Forza Horizon 4 Recensione, una meravigliosa sinfonia di motori, pioggia, cuore e asfalto

Forza horizon 4

Fin dal suo debutto, avvenuto su old gen in parallelo agli ultimiĀ Forza Motorsport di Turn10, la serie Forza Horizon si ĆØ imposta come vera e propria regina del racing game arcade, un genere che negli anni – come molti altri – ĆØ andando sempre più sfumando i suoi confini, sia in direzione del divertimento più sfrenato, sia in direzione della simulazione stessa. Forza Horizon 4 rappresenta probabilmente la summa di questo percorso, riuscendo nel miracolo di inglobare in sĆ© stesso non uno, ma ben tre videogiochi differenti: il simulativo Ć  la Motorsport, il racing open world bellissimo e sconfinato, fino ad arrivare al party game social e chiassoso. Il tutto condito da un impianto visivo impressionante, fortemente legato al meteo dinamico e ad altre piacevolezze. Il videogioco di guida arcade definitivo, quindi? Senza esagerare, si.

Come il suo predecessore, entrato nei nostri salotti appena due anni fa (sembra un’eternitĆ , eh?), anche il quarto Horizon ĆØ quasi interamente strutturato attorno ad una modalitĆ  che fonde singolo giocatore e multiplayer in maniera totalmente seamless, senza soluzione di continuitĆ . La location scelta ĆØ stavolta la campagna inglese; potremmo definire quella di Playground Games come una splendida finzione, forse non del tutto attinente alla realtĆ , ma dipinta in maniera volutamente romanzata, enfatizzando gli elementi che tutti, da un film o una serie TV, ricordiamo come iconici delle dolci colline inglesi: prati verdi, placidi fiumiciattoli, quartieri ordinati con giardini ben tenuti, strade ampie e sinuose. Questo bel quadro, fra i più ispirati dell’intera serie Forza, viene ovviamente ā€œdisturbatoā€ dalla competizione motoristica più casinista che la storia videoludica ricordi: il Festival Horizon, che torna con la sua mole di attivitĆ  e la sua valanga di oggetti sbloccabili. Si tratta di una formula, quella del festival, che non potrebbe essere più idonea a rappresentare su schermo l’idea di racing game che i Playground hanno: vuoi gareggiare? Perfetto, grazie ad Anna (il fittizio assistente vocale alla guida) hai subito un evento dietro l’angolo. Anzi, volendo ne puoi creare uno tu stesso, personalizzandolo fino all’estremo e alle regole più superflue: questa ā€œmaniaā€ di personalizzazione, che Horizon ha e non manca mai di ostentare, continua un po’ dappertutto, dentro e fuori il proprio garage, e rappresenta una delle costanti che segnano la differenza fra questo e tutti gli altri racing, nei quali ai giocatori viene offerto un prodotto sostanzialmente lineare. Forza Horizon 4, invece, ĆØ un vero e proprio parco giochi, ĆØ la sublimazione di un concetto ben più ampio che non comprende solamente un paio di idee semplici e legate fra loro, come il piacere di sbloccare nuove auto e il tarare a piacimento il modello di guida per renderlo il più possibile simulativo e affine alle proprie esigenze, ma li inserisce all’interno dell’evoluzione stessa del mondo di gioco, titanica, oltre che precisa e coerente con le azioni del giocatore stesso. Le opzioni di personalizzazione sono tante e tali, nell’economia di Horizon, da meritarsi una sezione apposita nel menu, il centro creativo, nel quale ĆØ possibile controllare praticamente ogni aspetto della propria collezione e ideare e giocare nuovi eventi, nell’ambito della piattaforma comunitaria Horizon Blueprint. Se volessimo spiegare ragionando ā€œper generiā€ che cos’è Forza Horizon 4 (e sapete che su Gamesvillage, solitamente, non ci piace farlo) non potremmo definirlo più ā€œsoltantoā€ un racing game, ma anche un videogioco di ruolo a mondo aperto nel quale non ĆØ possibile scendere per andarsene a spasso e in cui si fanno ā€œcoseā€ a bordo di una quattro ruote. Ma, caspiterina, ĆØ talmente bello rimanere comodamente seduti nel proprio bolide che la sola idea di abbandonarlo non può nemmeno sfiorarvi.

