1990 – Curare una rubrica come Weirdogames Inc. dovrebbe renderti impermeabile a qualsiasi assurdità e trasformare in ordinario ciò che tutti gli altri giudicherebbero surreale. Ogni volta che pensi di essere ormai immune al lato Weirdo della vita, dall’oscuro passato dei Pixel salta però fuori un altro monumento al bizzarro pronto a sgretolare le tue certezze in una manciata di schermate.
A rimettere tutto in discussione ci ha pensato stavolta il morboso Zombie Nation della Meldac che, superando chissà come indenne gli scrupolosi content-test Nintendo, riuscì a guadagnarsi un’insperata ribalta sul leggendario palcoscenico NES. Quello che, libretto di istruzioni alla mano, poteva apparire come un innocuo shooter a scorrimento orizzontale, sarebbe passato alla storia del grottesco in virtù del suo protagonista: non esattamente il classico eroe con tutti i pixel al posto giusto, bensì l’immane capoccione fluttuante del defunto Samurai Namakubi che, fluttuando allegramente per i cieli di New York, avrebbe cercato di porre argine ad una micidiale apocalisse zombie. Per aver ragione dei suoi avversari e freddare l’ignobile demone spaziale che l’aveva propiziata, il nostro spiritello poteva logicamente avvalersi di un’intrigante selezione di armi naturali: benché i fulmini oculari facessero senz’altro la propria figura, nessuno sarà mai in grado di convincerci che gli sputazzi esplosivi non bastassero già da soli a giustificare l’esistenza del gioco stesso.
Difficile quanto basta per tenere gli appassionati di genere incollati al pad per un ricco pomeriggio e persino più coinvolgente di quanto il suo incipit non lasci immaginare, Zombie Nation è il classico titolo da accaparrarsi a vista, fosse anche solo per avere la prova tangibile che qualcuno abbia avuto davvero il coraggio di concepirlo!
