Colin McRae DiRT 2 – Recensione PC

L’arcade di Codemasters arriva anche su PC e porta in dote il supporto per le nuove DirectX 11.

Il seguito di DiRT, è inutile girarci intorno, è veramente notevole. Lo abbiamo già testato su GamesVillage in versione console ed è stato amore a prima vista. Riprende in maniera eccellente il modello di guida arcade tanto apprezzato nella prima incarnazione, ma ci aggiunge tonnellate di modalità e veicoli che gli regalano la necessaria varietà, soprattutto online. Se, infatti, il primo DiRT aveva ben poco da dire quando giocato in rete (una classifica dei tempi migliori non è il miglior utilizzo possibile della connessione broadband, questo è oggettivo), questa volta cambia tutto e alla tradizione delle tappe solitarie vengono affiancate numerose sfide a suon di sportellate.

Se volete approfondire il gioco in sé, vi consigliamo di leggere l’articolo che gli abbiamo dedicato al momento della sua uscita: sotto il profilo dei contenuti, DiRT 2 per PC è identico in tutto e per tutto alle versioni console. In questa sede, preferiamo invece concentrarci sulle differenze tecniche della versione per computer. Codemasters ha preferito ritardare l’uscita del gioco per poter inserire il supporto DirectX 11 e di conseguenza è forte il desiderio di analizzare a fondo questo aspetto, anche per il fatto che DiRT 2 è il primo gioco che si avvantaggia delle nuove librerie grafiche di Microsoft.

Iniziamo subito col dire che non esiste una voce “Effetti DirectX 11” o simile: installando una Radeon della serie 5000 viene solamente data la possibilità di portare alcune delle voci delle opzioni grafiche a livello Ultra, cosa impossibile con altre schede video. Più precisamente, attivando il path di rendering DirectX 11 verrà attivato l’hardware tessellation, che migliorerà la qualità delle bandiere svolazzanti così come le animazioni della folla sugli spalti e, soprattutto (a dire dei programmatori), dell’acqua. Altre migliorie riguardano l’illuminazione HDR, che ora può contare su calcoli in Floating Point, e gli effetti di post processing. Curioso notare che non esiste un path di rendering DirectX 10: in Dirt 2 o si sfruttano le DX 9 o le DX 11, senza vie di mezzo.

Sapendo dove andare a cercare le differenze, ci siamo messi a fare un po’ di test per cercare di capire se erano effettivamente apprezzabili e se vale la pena di cambiare scheda video per gustarselo al meglio. Al contrario di tanti titoli DirectX 10 che risultavano praticamente indistinguibili dalle precedenti librerie (ma giravano molto più lenti), i nuovi effetti sono abbastanza evidenti in DiRT 2, a patto di soffermarsi a guardare le immagini statiche: come spesso accade, infatti, quando si corre tutti questi minuscoli dettagli vengono persi. In particolare, è vero che le bandiere sono animate meglio, ma ci chiediamo chi riuscirebbe ad accorgersene durante una sessione di gioco, dove l’attenzione non è certo rivolta al cielo. Lo stesso dicasi delle increspature sull’acqua, che se analizzate con estrema attenzione sembrano risultare migliori in DirectX 11, ma che durante la frenesia della gara non si distinguono in maniera particolare dalle buone vecchie DirectX 9. L’unico aspetto che invece spicca è la qualità dei riflessi sulle carrozzerie e l’illuminazione, che con le librerie più recenti risultano effettivamente di maggiore impatto.

In definitiva, DiRT 2 è un gran gioco, divertente e curato sotto ogni dettaglio. L’incarnazione per PC vanta un ottimo supporto per i volanti Force Feedback, come il G25 e il recente G27, e graficamente è più pulita rispetto all’incarnazione console (fosse solo per la possibilità di alzare la risoluzione e attivare l’AntiAliasing). Ciò che ci ha lasciati un po’ perplessi è il path DirectX 11, di certo non spettacolare come era stato annunciato. Le poche differenze, infatti, sono godibili al massimo nei replay, e solamente analizzando accuratamente i vari dettagli. Probabilmente, lanciando il gioco su due PC contemporaneamente, uno in DX9 e uno in DX11, solo pochi sarebbero in grado di indicare correttamente quale sia la versione più “recente” delle librerie, semplicemente osservando le immagini in movimento.