Prinny 1+2 Exploded and Reloaded Recensione: Dood!

Prinny Presents NIS Classics Vol. 2

Prinny 1+2: Exploded and Reloadeddi cui vi apprestate a leggere la recensione, è una collection che non mi sarei mai aspettato di vedere su Nintendo Switch. Men che meno, di recensire. Ma quando mi è stata proposta la possibilità, nella mia mente si è verificata un’esplosione di ricordi tale e quale a quella dei piccoli protagonisti blu di cui parliamo oggi: i Prinny. E sono riuscito a rispondere solamente “Ok Dood!”. 

Recensione Prinny 1+2

Recensione Prinny 1+2: Pinguini Tattici Nucleari 

Premessa: quando ho giocato per la prima volta a Prinny: Can I Really be the Hero? (Prinny 1 da ora in poi) non conoscevo la serie Disgaea. Ed anche ora non è che sia diventata la mia preferita, tutt’altro. Ciononostante, che siate fan o meno non si può che lodare il character design che ha portato alla nascita dei Prinny, pinguini blu esplosivi del regno demoniaco (Pinguini Tattici Nucleari? Chissà). Ve la farò breve: quando le anime malvage finiscono all’inferno, vengono trasformate in Prinny, servitori di infimo livello che, se percossi, esplodono. E vengono percossi spesso, per la cronaca.

Recensione Prinny 1+2

A loro spettano i compiti più ingrati, come fare da schiavi personali ai demoni maggiori: i protagonisti di Disgaea. Noi, in particolare, impersoniamo i 1000 Prinny servitori della demonietta Etna, alla quale viene rubato… il dessert. Pardon,  l’Ultra Dessert. Manco a dirlo, Etna incolpa i poveri Prinny del fattaccio, e li obbliga a trovare gli ingredienti per cucinare un altro Ultra Dessert prima dell’ora di cena. In Prinny 2: Dawn of Operation Panties, Dood! (Prinny 2 da ora in avanti), poi, la tiritera si ripete con una piccola variazione quasi fan service. A venir rubate, stavolta, sono le mutandine della succubus. 

Recensione Prinny 1+2 : skip cutscene

Ciò detto, nonostante Prinny 1 e 2 provengano dalle costole di un RPG, la trama non è minimamente importante nel convincervi ad acquistare o meno la collection. Sebbene tutti i dialoghi siano stati doppiati, leggerli o ascoltarli non vale proprio la pena. Infarciti di umorismo infantile, ripetitivo e per nulla divertente, rappresentano, se vogliamo, una bella occasione sprecata per Prinny. Che avrebbe potuto, magari, calcare un po’ di più la mano nel settore storia. Prinny 1 e 2, invece, nel bene e nel male sono videogiochi squisitamente tecnici, platform millimetrici e “unforgiving”, che non perdonano. 

Recensione Prinny 1+2

Di più: anche se si può scegliere un livello di difficoltà inferiore, che porta a 3 i colpi sopportabili da ogni Prinny prima di esplodere e respawnare ai checkpoint, solo affrontare ogni stage con la difficoltà al massimo dà il giusto grado di soddisfazione. Altrimenti, tanto Prinny 1 quanto il 2 perdono buona parte del mordente, facendoci notare una certa ripetitività di fondo nel level design; giocando al massimo della difficoltà, invece, siamo troppo impegnati a non esplodere per farci caso. Oltretutto, è palese quanto gli stessi developer abbiano costruito piattaforme, posizionamento dei nemici, distanze di salto e via dicendo con in mente una fruizione hardcore degli stage. Quando veniamo colpiti durante i momenti più concitati, infatti, spesso e volentieri veniamo catapultati in pozzi senza fondo senza possibilità di salvarci; o rimandati tanto indietro dal contraccolpo che sarebbe stato meglio ripartire direttamente dal checkpoint.

Recensione Prinny 1+2: uno degli eredi di Ghost and Goblins

Provare per credere, Prinny pesca a piene mani dal gameplay tipico di platform come il leggendario Ghost and Goblins; proponendo, quindi, una rigidità di salti, movimenti e cadute che non permette aggiustamenti dell’ultimo secondo della traiettoria. Bisogna conoscere Prinny e le distanze che può percorrere con un salto singolo, un doppio salto, o una rincorsa; anche perché alcuni livelli sono strutturati in modo da lasciare molta poca libertà di percorrenza: o si eseguono determinate movenze, o non si andrà mai avanti.

Il secondo capitolo, apparentemente, grazie a una meccanica di potenziamento e power up, potremmo dire, può apparire più facile del primo sotto questo punto di vista. Ma non bisogna confondere la molteplicità di approcci disponibili a un ostacolo con la possibilità effettiva di superarlo con ciascuno di essi. Anche in Prinny 2, infatti, taluni spot dei livelli non sono superabili che in due, massimo 3 modi diversi. Da eseguire al millimetro, per giunta, alternando salti, doppi salti, sederate, attacchi aerei e rincorse con scivolata. A cui si aggiungono, come dicevo in ottica di semplificazione (ma quando mai), i potenziamenti vari ed eventuali di Prinny 2. 

