E3 2013 – Diario di viaggio: giorno #2

Los Angeles: la città degli angeli, e delle SIM. E anche di Mike Wazowski.

Avremmo voluto dormire un po’ di più, ma il jet-lag ci ha tirati giù dal letto alle sette del mattino (ora di Los Angeles), e quindi cosa c’è di meglio di un giro per Hollywood Boulevard, quando ancora l’aria è frizzante e il casino dei turisti è ancora da venire? La colazione al The Coffe Bean è quasi mortificante: tutto riporta un numero di calorie imbarazzante per uno che è abituato a quanto di “smart” offre l’Italia. Vada di Cytrus Muffin, che era il dolce più “leggero”, e che comunque conteneva un numero di calorie sufficienti a sfamare un cavallo per tutta la settimana.

Un Todeschini amareggiato e provato da tre ore passate in un negozio per cellulari.

Con la colazione ancora indecisa se seguire la strada corretta o uscire da dove è entrata, ci siamo apprestati alla ricerca di un negozio che vendesse SIM americane. Non per altro, ma durante i giorni della fiera il telefono è un continuo squillare da parte dei PR, che tentano di attirarci nei loro stand come le mosche al miele, nonostante si siano già presi i dovuti appuntamenti prima di partire. Entriamo in un negozietto, dove ci accoglie un simpaticissimo ragazzo marocchino (tutto casa e PS3, stando a quanto ha sostenuto) per compiere una di quelle operazioni che dovrebbero occupare non più di cinque minuti. Cribbio… siamo in America, mica nel Bangladesh! E invece nulla… tre ore abbondanti chiusi lì, nell’attesa che il suddetto commesso riesca a spiegare per telefono agli addetti della compagnia quello di cui abbiamo bisogno. Roba da far impallidire i call center italiani, che immediatamente vincono 1000G gratuiti di stima.

Pomeriggio è il turno del recupero badge, senza i quali non si entra da nessuna parte. Ci rechiamo in fiera, dove troviamo tutto il resto della truppa italiana. Ognuno ha avuto le sue sfighe: tra chi si è trovato derubato di passaporto e attrezzatura e chi è arrivato e ha trovato l’albergo che non gli ha riconosciuto la prenotazione (e ha quindi dovuto attendere tre ore che la situazione si sbloccasse), le sfighe si sono sommate l’una all’altra. Mal comune mezzo gaudio? Manco per niente, soprattutto per chi sta passando le giornate tra consolati e polizia, per capire che ne sarà del suo destino. Pace e amore per lui.

Carne buona. In tutti i sensi.

Nel tardo pomeriggio è arrivato il momento “plus” della giornata: la presentazione di Disney Infinity. Prima che pensiate che ci sia dell’ironia nelle mie parole, sappiate che sono serio. Per davvero. Ok… magari non in merito al gioco, di cui vi parlerà Claudio a breve, ma dell’evento in sé, visto che ci è stata data l’opportunità di assistere alla prima mezz’ora del prossimo film di quei fottuti geniacci della Pixar (Monsters University) e della Disney Pictures (The Lone Ranger). Il primo pare una roba talmente splendida da fare il giro, visto che vede Sullivan (e l’amico Mike) alle prese con gli studi accademici che lo porteranno a diventare lo “spaventatore” professionista di Monsters & Co. Il secondo è la versione western de I Pirati dei Caraibi, con un Johnny Depp – manco a dirlo – sugli scudi. Tanta roba davvero, al punto che Disney Infinity è quasi parso un titolo decoroso, visto che ruoterà anche attorno alle vicende dei protagonisti dei due film di cui sopra. E poi, la tipa che ci ha servito la carnazza buona aveva il suo bel perché…