Forza Horizon

L’elemento più caratterizzante e più prorompente di Forza Horizon 4 non risiede però tanto in quel cheĀ abbiamo detto finora, quanto nel sistema di progressione all’interno del festival, che pure ĆØ all’apparenza molto simile a quello del terzo capitolo: ogni evento sbloccato e completatoĀ ĆØ come sempre utile ad acquisire crediti, i quali possono poi essere spesi per accrescere la propria collezione e farsi ā€œbelliā€ con la gente incontrata online. Oltre al sensibile aumento di cose da fare, la più grossa novitĆ  sta nel sistema delle stagioni, che suddividono gli eventi del festival in quattro macro-categorie a seconda del grado di influenza raggiunto. Passare dinamicamente, durante il festival, attraverso autunno, inverno, primavera ed estate ĆØ un qualcosa di unico, con transizioni spettacolari e soprattutto un cambiamento tangibileĀ negli eventi incontrati e anche nella mappa free roam, con le auto che assumono un comportamento del tutto diverso a seconda del fondo stradale e del tempo atmosferico corrente. La transizione fra l’uno e l’altro, tra l’altro, non ĆØ nemmeno tagliata con l’accetta: una volta uscito il sole, ĆØ ancora possibile imbattersi in pozzanghere che rallenteranno e disturberanno il nostro cammino, magari nelle aree un po’ più in ombra. Queste condizioni ā€œibrideā€ sono selezionabili ancheĀ nella personalizzazione dei singoli eventi: si va cosƬ da normalmente soleggiato a nuvoloso, a nevoso, a soleggiato dopo pioggia, a pioggia leggera, e cosƬ via. ƈ un qualcosa di mostruoso, che giĆ  un anno fa con Forza Motorsport 7 funzionava più che bene, ma che, applicato alla perfezione ad un videogioco molto più aperto, non può che far accapponare la pelle per cura nei dettagli e per realizzazione. ƈ proprio qui, nel sistema stagionale, che le due anime (arcade e simulativa) di Forza Horizon 4 si incontrano e si amalgamano alla perfezione, per poi distanziarsi nuovamente, per meglio adattarsi sia a chi lo intende in un modo che a chi invece lo intende nell’altro. La sua ā€œforzaā€ sta tutta qui: nel saper accontentare tutti, riuscendo nel contempo a farlo con uno stile mai visto.

L’anima social di Horizon si ritrova praticamente in ogni attivitĆ : tutto può essere affrontato in compagnia dei propri amici, nell’ambito della cosiddetta Carovana Horizon, la quale, semplificando, diventa una vera e propria lobby itinerante. Il gioco, però, propone talmente tante attivitĆ  – disponibili quasi da subito – da lasciare senza fiato, inebetiti e soverchiatiĀ dalla mole di icone disponibili sulla mappa, che vanno dalla classica gara a giri o dal punto A al punto B (“classica” per modo di dire, ricordando le infinite possibilitĆ  che Horizon offre in termini di scenari e personalizzazione) agli eventi stuntman, passando per sfide di velocitĆ , un’infinitĆ  di collezionabili da raccogliere e auto segrete da ritrovare. Il tutto con altri giocatori sempre presenti sulla mappa – a meno di giocare offline, chiaramente – coi quali imbastire sfide improvvisate o organizzare in pochi passaggi veri e propri eventi completi ai quali invitare tutta la lobby. Anche in compagnia, Forza Horizon 4 ĆØ vero e proprio piacere di guida personificato: una gioia da giocare, una festa da condividere. In tal senso, non stupisce che sia anche possibile creare un proprio alter-ego, benchĆ© con poche opzioni per personalizzarlo nel viso e nel corpo. Più che farvi giocare, Playground punta a farvi vivere e riversare nel gioco, gara dopo gara, auto dopo auto, tutta la vostra passione per i motori. E da fare ce n’ĆØ per mesi: contenutisticamente,Ā Forza Horizon 4 ĆØ qualcosa di impressionante, con più di 450 auto sbloccabili (ed altre che verranno aggiunte ogni settimana col pass a loro dedicato), migliaia di decalcomanie per personalizzarle – con la possibilitĆ  di utilizzare anche i migliori stili e messe a punto della community – oltre a centinaia di oggetti, fra emote e vestiti, per agghindare il proprio avatar.Ā Una volta saliti a bordo del proprio bolide – e dopo qualche ora di gioco avrete solamente l’imbarazzo della scelta – ci si ritrova comunque di fronte, nello spirito, lo stesso Horizon di sempre. Stavolta, però, con una marcia (letteralmente) in più.