Questione di “sederata”

Di esempi pratici se ne potrebbero fare a iosa, ma uno in particolare è particolarmente eloquente. In primis, quindi, se volete portare a compimento Prinny 1+2 dovete imparare a concatenare le “sederate”. C’è una ragione se è stata posizionata in bella vista una barra delle combo. Che nel primo Prinny, quando riempita, regala punti aggiuntivi, mentre nel secondo pone il personaggio in uno stato di Berserk (che poi, quanto minaccioso potrà mai essere un Prinny, pure se in Berserk? Mistero). In realtà, la barra serve a farvi da promemoria che è assolutamente indispensabile inanellare più “sederate” di fila sui nemici, dato che ogni sederata resetta il doppio salto, e può salvarvi la vita facendovi schivare un colpo in arrivo, o facendovi superare un burrone particolarmente ampio. Non risparmiatevi quindi, e iniziate fin dai primi livelli a usare come si deve la mossa giù+B per colpire quanti più nemici in sequenza potete, e memorizzare quanto in alto potete saltare dopo una sederata. Vi servirà. 

Capite ora cosa intendevo quando dicevo che mai mi sarei aspettato di ritrovarmi nuovamente trasformato in un Prinny, su una console come la Nintendo Switch, per giunta? Con un target medio abbastanza lontano da quello teoricamente previsto per Prinny. Poi, però, mi sono ricordato dei livelli impossibili di Super Mario Maker 2, dell’impegno profuso dai giocatori nell’inventarsi o nel superare sfide in cui, come e più che in Prinny, servono nervi saldi e memoria muscolare ben affilata. E ho capito che forse, ma forse, c’era e c’è bisogno di più titoli “per intenditori” nel mondo videoludico moderno. O almeno, in una piccola, ma appassionata, parte di esso

La nicchia della nicchia nella nicchia

Ricapitolando: Prinny 1+2: Exploded and Reloaded, di cui avete appena letto la recensione, è uno spin-off di una serie RPG Strategica che solo ultimamente sta diffondendosi seriamente quanto a popolarità al di fuori del mondo nipponico. Una serie di nicchia, quindi. Per di più, uno spin-off di un genere altrettanto di nicchia: un platform vecchio stile rigido ed estremamente tecnico. Una nicchia, della nicchia nella nicchia che trova uno spazio vivibile nei cuori e nelle menti di un tipo assurdamente specifico di giocatori. Sebbene, l’ho già detto, i player desiderosi di mettersi alla prova stiano aumentando dopo l’esplosione del genere Souls, sebbene le difficoltà selezionabili siano una mano santa per i neofiti; sebbene, va detto, l’avventura sia abbastanza breve (in tutto entrambi i titoli e i contenuti aggiuntivi possono finire in una ventina di ore a dire tanto, ma tanto tanto) e punti più sulla rigiocabilità e sul perfezionamento degli score che sulla pura durata di una singola avventura. 

Infatti, il segreto per godere al massimo della vostra permanenza agli inferi è comprendere, prima di acquistare la collection, che l’apparenza scanzonata, anime e giocherellona dei protagonisti è (volutamente) in contrasto con la natura hardcore di Prinny 1+2. Manifestata, se vogliamo, più in Prinny 1 che nel secondo capitolo della saga; che infatti, nonostante gli aggiustamenti al gameplay sotto forma di potenziamenti per i nostri Prinny (armi a distanza più o meno improbabili da far imbracciare loro “alla Metal Slug”) non riuscì, già nel 2011, a concretizzare una vera evoluzione di Prinny. Piuttosto, si ebbe, e si ha tutt’ora, l’impressione che Prinny 2 sia “solo” la naturale prosecuzione dell’1. Laddove però Prinny 1 rappresentò una sorpresa inaspettata, Prinny 2 non godette della stessa risonanza, finendo per lo più semidimenticato. Una fine che non meritava, a mio avviso, e che avvalora di molto l’operazione di riproposizione di entrambi i Prinny in un’unica collection.

Non serve che aggiunga altro. Credo. Pinguino avvisato, mezzo salvato. La sfida che vi si presenterà, qualora decidiate di provare a immergervi nei tecnicismi di Prinny 1+2: Exploaded and Reloaded è una sfida crudele; una lezione che si apprende ex abrupto, lentamente, inesorabilmente. “Ma ci sono così pochi nemici in questo tutorial, il primo livello è facile, i Boss di fine mondo sono tutti così? Bazzecole!” penserete ingenuamente. Prima di accorgervi che il tutorial è un inganno spietato, che per sconfiggere i Boss (TUTTI, anche i più difficili) avete solo 3 minuti, che ogni livello va affrontato, diverso ogni volta, almeno in 3 momenti diversi del titolo, con tre difficoltà diverse. Prima di capire, e sarà troppo tardi, che avete fatto arrabbiare Etna. “Omae wa mou shindeiru”. “DOOD?!” *rumore di esplosione*

Vive in simbiosi con la sua Switch, segnato da un'infanzia vissuta solo sulle console Nintendo portatili. Persino la sua prima console Sony è stata la portatile PSP, il che è tutto dire. Monta video da quando erano ancora di moda gli AMV su Dragon Ball, e si usava Movie Maker pensando di essere i nuovi Spielberg. Malato di giochi competitivi ed E-sport, ma anche dal lato opposto dello spettro di GDR e Story Driven, pochi titoli si salvano dalle sue spire, e solo perchè ogni tanto deve anche nutrirsi e dormire. Ha scritto questo testo, ma di solito non parla di sè in terza persona. Così, per dire.