La ricerca in se stessi è forse il superpotere più ricercato al giorno d’oggi. Se riflettessimo sul dramma moderno, non potremmo trovare una problematica più fattuale nei giovani. Kohei Horikoshi ha concentrato tutto il suo estro artistico per dare in pasto al mondo un luogo in cui il male e il male si sovrastano a vicenda per garantire l’equilibrio della società. I superpoteri sono un dono, ma anche un grave fardello. Non è la prima volta che sentiamo questa frase, no? Alla fine si tratta di responsabilità verso noi stessi e gli altri, ma chi non vorrebbe cambiare il mondo per un giorno? La ricerca del proprio essere, una spettacolare patina supereroistica e un’utopica mutazione del genoma umano, offrono a My Hero Academia lo scenario perfetto per forgiare le giovani menti del domani, la generazione del futuro. Ma quando la giustizia e il potere divampano, sbacciano sempre nell’ombra i germogli del male. My Hero One Justice 2 è la risposta a questi quesiti: quello che si preannuncia essere il continuum del primo capitolo e prodotto di punta del frenchise. Ci sarà riuscito?
Per chi non fosse particolarmente avvezzo al genere, My Hero One’s Justice è il rombo di tuono dei picchiaduro nipponici, nei panni di una delle opere più amate degli ultimi cinque anni. Il bisogno di eroismo e giustizia nell’aria è fermentato nelle giovani menti, e in molti sono accorsi per poter gustare questo nuovo fenomeno mondiale. Tra scazzottate epiche e poteri appariscenti, il gioco discorre sulle tematiche chiave dello shonen originale e si ripropone in una veste più popolare. Sebbene da un lato il titolo mantenga la sua sacrosanta dignità artistica, ora merito di filmati interamente riprodotti in pieno stile manga, ora merito di una sublime rifinitura di tutti i personaggi della saga, si denota una parvenza di pressappochismo. Oltre che a degli spruzzi di nostalgia per gli appassionati, a livello contenutistico non sono presenti dei siparietti così golosi, ma anzi, il tutto si sintetizza in una serie di scontri concatenati, scanditi dalla presenza di deliziosi intermezzi grafici. Ma per quanto sia gradevole la rappresentazione, alla lunga il mantra discende a cantilena, rompendo la magia dei primi capitoli. Il vero cuore pulsante dell’opera risiede nel suo combat system dirompente e nelle modalità multigiocatore, pensate per far perdere la testa a tutti gli amanti del genere.
Inondazioni eroistiche
Oltre che ad essere il riflesso di un’opera concepita per divenire un progetto di formazione moderno, My Hero One’s Justice è anche pura goliardia supereroistica. Gli scontri appariscenti tra un capitolo e l’altro sono accompagnati da una fedele riproduzione dei dialoghi giapponesi e una direzione artistica incentrata sulla spettacolarità. Ogni superpotere, azione, mossa e finisher di Deko e dei suoi amici è stata riproposta con un ritmo incalzante e profondamente ispirato all’originale. Lo schermo dopo pochi secondi è pervaso di sane scazzottate, diventando così teatro di un tripudio di colori e colpi frenetici. Il sistema di combattimento, apparentemente complesso e variopinto, non è solo fluido e ricco di di mosse speciali decisamente galvanizzanti, ma è anche aperto a un pubblico più sbottonato. Intuitivo e al limite del botton smashing, il titolo offro comunque un ottimo grado di spettacolarità, sulla falsa riga del predecessore. Laddove nostalgia e goliardia si fondono per garantire un’opera fruibile a tutti e accessibile, si rompe in un certo senso quella parvenza di continuità e metamorfosi del prodotto iniziata con il primo capitolo. Il tutto rimane pressoché stantio, ma non è per forza un male. Si rimane dignitosamente ancorati al passato, promuovendo però uno stile frizzante e adatto a un pubblico ben diversificato.
Inevitabile il confronto con il passato. My Hero One’s Justice 2 è un prodotto che segue strenuamente la falsa riga del suo predecessore, senza mai osare troppo. Nato per essere una delle opere di formazione più mature e deliziose degli ultimi anni, il brand si è evoluto per dare alla luce un picchiaduro frenetico e spettacolare. Al di là dell’aroma nostalgico palpabile in tutta la storia principale, sempre in linea con l’originale, il gioco trae la propria linfa vitale da un sistema di combattimento pirotecnico e magnetico. Fruibile a tutti, l’opera dispensa sana goliardia a ritmi ben scanditi tra le varie modalità multigiocatore, offendo ore e ore di puro intrattenimento. Manca il coraggio per uscire dal limbo della mediocrità certo, ma rimane un progetto saldamente ancorato alle origini del franchise e che saprà essere memorabile nel cuore degli appassionati.