Da qualche tempo a questa parte i videogiochi sono diventati una professione. Ormai la realtà videoludica si è evoluta al punto tale che lo spazio all’interno dei giochi può essere esplorato in lungo e in largo, come se rappresentassero una sorta di realtà alternativa. Oggi esistono diversi tornei ufficiali che decretano i campioni dei titoli specifici in giro per il mondo. Si tratta di eventi che vengono seguiti da milioni di persone, che per certi versi potrebbero essere paragonati alle World Series of Poker: così come i giochi di carte americani sono riusciti a farsi largo tra le slot giocabili online, i videogame hanno soppiantato i cari vecchi giochi in scatola, riproponendo anche quest’ultimi in salsa digitale. Va da sé che le cifre che girano intorno ai videogiochi professionistici sono piuttosto elevate.
I gamer sono dei professionisti in piena regola e competono a livello agonistico. Negli Stati Uniti, in particolare, circolano compensi importanti che possono anche superare i 100.000 dollari all’anno. Più indietro i giocatori asiatici e quelli provenienti dal “Vecchio Continente”, che arrivano infatti a quota 90.000. Eventuali bonus sono relativi al tenore delle competizioni e dai contratti firmati: si parla comunque di decine di migliaia di dollari e di Euro, specie per titoli alla stregua di “League of Legends”. Insomma, si può affermare senza pericolo di smentita che gli e-sports hanno rivoluzionato il settore dell’intrattenimento. E siamo ancora agli inizi.
Se gli introiti dei gamer fossero solo questi, però, non si parlerebbe certo di guadagni stellari. Proprio come dei veri sportivi, infatti, i videogiocatori professionisti hanno alle spalle dei grandi sponsor, che contribuiscono ai loro redditi. A tal proposito, i social rivestono un ruolo importantissimo perché consentono molto più facilmente di fare una sponsorizzazione e promuovere del merchandising. Le partnership riguardano anche le piattaforme di condivisione video come YouTube e Twitch: gli utenti più famosi possiedono solitamente i loro canali ufficiali nei quali mostrano i loro allenamenti o le soluzioni dei loro videogiochi preferiti.
Le sessioni di streaming dei gamer internazionali possono abbracciare anche mezzo milione di spettatori al giorno in tutto il mondo. Se si considera che molti fan si producono persino in donazioni spontanee di tasca propria, i guadagni aggiuntivi dei gamer possono raggiungere tranquillamente i 100.000 Euro, raddoppiando di fatto quanto già garantito dall’attività lavorativa ordinaria. I contenuti non sono solo live: i video dei vari gamer rimangono sui rispettivi canali per anni e continuano a generare entrate nel tempo. Di conseguenza, quantificare con totale esattezza quanto si possa guadagnare al mese è praticamente impossibile, perché i numeri non possono mai essere gli stessi.
Quello degli e-sports è un mondo ancora in fieri. Solo negli ultimi anni si è cominciato a parlare seriamente delle possibilità che vengono offerte dai videogiochi. Diventare professionisti, comunque, non è così scontato, esattamente come nelle discipline sportive classiche: sono necessarie ore e ore di allenamenti e quindi di sacrifici. Non tutti riescono a conciliare lo studio con gli allenamenti. Certo, i videogiochi consentono di fare pratica direttamente da casa, ma l’opportunità di misurarsi online con giocatori di ogni nazionalità si traduce in una quantità di tempo smisurata da dedicare al perfezionamento.