Computer Space: l’alba dei Coin-Op

1971 – Sebbene alcuni indichino il meno noto Galaxy Game di Bill Pitts e Hugh Tuck quale primo, vero videogame a gettoni mai prodotto ad uso commerciale, la storia attribuisce il merito di aver battezzato questa frontiera dell’intrattenimento elettronico a sua maestà Nolan Bushnell che, in tandem col fido Ted Dabney, avrebbe finanziato lo sviluppo del celeberrimo Computer Space.

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Il design del cabinato di Computer Space puntava essenzialmente ad emulare i computer di bordo delle astronavi viste nei numerosi film di Fantascienza in voga all’epoca.

Rilasciato sul mercato nel novembre del 1971 (a soli due mesi di distanza dalla relase di Galaxy Game, NdR), Computer Space nasceva idealmente quale rielaborazione commerciale del format di Spacewar!, sperimentale space shooter ideato da Steve Russel su PDP-1 tra il 1961 e il 1962, su cui lo stesso Bushnell aveva avuto occasione di mettere le mani qualche anno prima, durante una delle tante convention dimostrative tenutesi nei campus universitari che ne ospitavano un modello.

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L’interfaccia di controllo di Computer Space ricordava più il pannello di di comandi di un elicottero piuttosto che un’Arcade Stick da gioco: sulla destra potete notare i due pulsanti adibiti alle rotazioni oraria e antioraria dello scafo, mentre sulla sinistra campeggiavano il pulsante adibito al lancio dei missili e quello legato alla propulsione.

Rielaborato in modo da sfruttare il fruttuoso sistema a gettoni già utilizzato dai Slot Machine, Flipper e altri cabinati a premi presenti nei Luna Park, il progetto fu acquistato dalla Nutting Associates all’inizio del 1970 e smistato sul mercato “arcade” pochi mesi dopo, con il supporto di un cabinato dal design aerodinamico e futuribile. Almeno per gli standard dell’epoca…

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Lo schermo monocromatico in dotazione ai Coin-Operator di Computer Space misurava 15″ ed era protetto da una lastra protettiva piuttosto suscettibile ai riflessi delle fonti di illuminazione circostanti.

Per soli 25 Centesimi di Dollaro, i giocatori avrebbero provato l’ebbrezza di controllare una navicella spaziale per uno scontro a fuoco della durata  di 90 secondi: se allo scadere di questi ultimi il punteggio registrato dall’utente fosse stato superiore a quello riportato dai vascelli rivali, il gioco sarebbe continuato per un intervallo di tempo analogo, altrimenti la partita sarebbe logicamente terminata.

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Dal punto di vista prettamente grafico, Computer Space era a dir poco essenziale: il tutto si sarebbe svolto nel perimetro di una pratica schermata fissa rappresentate una porzione di universo, con le due navette impegnate nella battaglia a rappresentare gli unici sprite animati.

Per quanto l’esperienza ludica offerta da Computer Space rappresentasse un esperienza unica nel suo genere, furono tuttavia in pochi ad apprezzare questa “nuova” proposta. Generalmente scoraggiati dalle iniziali difficoltà d’interazione con il prodotto, i frequentatori delle sale preferivano di fatti investire i propri spiccioli nei classici cabinati meccanici, invece che rischiare di far brutta figura davanti ad un “giochino elettronico”….

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A compromettere l’esito del progetto Computer Space subentrarono anche una certa instabilità dell’hardware e costi di sviluppo particolarmente elevati: quand’anche il gioco avesse registrato un successo maggiore, si stima che Bushnell e soci avrebbero fatto comunque fatica a coprire le spese di produzione.

A dispetto dello scarso successo riscosso, Computer Space rappresentò in ogni caso uno step determinante per l’evoluzione della mercato Arcade: il suo relativo fallimento avrebbe difatti spinto i suoi produttori ad affinare il proprio approccio strategico per poi tornare all’attacco del settore con le idee molto più chiare e un progetto chiamato Pong… Ma questa è un’altra storia!

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Nolan Bushnell (a sinistra) e Ted Dabney all’epoca dell’impresa. (1970)

IL FRATELLO SFORTUNATO

Prima di passare al nostro consueto longplay video, vale senz’altro la pena spendere almeno due parole per Galaxy Game, il progetto cui Computer Space “rubò” la scena. Sviluppato da Bill Pitts e Hugh Tuck sfruttando il medesimo hardware impiegato per la realizzazione di Spacewar!, il coin-op venne ultimato nel settembre del 1971 nei laboratori della Stanford University e distribuito in svariati campus universitari statunitensi di lì a poco.

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Inutile girarci intorno, il Coin Operator di Galaxy Game era molto più simile ad una lavastoviglie che ad un cabinato da gioco. Unito ad un costo di produzione che superava i 20.000 Dollari dell’epoca, questo dettaglio costituì uno dei più grandi ostacoli alla sua diffusione!

Analogamente al succitato prototipo firmato da Steve Russell, il gioco ne riprendeva le dinamiche da space shooter e, a quanto pare, il suo gameplay non differiva poi troppo da quello di Computer Space. A decretare la maggiore visibilità mediatica registrata da quest’ultimo avrebbero a quanto pare influito una campagna pubblicitaria più agguerrita e il look più affascinante dello stesso cabinato.

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Dulcis in fundo, una romantica immagine del prototipo di Spacewar! con tutto il necessario per farlo girare a dovere! (1960-1961)

IN VIDEO

Godiamoci ora in religioso silenzio il caro, vecchio Computer Space in azione!

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