Arnold’s Classics: la carriera videoludica di Schwarzenegger

Gli si può preferire Stallone; si possono nutrire perplessità riguardo la sua carriera politica e di certo i posteri non lo ricorderanno per le sue doti attoriali, ma nessuno può negare che Arnold Schwarzenegger sia l’Action Hero per antonomasia. Consolidatasi nel corso degli anni ’80 grazie al successo di pellicole come Conan il Barbaro, Terminator, Commando e Predator la fama del culturista austriaco valicò ben presto i confini dell’industria cinematografica, diramandosi anche e soprattutto in ambito videoludico. Grazie ai puntuali Tie-In tratti dai suoi film più celebri, Arnie riuscì pertanto ad acquisire lo status di eroe anche in questo settore, finendo col guadagnarsi una schiera di fan tanto nutrita da rivaleggiare con quella vantata da alcune delle icone più acclamate del settore…


CONAN: HALL OF VOLTA  1984 DATASOFT / SE SOFTWARE

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Curata dalla Americana Software, la versione C64 del gioco presentava una cover agghiacciante, rea di abbinare i dettagli di un’autovettura anni’50 all’artwork tratto dalla locandina del film “Conan il Distruttore”.

Pur non essendo collegato a nessuno dei due film ispirati al leggendario eroe creato da Robert E. Howard, Hall Of Volta sfruttava l’immagine di Arnie a fini promozionali, sfoggiando in copertina il medesimo Artwork presente sul manifesto di Conan il Distruttore (1984, Richard Fleisher). Sviluppato da Eric Robinson ed Eric Parker, questo gradevolissimo Action Platform viene tutt’ora identificato da molti come il miglior videogame mai dedicato al possente Cìmmero e non soltanto in virtù del suo vivace Level Design. Grazie ad una certosina ricerca letteraria, gli autori seppero difatti catturare l’ancestrale essenza delle avventure di Conan.

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Pur godendo dei diritti di immagine ufficiali, gli sviluppatori non ebbero modo di realizzare uno Sprite che ricordasse le fattezze di Arnold Schwarzenegger.

PREDATOR 1987 ACTIVISION / SOFTWARE STUDIOS / SOURCE THE SOFTWARE HOUSE

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La copertina del gioco, in questo caso legata alla rispettiva versione NES riprendeva il celeberrimo manifesto del film.

Predator irruppe sulla scena dei run & jump shooter in contemporanea al debutto dell’omonimo Cult Movie, registrando un boom di vendite significativo. Il gioco presentava diversi spunti interessanti, come ad esempio l’obbligo di partire disarmati, salvo poi acquisire fucili, pugnali e quant’altro solo depredando i cadaveri disseminati lungo il percorso. Tra le feature più affascinati figuravano anche effetti speciali come la visione termica, che veniva applicata ai fondali ogni volta che il Predator cercava di colpire lo Sprite controllato dai giocatori. Beneficiando di migliori effetti sonori, la versione Atari ST riuscì curiosamente a dimostrarsi più efficace dell’edizione Amiga.

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Pur non essendo dettagliatissimo, lo sprite principale richiamava la stazza del prode Schwarzie. Da notare i simpatici dettagli “gore” sparsi per la giungla…

THE RUNNING MAN  1989 GRANDSLAM ENTERTAINMENT / EMERALD SOFTWARE

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Un fotogramma tratto dalla spettacolosa intro animata del gioco: magari non sembra, ma a quei tempi c’era davvero da restare attoniti.

Trasposizione diretta dell’Action Movie conosciuto in Italia come L’Implacabile, The Running Man provocò una sorta di sisma video-ludico all’epoca del suo debutto. Impiegando un quantitativo di memoria notevole, gli sviluppatori riuscirono difatti a confezionare una sequenza introduttiva molto spettacolare, che sfruttava fotogrammi animati tratti direttamente dal film. Purtroppo, la stessa cura per i dettagli non venne riservata alla realizzazione del gioco vero e proprio: risolvendosi in uno squallido beat’em up scorrevole a base di sole Boss Battle, esso trovava l’unico oggettivo spunto di interesse nella realizzazione di uno Sprite principale alquanto fedele alla controparte reale.

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La versione Amiga 500 di The Running Man troneggiava senz’altro sulle altre per dettagli e performance, ma ciò non sarebbe ovviamente bastato a trasformarlo in un titolo da prendere i considerazione.

