Nella ditirambica città di Doha, in Qatar, in occasione della prima tappa del campionato mondiale di motocross, abbiamo avuto modo di mettere le mani, per la prima volta, a un mese dall’arrivo sul mercato, su MXGP 2, la seconda declinazione del brand sviluppato e distribuito da Milestone, l’azienda milanese leader nell’industria videoludica italiana. A distanza di poco più di un anno dal primo MXGP, che venne pubblicato nel 2014 su console della scorsa generazione per farci vivere in prima persona le esperienze della motocross, Milestone ora si fregia della possibilità di portare il proprio brand su console di nuova generazione, spingendo più in là il limite tecnico del prodotto, non per questo rendendolo più difficile, ma sicuramente più preciso in tutti quelli che sono i movimenti del nostro pilota. Ciò che viene richiesto, però, al giocatore, soprattutto quello meno esperto, è di sfruttare gran parte del suo tempo per prendere dimestichezza con i comandi, non immediati e che, nella loro mappatura sul controller, non sono molto intuitivi. Alle due levette analogiche, infatti, sono affidati il movimento della motocicletta, per quella sinistra, e il movimento del peso, per quella a destra: l’unione dei due movimenti ci permetterà di realizzare sgommate e incroci in volo dopo un salto, supportati anche dall’utilizzo del tasto X, che ci permetterà di piantare il piede a terra e utilizzarlo come perno nelle curve. Chiaramente il modo in cui riuscirete a entrare in una curva e a uscirne rappresenta tutto il fulcro di questo sport, che si basa poco sulla velocità e più sulla tecnica, come d’altronde anche MXGP 2.
TUTTI IN PISTA
Le grandi novità introdotte per questo secondo capitolo sono rappresentate dal roster dei piloti e dalla possibilità di averne 30 in pista a differenza dei 22 della precedente edizione: pur essendo una versione ancora work in progress, Milestone ci ha messo dinanzi a un prodotto che non tentenna né incespica dinanzi al sovraffollamento delle curve e della pista stessa, ma che va ancora rivisto e ritoccato per quanto riguarda le collisioni, che troppo spesso non avvengono, spingendo il nostro pilota a oltrepassare quello che ci affianca o che ci precede. In molte altre occasioni gli urti causano delle reazioni eccessivamente pittoresche, in salti dalla moto che risultano irregolari con una dinamica poco credibile: avere comunque il rewind a nostra disposizione ci ha permesso in più di una occasione di recuperare dall’ultimo punto sicuro, un checkpoint virtuale, la nostra gara, annullando l’eventuale caduta o urto.
[quotedx]Milestone ora si fregia della possibilità di portare il proprio brand su console di nuova generazione[/quotedx]
Tra le modalità proposte che troveremo in MXGP 2 ci sarà anche il Motocross delle Nazioni, nome originale di quella che è diventata adesso la competizione Monster Energy FIM MXON. Tale formato di corsa rappresenta l’unica declinazione dello sport individuale della motocross che prevede la compartecipazione di più piloti all’interno di una squadra: uniti tutti sotto la stessa bandiera, quella della propria nazionalità, i piloti si raggruppano in trii che comprendono uno della MXGP, uno della MX2 e un altro dell’Open, la categoria più bassa e iniziale per il professionismo nella motocross. Si svolgono, pertanto, tre gare, che mischiano le categorie (MXGP + MX2, MXGP + Open, MX2 + Open) e di conseguenza i piloti, che quindi scendono in gara in coppia, lasciando un terzo a riposo. In MXGP 2 The Game la riproposizione delle regole è chiaramente precisa e regolare, permettendoci di scegliere con quale dei due piloti che dovranno scendere in pista vogliamo affrontare il tracciato. Al termine delle tre gare verranno scelti soltanto cinque dei sei tempi migliori, cancellando quello peggiore in assoluto: sommate, quindi, le posizioni ottenute, così come avviene quando si arriva al punto di incoronare in vincitore tra Gara 1 e Gara 2 nel campionato regolare, si ottiene la nazione vincitrice. Il tutto si svolge in un unico circuito in gara secca. Nella prova abbiamo percorso il circuito di Ernée, quello sul quale la Francia si è laureata campione del mondo nell’ultima edizione del 2015. Con il secondo pilota affidato alla IA, il difetto che maggiormente abbiamo riscontrato è proprio riposto nell’intelligenza del pilota non gestito, che eccessive volte, pur avendo una cilindrata più potente della nostra, soprattutto nel mash up tra Open e MXGP, si è dimostrato incapace di raggiungere un risultato migliore del nostro. L’intera vittoria grava quindi sulle nostre spalle, sbilanciando quello che è un sistema che prevede la coesistenza di due piloti nel medesimo tracciato a concorrere per lo stesso obiettivo, cioè la vittoria della propria nazione. Un maggior bilanciamento avrebbe sicuramente giovato la nostra esperienza, che comunque scorre in maniera rapida, senza annoiare e senza risultare pedissequamente ripetitiva, anche grazie alla possibilità di cambiare cilindrata e pilota fino a tre volte, per un totale di tre gare: potendo, inoltre, scegliere la lunghezza del tracciato, da 3 a 20 giri, c’è anche la possibilità di personalizzare al meglio le proprie necessità e tutto ciò che cerchiamo dalla gara in sé.
