Metal Gear Solid: Snake Eater 3D

Il remake di Metal Gear Solid: Snake Eater raggiunge gli schermi di Nintendo 3DS. Scoprite nella nostra recensione quanto valga la pena ritornare a mangiar serpenti nella giungla.

Una delle immagini che più si prestano per evocare l’inferno sulla terra, oltre all’attacco alieno e al bombardamento nucleare, è sicuramente quella della guerra che si consuma all’interno della giungla. Il nostro immaginario, del resto, è profondamente segnato dal Vietnam, e soprattutto da come l’hanno raccontato registi come Francis Ford Coppola e Stanley Kubrick, con film straordinari come Apocalypse Now e Full Metal Jacket.

Quella narrata da Kojima in Metal Gear Solid: Snake Eater 3D, invece, è una storia che superficialmente sembra collocarsi a metà strada tra Rambo e James Bond, ma che in realtà nasconde un intreccio fantapolitico incentrato sulla Guerra Fredda, sulla crisi dei missili di Cuba e sul fantasma della bomba atomica, oltre che su un paio di teorie cospirazioniste e su qualche invenzione fantascientifica (come lo Shagohod, per esempio, un carro armato robot in grado di lanciare missili a testata nucleare in qualsiasi punto del pianeta). Il teatro delle battaglie, qui, non è la giungla, bensì la foresta (fittizia) di Tselinoyarsk, in Russia, ma è come se fosse la giungla, visto che Kojima si è concesso qualche licenza poetica e ha piazzato coccodrilli (o meglio, gaviali) e serpenti tropicali dove, a regola, non dovrebbero esserci. Ma anche uccelli, lepri, rane, ragni (velenosi), granchi, pesci e scorpioni, che il nostro soldato può cacciare per cibarsi e sopravvivere in un ambiente tanto ostile. Ogni azione intrapresa da Naked Snake, che sia guadare una palude, arrampicarsi su un albero, rimanere appeso a una roccia o nuotare nelle acque ghiacciate di un fiume, va a consumare un po’ della sua resistenza fisica, che a sua volta si riflette sulla salute, e pertanto il cibo diventa fondamentale per riprendere vigore.

A SPASSO PER LA FORESTA
Un’altra minaccia per la salute di Snake è rappresentata dalle ferite, che vanno curate al più presto ricorrendo a rimedi fai da te à la Rambo (il sigaro, tanto per dire, viene impiegato per liberarsi delle odiose sanguisughe). Ma la vera minaccia per l’agente della CIA in missione supersegreta è costituita dalle guardie russe, che pattugliano costantemente la foresta, scandagliandola in ogni suo anfratto. Ed è qui che ci si rende davvero conto di quanto il 3D abbia giovato all’esperienza di gioco: quando i nemici si avvicinano a Snake, immerso nella vegetazione e mimetizzato in mezzo ai fili d’erba che sembrano saltar fuori dallo schermo, la loro presenza diventa quasi tangibile e le palpitazioni crescono con il loro approssimarsi.

Ovviamente, la componente stealth la fa da padrona, ora con una dimensione in più.

Parlando di mimetizzazione, poi, è impossibile non citare la “Fotomimetica”, un’opzione inedita di questo remake su Nintendo 3DS che permette di fotografare un oggetto del vostro arredamento (o del vostro cortile) per poi utilizzarne la trama come base per la mimetica di Snake. Un’idea piuttosto bizzarra, ma che ha il suo fascino, non c’è che dire. La novità più interessante, però, arriva dall’interfaccia – che ora è più chiara e accessibile grazie alla presenza del touch screen, e dal sistema di telecamere, che permette in qualsiasi momento di switchare dalla visuale in soggettiva alla terza persona (passando per la mira automatica) con un semplice click sul medesimo schermo tattile.

DE BELLO SERPENTE
La contropartita si sconta in termini di motore grafico, che a tratti non ce la fa proprio a tenere il passo dell’azione e inciampa in continui rallentamenti, il che è un peccato perché il 3D, come si diceva, rende davvero bene. Un’altra piccola seccatura riguarda il sistema di controllo: in assenza di un secondo pad scorrevole, gli sviluppatori hanno dovuto associare i movimenti della telecamera ai tasti frontali, e la pratica è tutt’altro che comoda, anche se alla lunga ci si prende la mano. Per fortuna, esiste il Pad Scorrevole Pro, che, per quanto orribile a vedersi, risolve il problema alla radice.

In definitiva, Metal Gear Solid: Snake Eater 3D avrebbe potuto essere ancora meglio di com’è, ma anche così merita di essere (ri)giocato, soprattutto per l’ottimo uso del 3D, che si sposa alla perfezione con le meccaniche di gioco. E se questa è la prima volta che prendete parte all’avventura di Naked Snake, allacciatevi le cinture, perché nella “giungla” di Kojima ne vedrete delle belle.