Il trionfo di Forza Horizon 4 continua, anzi, raggiunge il suo massimo apice, nel sontuoso impianto tecnico che Playground Games ha messo in piedi per sorreggere la sua ultima opera. Dai, sembrano dire gli sviluppatori, fate meglio con questo hardware e su quattro ruote, se ne siete capaci: e infatti visivamente siamo di fronte a un qualcosa di miracoloso, a livelli tali che qui parlare ancora di semplice “grafica” intesa nel suo senso più bambinesco e basilare ĆØ ormai assurdo. In Forza Horizon 4 ogni pixel ĆØ al servizio di una splendida sinfonia, realizzata con una dovizia di particolari impressionante, quasi sconvolgente, addirittura provocante. Verrebbe voglia di tuffarsi nello schermo ed entrarci per davvero, in quel mondo. Descrivervi nel dettaglio tutti i particolari estetici sarebbe perfino superfluo, stante la valanga di filmati che tutti abbiamo giĆ  avuto modo di ammirare, ma vi basti sapere che, se attivate la modalitĆ  drone (che slega la camera dal vostro veicolo) e ve ne andate a spasso per i boschi osservando certi dettagli, vi sembrerĆ  di trovarvi in un videogioco dove normalmente quei terreni li calcate a piedi e a velocitĆ  molto minore. Basta questo a descrivere l’imponenza di Forza Horizon 4: tutto il resto, dal tratteggio impeccabile delle autovetture agli splendidi giochi di luce del sontuoso sistema di illuminazione, si commenta da solo. Non solo per appagare gli occhi, ma anche le orecchie: il rombo delle auto ĆØ riprodotto con una qualitĆ  mai vista in un racing open world, e le musiche alla radio (un’infinitĆ ) sono sempre splendide e azzeccate (sƬ, compresa la stazione che trasmette musica classica). Un en-plein audiovisivo che completa un quadro giĆ  di per sĆ© stupendo.

https://www.youtube.com/watch?v=zJ477xAIlgU

Forza Horizon 4 non ĆØ solamente un videogioco, ĆØ un inno d’amore al mondo dei motori, una meravigliosa sinfonia che nasce in una curva affrontata a 230 all’ora e si perde fra le sconfinate opzioni e possibilitĆ  che il parco giochi di Playground mette a disposizione (mai “abbinamento” linguistico fu più azzeccato, tra l’altro), passando per un’inaspettata anima “simulativo-arcade” che, con i dovuti accorgimenti, riuscirĆ  a soddisfare tutti, o quasi. Pad alla mano, insomma, abbiamo il solito, grande Horizon, ulteriormente impreziosito da un sistema dinamico delle stagioni che ĆØ un’idea incredibile giĆ  oggi, e che, scommettiamo, non verrĆ  perso per strada, ma sarĆ  utilizzato dal team anche per l’RPG che stanno creando in quel di Leamington. O almeno cosƬ si mormora. Ma, ragazzi, vi prego: se questo fantomatico videogioco deve significare dire addio per sempre alla serie Horizon, fate prima a non farlo.Ā 

Nato nello scorso millennio con una console fra le mani e rimasto per molti anni confinato nel mondo distopico della Los Angeles del 2019, ha infine deciso di uscirne per divulgare al mondo intero le sue più grandi passioni: il videogioco in tutte le sue forme, il cinema (quello vero) e Dylan Dog.