Sega VMU: Una Memory Card con ambizioni da Handheld

Tra le intuizioni hardware più ambiziose mai prodotte da SEGA, la Visual Memory Unit (VMU) puntava a trasformare la semplice Memory Card di un tempo in una piccola handheld di supporto al Dreamcast, tramite cui sarebbe stato possibile accedere a simpatici Mini Game e visionare sotto menù di gioco. Pur avendo anticipato di netto quel processo di interconnessione che, molti anni dopo, avrebbe interessato sistemi come PS3, PSP e PSVita o Wii U e rispettivo Pad, l’iniziativa non riscosse purtroppo il successo sperato: come accaduto per molti altri progetti targati Sega, il suo indubbio potenziale rimase pertanto inespresso.

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Il piccolo cuoricino della VMU era costituito dal processore Sanyo LC8670 Potato ad 8Bit. Per alimentarlo erano necessarie due batterie al litio CR-2032.

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La periferica andava inserita nell’apposito slot integrato nel Pad Dreamcast, il quale Ā avrebbe potuto ospitare 2 due differenti unitĆ  VMU. Questa soluzione si rivelò senz’altro all’avanguardia (anche se Nintendo aveva l’aveva anticipata col Pad dell’N64, NdR)Ā , ma non altrettanto pratica. Oltre ad influire non poco sul peso del controller, l’ingombro degli slot avrebbe infatti costretto i progettisti a collocare il rispettivo cavoĀ nella parte inferiore dello stesso, piuttosto che nella classica posizioneĀ frontale.

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Il display LCD monocromatico in dotazione alla VMU misurava un’ampiezza pari a 37x26mm per una risoluzione di 48×32 pixel: seppur modeste, queste risorse consentivano agli sviluppatori di “giocare” con pixel e animazioni, tanto da creare simpatici sipariettiĀ di supporto al gioco principale. L’immagine sovrastanteĀ ĆØ riferita alla straordinaria versione Dreamcast di Soul Calibur, in cui ogni protagonista del classico Namco – in questo caso Sophitia – poteva godere di una propria versione VMU!

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La VMU disponeva di soli 128Kb di memoria da destinare allo stoccaggio dei dati di gioco, i quali venivano ripartiti in 200 Slot di salvataggio. I dati potevano essere gestiti sia in loco, sia attraverso un più pratico sottomenù accessibile dalla videata di lancio del Dreamcast. Un titolo come Shenmue, il più esoso dell’intero catalogo software, arrivava ad occupare ben 80 Slot di salvataggio.

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Sega avrebbe più volte tentato di sfruttare il lato interattivo della VMU: dei vari mini game abbinati ai titoli più gettonati del catalogo Dreamcast, l’unico a registrare un certo riscontro mediatico fu Chao Adventures: una sorta di Tamagothci legato alle simpatiche creaturine apprezzate in Sonic Adventures 1 e 2.

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In Italia, le unitĆ  VMU venivano vendute al prezzi standard di 39.000 Lire, con eventuali variazioni di prezzo legate al lancio di periferiche sviluppate da aziende esterne a Sega come i modelli Nexus che offrivano capienza assai maggiore.