Una partita a… Splatterhouse

1988 – Si potrebbe partire da moltissimi punti per organizzare un discorso intorno a questa pietra miliare della Namco che porta l’horror in sala giochi con un livello esponenzialmente più alto di tutto quello che si era visto in precedenza. Il gioco infatti non contiene citazioni, è tutto una citazione continua.

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In ambito casalingo, Splatterhouse trovò nel Megadrive il suo habitat ideale. Dopo l’esclusivo Splatterhouse: Wanpaku Graffiti (1989) rilasciato solo in Giappone su NES, il brand approdo infatti sulla console Sega con il porting dell’originale e due sequel rilasciati nel 1992 e nel 1993.

Si parte dal personaggio che è chiaramente un clone di Jason Voorhees protagonista di Venerdì 13 e, immaginate un po’, idolo di buona parte della redazione di Retrovillage. Questa volta però non si tratta di macellare campeggiatori che hanno al sola colpa di compiere i propri atti peccaminosi e di rimanere soli al buio nel posto dove il numero dei morti per semestre supera il centro di Bogotà; dobbiamo infatti salvare la nostra fidanzata.

Il gioco si articola in sette livelli per niente facili, alla fine di ogni livello c’è un boss anch’esso non tanto facile i cui movimenti vanno imparati a memoria. Vi premetto che il gioco è tra quelli che possono essere terminati, noi ci siamo riusciti senza perdere nemmeno una vita, cercare di fare la Flawless invece ci sembra abbastanza improbabile, qualche colpo in un modo o nell’altro i boss riescono sempre a darvelo, i livelli invece sono abbastanza semplici, almeno fino al quinto.

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Il character design di Rick era palesemente ispirato al più famoso Jason Voorhees del celebre Venerdì 13 cinematografico.

I veri problemi iniziano con il sesto e con il settimo livello, infatti il cattivone finale non possiede una stanza e se vi uccide siete costretti a ripetere da capo l’intero livello e questo oltre che essere frustrante vi farà perdere le speranze di uscirne vivi, basta infatti un minimo errore per lasciarci la vita.

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Nel 2010, Namco Bandai avrebbe cercato di riesumare il franchise con Reboot destinato ad X360 e PS3 in cui la vecchia anima bidimensionale veniva affiancata da numerose sezioni in 3D… Con esiti discutibili.

Esiste invero anche un colpo speciale, una specie di scivolata, che in teoria dovrebbe salvare un po’ le cose ma la tecnica di esecuzione fa sì che il lock non entri sempre pertanto non vi consigliamo di usarla se non per stendere il boss del livello tre, altra citazione di Venerdì 13 ma molto più colta.

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