Pro Evolution Soccer 2010

Konami vuole riprendersi lo scettro con un dribblibg sulla fascia.

Dopo la presentazione in pompa magna per FIFA 10 non poteva mancare la risposta dell’avversario di sempre: stiamo parlando dell’atteso PES 2010. Se per la simulazione calcistica di EA era stata scelta una “location” davvero suggestiva per decantarne innovazioni e innumerevoli migliorie, per la presentazione del titolo di Konami i ragazzi di Halifax hanno scelto un approccio più intimo, meno roboante. Abbiamo avuto la possibilità di provare PES 2010 per PC, una versione dimostrativa che implementava alcune delle novità che il team giapponese ha preparato per questo atteso capitolo. Dopo un’annata 2009 non propriamente esaltante, il gruppo guidato dal leggendario Shingo “Seabass” Takatsuka ha prestato molta attenzione alle innumerevoli critiche rivolte dai fan di tutto il mondo.

C’erano solo due squadre da scegliere, ma di grandissimo spessore: il Barcellona fresco campione d’Europa e il solido Liverpool di Rafa Benitez. Insomma, il gioco avvolgente dei catalani contro le ripartenze devastanti di Torres, Gerrard e compagnia bella. Due squadre completamente diverse tra loro, con individualità di spicco ma davvero utili per comprendere il profondo lavoro effettuato nel perfezionare l’aspetto tattico della simulazione di Konami. Infatti, la grande riscossa 2010 comincia dall’impostazione tattica della squadra. Lo stile di gioco assumerà un importanza capitale nell’economia di PES 2010, presentando una nuova tipologia di settaggi per decidere come organizzare la difesa o per come gestire i movimenti in attacco. È possibile configurare parametri quali il “Player Support” o il “Support Range” per esempio, grazie ai quali sarà possibile avere i propri compagni vicini al portatore della palla (i valori vanno da 1 a 100) oppure avere un singolo giocatore “appiccicato” al regista della situazione.

I veterani della serie si divertiranno a settare per benino altri parametri a disposizione quali il “Position Switch” e l'”Attacking Style”, mentre per la difesa si potrà decidere quanto pressare, il posizionamento della linea difensiva (in gergo tecnico quanto deve stare alta) e persino se rispolverare un libero alla Franco Baresi o alla Gaetano Scirea. È altresì possibile decidere se i vostri difensori dovranno attaccare il portatore di palla in modo compatto, costruendo una sorta di gabbia utile per fermare i soliti Cristiano Ronaldo, Kakà e compagnia bella.

L’altra grande novità della stagione è rappresentata dal sistema di card ideato dal team di Seabass: in poche parole, ogni calciatore possiede diverse “card” (che equivalgono a movimenti specifici sul rettangolo di gioco) che – diversamente dalle abilità specifiche – potranno essere selezionate da VOI, sì proprio voi allenatori/giocatori. Prendiamo per esempio la card del fenomenale Fernando Torres: El Nino tra le sue specialità ha la possibilità di infilare con un movimento preciso la difesa con un taglio in profondità. Se selezionate questa card, durante la partita i vari Gerrand o Xabi Alonso (se non va a Madrid…) lo serviranno con un passaggio preciso che metterà in difficoltà i due centrali. Durante la prova sul campo abbiamo prestato attenzione a questo movimento e abbiamo visto Torres compierlo e tagliare in due la difesa catalana, su preciso assist proprio di Xabi Alonso. Per fare un altro esempio, Messi ha una card chiamata “Incisive Run” e quando la CPU prenderà il controllo del fenomenale argentino noterete le sue continue corse verso l’area di rigore, aggredendo gli spazi aperti: in questo modo, sarà più facile per voi servirlo, magari con un bel lancio di 40 metri.

Il sistema delle card ha permesso al team di sviluppo di migliorare l’I.A. dei calciatori sul manto erboso, riproducendo allo stesso tempo movimenti e giocate tipiche: un Mascherano, per esempio, sarà devastante nei tackle, mentre un Xavi sarà abilissimo negli inserimenti. E sul rettangolo di gioco siamo rimasti colpiti dalla bontà del lavoro (ipoteticamente a un 70% dello sviluppo) per quanto riguardo l’I.A.: quando il vostro D’Agostino della situazione ha la palla tra i piedi potrà contare su movimenti e inserimenti decisamente più credibili. Sventagliando il pallone da una fascia all’altra è facile notare il posizionamento dei propri compagni, che si fanno vedere in modo più reattivo e “propositivo” del recente passato.

Anche in difesa il sistema di copertura funziona meglio: se il vostro Chiellini della situazione ha lasciato sguarnita la sua posizione dopo un calcio d’angolo, state sicuri che il Felipe Melo della situazione cercherà di coprire il suo buco facendo lui il centrale. Per quando riguarda il ritmo di gioco, la nostra impressione è che PES si sia avvicinato alle ultime versioni di FIFA, ovvero meno frenesia e più ragionamento.
Il comparto tecnico vanta modelli poligonali migliorati (sono più convincenti) e sono state implementate chicche quali il movimento della maglia durante la corsa, un nuovo sistema di illuminazione, ombre e così via. Abbiamo giocato le nostre amichevoli Liverpool – Barcellona nella cornice suggestiva di Anfield ed il risultato era davvero strabiliante.
Tra le cose immediatamente evidenti abbiamo riscontrato la presenza di nuove animazioni, mentre ci hanno fatto una discreta impressione i portieri (vero tallone d’Achille della passata edizione) che – per la cronaca – devono comunque essere ancora perfezionati. Insomma, il nostro contatto con PES 2010 è stato positivo e non vediamo l’ora di poter provare una versione console per confermare le buone impressioni che abbiamo avuto in questa prima infarinata del calcio virtuale di Konami.