Se solo un paio di anni fa vi avessero detto che Metal Gear Solid sarebbe arrivato su PC così, in scioltezza, difficilmente ci avreste creduto. La saga di Hideo Kojima, da sempre legata a doppio filo con le console, in particolare quelle Sony, ha visto ben poche escursioni in ambiente Windows: se la memoria annebbiata dai brindisi degli ultimi giorni non ci tradisce, tolti i primi due capitoli, Snake e soci si sono fatti vedere ben poco da queste parti. Di recente, grazie all’ottimo porting dello spin-off firmato Platinum Games, Metal Gear Rising: Revengeance, la serie ha ripreso a viaggiare, probabilmente facendo da apripista al tanto discusso Metal Gear Solid V: Ground Zeroes. Chiunque fosse a completo digiuno è pregato di fare riferimento alla nostra recensione, dove illustriamo per benino pregi e difetti di questo vero e proprio prologo del titolo principale, il celeberrimo The Phantom Pain che dovrebbe (il condizionale è davvero d’obbligo) arrivare nel corso del prossimo anno.
In ogni caso, se la vostra ultima esperienza con Solid Snake risale a Sons of Liberty, preparatevi a un vero e proprio shock. Moltissime cose sono accadute nel frattempo, tanto che in questa nuova fase stiamo rivivendo l’epopea di Big Boss in piena Guerra Fredda. Non staremo qua a riassumervi tutta la vicenda, anche perché Kojima l’ha talmente ingarbugliata che riuscire a sbrogliarla sarebbe quasi uno spreco di tempo. Sappiate solo che in questo prologo le cose si metteranno molto, molto male, una sorta di parabola discendente che trascinerà il protagonista verso un drammatico epilogo, probabilmente uno dei più crudi e amari di sempre.
[quotedx]Se la narrazione è potente, non da meno lo è il gameplay[/quotedx]
Ma se la narrazione è potente, non da meno lo è il gameplay, che sebbene sia rimasto fedele ad alcune meccaniche ormai classiche, immerge il giocatore in un ambiente completamente open world, slegato dalle classiche mini/macro aree dei precedenti titoli. Un deciso passo avanti, sebbene l’area di gioco sia comunque confinata al Campo Omega, che non è proprio una roba immensa, ma nemmeno un cortiletto. In ogni caso è stato chiaro fin da subito che per concretizzare le ambizioni del caro Hideo sarebbe servito un nuovo motore grafico, qualcosa di trasversale, a prova di multipiattaforma e soprattutto in grado di sfruttare adeguatamente le nuove console. Con questa idea è nato il Fox Engine, tool sviluppati in casa dalla stessa Kojima Productions, che tra l’altro hanno trovato applicazione anche nell’ultima annuale uscita di PES.
Fra le caratteristiche vincenti troviamo una netta predisposizione al fotorealismo, soprattutto in termini di illuminazione. Non a caso la missione principale è ambientata proprio in notturna, giusto per evidenziare la grande quantità di luci gestibili in contemporanea. Non solo, anche gli effetti ambientali sono simulati con grande attenzione, ed è previsto il pieno supporto del ciclo giorno/notte. In Ground Zeroes in realtà troviamo un tot di missioni ambientate in diversi orari, ma non vi è un vero e proprio scorrere del tempo, previsto invece per Phantom Pain. Tutto molto bello, a patto di possedere una PS4, console sulla quale il Fox Engine ha potuto esprimersi al massimo in termini visuali, potendo vantare i 1080p (contro i 720p di Xbox One) e i 60 fps quasi sempre fissi, non proprio un risultato da poco. Ma qualche difetto non mancava, come un discreto pop-in, ombre non particolarmente definite e altre amenità che in alcune condizioni sembrano mettere in evidenza qualche limite tecnico di troppo.
Eravamo quindi molto curiosi di testare Ground Zeroes in ambito PC, soprattutto su una macchina dotata di una scheda video di ultimissima generazione, nel nostro caso una GeForce GTX 980. Il risultato è stato quantomeno eccellente, e non era affatto scontato, visti i risultati assai mediocri di altre ben note produzioni recenti. Giocato a 1080p con tutti i settaggi a cannone, l’opera di Kojima ha potuto esprimersi al massimo delle sue possibilità, senza perdere mai un colpo. Se la qualità delle texture si è dimostrata piuttosto simile a quella – già ottima – di PS4, ben diverso è il discorso relativo alle ombre, che in modalità molto elevata acquistano finalmente una definizione eccellente. Attenzione però: calare anche leggermente questo aspetto significa tornare in “modalità console”. In generale, comunque, abbiamo a che fare con un quadro più pulito, definito, grazie anche a un antialias di qualità nettamente superiore, texture filtering migliorato e, cosa non da poco, lo spiacevole pop-in – seppur ancora presente – è ora ridotto ai minimi termini.
[quotesx]lo spiacevole pop-in è ora ridotto ai minimi termini[/quotesx]
È possibile anche notare un maggior quantitativo di luci, visibili a grande distanza, mentre i riflessi, specialmente quelli relativi alle superfici bagnate, si sono fatti più realistici. In tutto questo si fa apprezzare il balzo in avanti degli effetti legati alla profondità di campo, specie nelle scene d’intermezzo, più cinematografiche che mai. Insomma, l’avrete capito, Ground Zeroes su PC (su un bel PC) è in grado di lasciare davvero a bocca aperta, facendoci decisamente ben sperare per The Phantom Pain. Inoltre, a differenza delle edizioni console, Konami ha proposto il gioco su Steam a un prezzo decisamente più onesto, praticamente la metà di quanto chiesto agli utenti PS4 e Xbox One. Che si può desiderare di meglio?