COSTUM PILOT
La feature che maggiormente, però, il team di sviluppo spinge e per la quale propende è quella della customizzazione, che ci permette di esaltare i marchi licenziatari della motocross, dalle tute alle moto: potremo creare, infatti, tanto il nostro pilota quanto la nostra moto, personalizzabile dal punto di vista degli elementi che la caratterizzano e dai colori, così come per il nostro pilota, che per un mero vezzo estetico sarà personalizzabile e poi schierabile in pista, senza però avere un feedback sull’eventuale modifica delle caratteristiche di corsa o altro. Allo stesso modo potremo anche customizzare il nostro team, con un logo e un nome tutto nostro, creato ex novo, con annessi team manager e personal manager, da selezionare da una lista di persone già note all’ambiente della motocross. Chiaramente anche la carriera può essere svolta con un pilota creato da noi, ma nella nostra prova tale modalità era bloccata, pertanto non ci è stato possibile approfondire tale aspetto. Andare online, però, con tutte le proprie personalizzazioni permette in ogni caso di avere un buon livello di distinguibilità nel marasma della pista, che nella sua modalità multiplayer ospita fino a un massimo di 12 piloti, nell’unico formato disponibile della gara singola.
[quotesx]La customizzazione, che ci permette di esaltare i marchi licenziatari della motocross, dalle tute alle moto[/quotesx]
Dal punto di vista tecnico MXGP 2 offre tutti i circuiti a disposizione del campionato mondiale riprodotti al meglio, fedelmente e in maniera facilmente riconoscibile. Avendo avuto la possibilità di calcare il bordopista del circuito di Losail, a Doha, abbiamo constatato come la riproduzione fosse precisa e come le curve corrispondessero a quelle che erano le forme del tracciato reale. Allo stesso modo, in gioco, abbiamo notato come l’usura del pilota fosse visibile, là dove per usura s’intende la tuta sporcata dalla fanghiglia e dalla terra, che viene sollevata dal continuo moto delle ruote. Non abbiamo invece notato l’usura del tracciato, che essendo in terra avrebbe dovuto subire quello che è il continuo passaggio delle moto e dei piloti per tutti i giri a nostra disposizione, a prescindere dal fatto che le gare nella loro riproduzione virtuale siano molto più brevi di quelle reali. Da tal punto di vista, insomma, il lavoro tecnico andrebbe ritoccato, in modo tale da poter dare un segno di usura a quello che è il circuito in sé, spesso deformato nella sua forma reale anche prima dell’inizio di una gara per creare cunette o guard rail artificiali di terra. D’altronde, per sottolineare ancora di più la necessità di un aspetto del genere, ricordiamo che la MXGP 2 può distinguersi dagli altri giochi di moto proprio grazie a quella che è la distruzione del tracciato, per il quale già non c’è interazione negli urti, ma non riesce nemmeno a trovare soddisfazione nei solchi e nel fango prodotto dal passaggio delle ruote. L’intero concetto comunque va a sposarsi con quanto dicevamo già in sede di colluttazione con gli altri piloti. MXGP 2 arriverà il prossimo 31 marzo su PlayStation 4, Xbox One e PC, con una fisica completamente ridisegnata e che favorisce la crescita del prodotto, del quale aspettiamo chiaramente una versione finale, tra meno di un mese, per poter valutare la longevità della carriera, oltre che la profondità di tale modalità e annesse modifiche fisiologiche e necessarie che potrebbero subentrare nel corso di quest’ultimo mese che precede il lancio sul mercato.
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