Bungie: la software house punta sul lavoro digitale

Bungie - Destiny 2

Lo sviluppatore di Destiny 2, Bungie ha annunciato martedì che si sposterà verso una cultura dello studio “digital-first”, il che significa che molti dipendenti non dovranno lavorare fisicamente presso la sede dello studio a Bellevue, Washington. In un anno in cui alcune aziende, come Activision Blizzard e Riot Games, stanno imponendo un ritorno in ufficio senza requisiti di mascherina o vaccino, Bungie sta spostando molte posizioni a questa struttura “completamente remota”  in sette degli stati in cui la software house opera.

Sony Interactive Entertainment ha acquistato la compagnia per 3,6 miliardi di dollari a gennaio, la quale però non ha detto se altri studi opereranno con una struttura simile.
Washington, California, Oregon, Illinois, Florida, North Carolina e Texas sono i sette stati attualmente approvati per il lavoro a distanza. Il direttore del gioco di Destiny 2, Joe Blackburn ha twittato che gli stati approvati sono limitati a causa delle normative statali sulle tasse:

La casa di Destiny ha dozzine di posizioni aperte elencate nella sua pagina delle carriere, molte delle quali sono approvate per opzioni di lavoro ibride o a distanza in quei sette stati. Solo poche posizioni richiedono che le persone lavorino in loco nell’ufficio di Bellevue della software house.

Il passaggio a una cultura dell’ufficio “digital-first” è in netto contrasto con altre società di giochi, come Activision Blizzard e Riot Games, che richiedono entrambe a un certo numero di dipendenti di tornare negli uffici fisici. In Activision Blizzard, con sede in California, più di 100 lavoratori hanno lasciato il lavoro all’inizio di aprile per protestare contro l’abbandono dell’obbligo del vaccino COVID-19 dell’azienda e la sua politica di ritorno in ufficio. Da allora la società ha adattato le sue linee guida per consentire ai singoli studi di prendere le proprie decisioni. La politica generale per l’azienda, tuttavia, è che non è richiesta la vaccinazione contro il coronavirus.

Il settore è sempre più competitivo e gli studi dovranno adattarsi per attrarre talenti diversi e di alto livello. Una cultura dello studio “digital-first” è un modo per farlo e Bungie non troverà carenza di sviluppatori in quei sette stati approvati, molti dei quali sono già sede di altre società di videogiochi, come Epic Games in North Carolina.

Nato nel 1998. Cresciuto tra console Sony e Nintendo, ha subito sviluppato un amore profondo per il mondo videoludico e la sua capacità di raccontare storie. Gioca da PC ma nel cuore resta legato ai titoli che lo hanno fatto sognare e gli hanno insegnato delle importanti lezioni di vita, primo fra tutti Kingdom Hearts. Laureato in Comunicazione, Tecnologie e Culture Digitali, adesso studia Game Development presso Link Campus University.