RED HEAT (DANKO) 1989 OCEAN SOFTWARE / SPECIAL FX SOFTWARE

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Per conferire maggior dinamismo alla cover del Tie-In, i producer della Ocean scelsero di “arricchire” il manifesto originale del film con ulteriori fotogrammi tratti dalla pellicola.

Il Tie-In di Danko non si delineò certo come uno dei migliori beat’em up della sua epoca, ma seppe regalare agli estimatori dell’olimpico Arnie una delle sue più convincenti trasposizioni in Pixel. A seguito di una insolita scelta operata dagli sviluppatori in fatto di game design, il gioco prendeva tuttavia corpo all’interno di una striminzita videata Wide Screen rea di immortalare i personaggi a mezzo busto. Oltre a smorzare l’impatto scenico del comparto grafico, questa soluzione non mancò di riflettersi anche sul gameplay: impossibilitati a spaziare liberamente lungo gli scenari come in un qualsiasi Double Dragon, i giocatori erano, in pratica, condannati ad un’esperienza di gioco decisamente limitata.

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Il granitico Danko si appresta a fronteggiare il leggendario Travestito-Infermiera nella riproduzione di una delle sequenze più elettrizzanti della pellicola originale!

TOTAL RECALL 1990 OCEAN –  AKKLAIM / INTERPLAY (VERSIONE NES)

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Le fasi clou del film in una micidiale Via Crucis della Pixel Art: non esattamente il massimo del fotorealismo, ma quanto bastava per entrare nel mood…

In occasione del Tie-In di Atto di Forza, i ragazzi della Ocean optarono per un’ ibrida formula Action in cui lineari sequenze platform/shooter sarebbero andate alternandosi a segmenti di stampo racing con visuale dall’alto. Sebbene questa soluzione si rivelasse congruente al plot e più che adatta a supportare il character design vagamente Super Deformed, il gioco rimediò tuttavia votazioni molto basse in sede critica. Molte di esse si concentrarono sulla versione NES: nel goffo tentativo di conferire al tutto un look più “realistico”, il subentrato team Interplay finì difatti col compromettere quanto di buono realizzato dai colleghi inglesi in ambito Personal Computer.

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Il gioco approdò sugli scaffali dei negozi in un’ epoca fortemente influenzata dal successo dei titoli targati Bitmap Bros. e in quanto tale ne rifletteva i dictat estetici.

TERMINATOR 2: JUDGEMENT DAY 1991 LJN / SOFTWARE CREATIONS

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Un convincente artwork in pixel realizzato appositamente per il gioco sfruttando una delle tante immagini promozionali del film.

Il primo dei due Tie-In prodotti dalla LJN per supportare il lancio di Terminator 2, si sviluppava lungo un binario multi-genere, abbinando le principali sequenze del film alle formule di gioco loro più congeniali. Tra claudicanti spaccati da picchiaduro ad incontri, convincenti sequenze racing ed episodiche sessioni platform, Judgement Day si profilava come il classico Tie-In dall’anima superficialotta, ma questo non gli impedì di fare una discreta figura ai botteghini. Una curiosità: per realizzare il bonus stage in cui il T800 avrebbe dovuto riparare il suo braccio danneggiato, il grafico Terry Ford digitalizzò il proprio avambraccio: peccato che esso vantasse una circonferenza ridicola se paragonata a quello di Arnold!

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All’epoca un po’ tutti ci chiedemmo perché avessero deciso di mortificare lo sprite del T800 con quel capoccione enorme. Misteri della grafica.

T2: THE ARCADE GAME 1991  LJN / MIDWAY

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A metà strada tra Operation Wolf e Beast Busters, ecco a voi il Case di T2; The Arcade Game!

T2: The Arcade Game metteva da parte l’ibrido concettuale proposto da Judgement Day per adottare un approccio molto più organico. Concentrandosi esclusivamente sulle sparatorie presenti nel film, il gioco riprendeva la vecchia formula di Operation Wolf, con i giocatori impegnati a gestire un mirino mobile sullo sfondo di scenari a scrolling predefinito. Questa soluzione favorì l’elaborazione di un notevole comparto grafico, che trovò la sua incarnazione più convincente in ambito SNES. Il gioco supportava anche l’impiego delle pistole ottiche disponibili sia per la console Nintendo che per il Megadrive.

