Mamoru Hosoda è tornato di recente protagonista della scena anime grazie al suo film Belle, ufficialmente presentato al Festival di Cannes lo scorso 15 luglio, ottenendo un’accoglienza entusiasta, e uscito nelle sale giapponesi il 16 luglio. Il regista, già nominato all’Oscar con il suo film Mirai, ha avuto modo di essere intervistato da Agence France-Presse, con la quale ha condiviso il suo pensiero su tanti argomenti, tra cui quello della rappresentazione della donna nel cinema nipponico. E in questo frangente Hosoda ha mosso alcune critiche ad Hayao Miyazaki.
Dopo aver detto che le opere giapponesi hanno la tendenza a presentare la figura femminile come qualcosa di “sacrale” che non ha “nulla a che fare con la realtà di chi siano davvero”, Hosoda ha infatti parlato di “un grande maestro dell’animazione che sceglie sempre giovani donne come eroine”. A questo proposito il regista di Belle ha commentato:
“Ad essere onesto, penso che lo faccia perché non ha fiducia in se stesso come uomo. Questa venerazione delle giovani donne mi disturba davvero e non voglio esserne parte.
Basta guardare l’animazione giapponese per rendersi conto di quanto le giovani donne siano sottovalutate e non prese sul serio nella società giapponese.”
Anche se Hosoda non ha specificamente nominato Miyazaki, AFP ha individuato nel cofondatore di Studio Ghibli l’obiettivo delle critiche del regista. Hosoda ha continuato dicendo che per parte sua lui cerca di evitare di rappresentare le sue eroine come ricettacoli di virtù e innocenza, ma di provare a portare sullo schermo “l’oppressione di dover essere come tutti gli altri”.
Questioni, quelle trattate da Hosoda nell’intervista, che sono alla base anche del suo ultimo film, Belle, che si concentra sulla storia di Suzu, una ragazza di 17 anni che si immerge nel mondo virtuale di [U], dove diventa famosa nel ruolo della cantante Belle.
Nell’intervista Hosoda ha anche parlato della rappresentazione che ha voluto dare di internet, sostenendo di aver presentato, nel suo film anime, il web come un ambiente positivo per i giovani. Hosoda desidererebbe che i giovani si sentanoa loro agio online.
“Sono cresciuti con internet […] eppure gli viene sempre detto quanto sia malevolo e pericoloso”
In questo senso il regista ha criticato anche alcune visioni distopiche del mondo di internet:
“Le relazioni umane possono essere complesse ed estremamente dolorose per i giovani. Volevo mostrare che questo mondo virtuale, che può essere duro e orribile, può essere anche positivo.
I giovani non possono mai separarsene. Sono cresciuti con internet. Dobbiamo accettarlo e imparare a usarlo meglio”
Non è la prima volta che Hosoda condivide il suo parere su Miyazaki, con il quale, tra l’altro, ha lavorato a Il Castello Errante di Howl, ma sembra proprio che la sua opinione sia cambiata nel corso del tempo. Nel 2009, in un intervista ad Anime News Network, il regista aveva infatti citato Miyazaki come il suo principale ispiratore nell’intraprendere la strada degli anime:
“Ero, e sono ancora, un grande fan del lavoro di Hayao Miyazaki. Ho passato molto tempo, da giovane, a guardare i suoi film”