatori o IA, così come le frecce del cacciatore o i dardi dell’assassino sono ovviamente limitati (e anche parecchio). Bisogna sempre tenere a mente che è meglio agire in silenzio e da vicino, visto che tutte le classi possono uccidere istantaneamente giocatori e soldati se colti alla sprovvista.

Torniamo a casa come leggende

Finita la partita, ecco che le due squadre portano a casa il bottino, ma attenzione: l’ultima che riempie la barra d’estrazione dell’oro diventa la vincitrice “assoluta”! Questa infatti, sarà quella che vedrà la scritta “Vittoria” ma in Hood Outlaws & Legends significa ben poco. La squadra che compirà la maggior parte delle azioni sarà la vera vincitrice. Ruba la chiave, apri il vault, porta a casa il bottino. Queste sono le fasi in cui tutto viene deciso e, in questo, Sumo Digital ha svolto un lavoro abbastanza competente. Per quanto si possa effettuare l’ultimo giro di manovella in fase finale per rubare “completamente” il bottino, questa mossa vale, generalmente, poco. La regola che vige è la seguente: più si fa, più ci si porta a casa. Badate bene che contano anche i nemici uccisi in modo furtivo (e occhio allo Sceriffo che non può esser ucciso ma solo temporaneamente stordito). Ma la prossima e naturale domanda è: cosa si fa poi con tutto l’oro acquisito?

Veniamo ora all’altra faccia del titolo completamente multiplayer della casa di sviluppo inglese. Nel titolo non esiste alcun menu nel senso stretto e tradizionale del termine. Per muoverci tra le varie funzioni del gioco useremo l’hub personale sotto forma di nascondiglio. Una volta terminata ciascuna partita, potremo scegliere quanto oro usare per noi e quanto usarne per il popolo: la prima opzione consentirà di usare soldi per le abilità, le quali diventano disponibili all’acquisto (quindi spendendo oro) ad ogni nuovo livello del personaggio (c’è inoltre un livello “generale” per l’account del giocatore ma, al momento, altro non è che un generico indicatore per capire quanto si è giocato) e se ne possono equipaggiare fino a tre, dando una vasta gamma di possibilità di build per ogni classe. Armi e vestiario, e quest’ultime però sono solo meramente estetiche. La seconda opzione invece servirà a “migliorare” il nascondiglio, sinonimo di nuovi vestiti disponibili. Questa seconda opzione è, a mio modo di vedere, piuttosto forzata: serve solo a contestualizzare il setting che è, come già detto e già dice il titolo in parte, relegato alla leggenda di Robin Hood ma a conti fatti non è altro che il tramite per l’acquisto di nuovo vestiario per i nostri fuorilegge. Altro spazio nell’hub è concesso per allenarsi al tiro con l’arco, usare i gadget e gironzolare per spazi sì belli, ma non del tutto funzionali (per ora, perlomeno).

Hood Outlaws & Legends: che altro ci offri?

In primis, il titolo mette a disposizione una buonissima qualità di mappe, le quali sembrano più o meno fedelmente bilanciate da entrambi i lati (tenendo conto che gli obiettivi delle fasi cambiano sempre posto, ma pur sempre calcolati) e piene di vie alternative, spesso apribili solo da determinati personaggi, come John con i cancelli o Marianne o Robin con le funi, sono visivamente d’impatto tanto su PC (dove abbiamo recensito il prodotto) quanto su console, anche grazie ad Unreal Engine 4 e ad una buona ottimizzazione (sebbene non manchino occasionali freeze e una stabilità di tanto in tanto precaria). Le musiche, per quanto non costituiscano un corpus fondamentale per l’opera, fanno la loro discreta parte, soprattutto nelle fasi finali della partita.

A conti fatti e allo stato attuale però, null’altro. C’è da dire che Sumo Digital e Focus Home Interactive hanno giustamente e intelligentemente giocato la buona carta del prezzo di listino del gioco, decisamente più basso rispetto alla norma. Con un costo di base pari a 29.99 euro (e soprattutto a fronte di futuri sconti su Steam o vari store digitali), il gioco offre un discreto divertimento (soprattutto quando giocato co strategie e amici) e tenete ben a mente che il team ha già un ottimo piano di supporto futuro, come potete anche vedere qui. Arriveranno nuovi personaggi da usare, nuove mappe, nuove stagioni ed eventi e, forse la cosa più interessante per i più, le partite classificate, anche se per quest’ultime bisognerà capire come verranno implementate e quali saranno i parametri per il guadagno dei punti.

Piattaforme: PS5, PS4, Xbox Series X/S, Xbox One, PC

Sviluppatore: Sumo Digital

Publisher: Focus Home Interactive

Focus Home Interactive potrebbe aver scommesso bene, soprattutto contando il prezzo di partenza relativamente basso per un prodotto leggermente fuori dagli schemi. Sumo Digital è stata capace di ravvivare un po’ la scena con un titolo tanto fresco quanto non privo di problemi. Inoltre, al di là della mancanza della campagna single-player (decisione a mio modo di vedere assolutamente non contestabile), l’esperienza in toto non offre poi così tanto; basti pensare che, ancor prima dell’uscita, il team inglese avesse già presentato una pseudo road-map per un anno di aggiornamenti. Hood Outlaws & Legends ha bisogno di esser rifinito e, soprattutto, supportato o altrimenti sparirà dalla scena videoludica in poco tempo. Non ci toccherà aspettare molto, d’altronde, anche per vedere i primi aggiornamenti e patch, sicuramente in arrivo entro le prossime e vicine settimane.

VOTO: 7

All'età di sei anni, Fabio ha potuto mettere le mani su quella che sarebbe diventata, in estremamente poco tempo, la sua passione più grande: il videogioco. Dalla prima Playstation, vagando tra le terre simil-burtoniane di MediEvil fino a Crash Bandicoot e Tombi arriva, nel suo percorso di videogiocatore, a farsi appassionare da una moltitudine di generi e a crescere con loro, facendoli diventare parte integrante della sua vita e riconoscendo nel videogame una nuova forma di pura arte, oltre che di intrattenimento. Da quel momento, i suoi interessi mettono radici anche altrove, arrivando alla Settima Arte e alla musica, il gioco di ruolo e la lettura e tutto ciò che permette di sentire e immaginare mondi che ci sembrano, o sono effettivamente, lontani dalle nostre realtà.