Carlo Vichi è un nome poco noto al grande pubblico, ma si tratta di una figura leggendaria per gli appassionati di TV a tubo catodico, perché è il padre fondatore di una casa italiana storica legata a doppio filo al mondo del retrogaming. Nel vero senso della parola.
L’imprenditore toscano Carlo Vichi, classe 1923, spegne oggi ben novantasette candeline, e viene infatti ricordato dagli appassionati retrò per aver fondato la celebre MIVAR, il cui acronimo significa MIlano Vichi Apparecchi Radio, e segue di circa dieci anni quello originale, ideato nel 1945, di VAR, ovvero Vichi Apparecchi Radio.
Le origini dell’azienda sono molto modeste, al punto che uno dei primi stabilimenti di produzione è una piccola palestra in disuso presa in affitto dove inizia la grande avventura del marchio. L’inizio modesto, del resto il padre di Carlo Vichi era un semplice metronotte, spingerà la società ad avere sempre un occhio di riguardo per il mercato dell’elettronica a basso costo, pur di elevata qualità. Similmente alla britannica Amstrad di Alan Michael Sugar.
Dopo aver fatto una tosta gavetta, che comprende il lavoro di Tecnico Radio Riparatore e collaborazione con marchi quali Minerva, leader del settore, Carlo si mette in proprio. L’azienda italiana, pur nata per la produzione di apparecchi radiofonici, è stata in prima linea nella produzione di TV a tubo catodico, dal 1959 in poi, ancora oggi ricercatissime dagli amanti del CRT, per la loro nitidezza di immagine e per la innovativa linea slim, ideata da Carlo Vichi, in cui il tubo catodico veniva assottigliato fino a diventare una elegante “coda” nel corpo macchina.
MIVAR attualmente non produce più televisori, dopo aver iniziato, nei primi anni duemila, a sondare anche il mercato degli apparecchi LCD. Lo stabilimento più recente è stato messo a disposizione gratuitamente dal 2014, primo anno inattivo della società, di chiunque volesse produrre elettronica tutta italiana. Alle ore 16:55 del venti Dicembre 2013, infatti, l’ultimo apparecchio a marchio MIVAR lascia la catena produttiva per andare sul mercato.
Partito dalla piccola città di Montieri in provincia di Grosseto, a soli sette anni, Carlo Vichi, nel 1930 si ritrova a Milano, assieme alla famiglia, dove si appassiona al mondo dell’elettronica, delle Radio ed in seguito, con l’arrivo della nuova tecnologia TV, alla televisione a tubo catodico, settore grazie al quale il marchio MIVAR entra nella leggenda per sempre. E voi lettori con qualche anno in più sulle spalle, quanti videogiochi avete visto passare nei vostri apparecchi catodici a marchio MIVAR?