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La versione a gettoni si dimostrava ovviamente una spanna al di sopra dei rispettivi porting casalingi. Ma i gamer dell’epoca erano fin troppo abituati a questo genere di gap tecnico…

THE TERMINATOR 1992 VIRGIN GAMES / PROBE SOFTWARE

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The Terminator giunse sul mercato a ben 8 anni di distanza dal debutto dell’omonimo film diretto da James Cameron.

The Terminator è stato probabilmente il miglior Tie-In mai dedicato ad una pellicola di Arnold Schwarzenegger. Ispirato agli eventi narrati nel primo episodio della saga cinematografica, il gioco ci vedeva esplorare dieci stage in compagnia del prode Kyle Reese, nel tentativo di proteggere Sarah Connor dalle “attenzioni” del T800. Oltre a riproporre in chiave sparatutto a scorrimento, tutte le sequenze madri del film, The Terminator ne arricchiva l’impianto narrativo mediante l’innesto di una lunga sezione ambientata nel 2029. Grazie al supporto di un comparto sonoro di qualità digitale, la versione SEGA Mega CD del gioco si rivelò di gran lunga la più completa tra tutte quelle realizzate.

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Appena un anno prima che la Probe Software lanciasse sul mercato il suo spettacoloso Blockbuster a tema, una giovane Bethesda Softworks aveva sfruttato la licenza ufficiale del film per produrre un’intrigante action-adventure ad architettura ibrida, in cui elementi grafici di tradizionale foggia bitmap andavano integrandosi a scenari realizzati tramite engine poligonale. Pur rivelandosi assai fedele al plot della pellicola originale e concettualmente accattivante, il titolo non riscosse purtroppo il successo sperato: a quanto pare, i Terminator fan preferivano un’esperienza di gioco meno riflessiva.

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Da vivere interamente in soggettiva, il Terminator della Bethesda alternava efficacemente sequenze di guida a spaccati esplorativi.

Nel 1993, infine, Mindscape Inc. e Gray Matter Inc. avrebbero infine prodotto un ulteriore Tie-In legato al primo capitolo cinematografico di Terminator riprendendo un format di gioco molto più affine alla formula platform-shooter a scorrimento adottata dalla Probe Software in precedenza.

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Alle tradizionali sequenze platform-shooter, il Terminator della Mindscape abbinò anche due sezioni racing con visuale alla Out Run atte a ricreare i più spettacolari inseguimenti visti nel film.

THE LAST ACTION HERO  1992 / 1993 / 1994   SONY IMAGESOFT / BITS STUDIOS

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Il Tie-In di The Last Action Hero approdò anche in ambito handheld, riscuotendo maggiori consensi in versione Game Gear.

La gestazione del Tie-In di Last Action Hero fu piuttosto turbolenta, tant’è che dal lancio della versione Game Gear e quella Amiga sarebbero trascorsi ben due anni. Contrariamente alle aspettative, quest’intervallo di tempo non avrebbe favorito chissà quali varianti nel concept originario del gioco: esso rimase pertanto un semplice beat’em up a scorrimento orizzontale, intramezzato da occasionali sequenze racing con visuale top-view. Di tutte le edizioni prodotte, quelle SNES e Megadrive si distinsero senz’altro per qualità tecnica. Grazie ad un framerate più costante, la console Sega riuscì tuttavia a superare sul filo di lana quella Nintendo.

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Il format di gioco delle versioni SNES e Megadrive andava a pescare a piene mani dalla vecchia tradizione dei Beat’em Up a scorrimento. Modelli di riferimento: Final Fight, Streets of Rage e l’inossidabile Double Dragon.

TRUE LIES 1994 ACCLAIM / BEAM SOFTWARE

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Strizzando più l’occhio alla Commedia Action, True Lies non aveva magari l’appeal dinamico di altre pellicole girate da Schwarzie. Curiosamente, il Tie-In ufficiale si rivelò tuttavia uno dei migliori Schwarzie-Game di sempre!

In occasione del Tie-In di True Lies, i ragazzi della Akklaim preferirono rispolverare la vecchia, ma sempre efficace formula Top View Shooter. A prescindere dalla console ospitante, il gioco si sarebbe pertanto distinto come una valida variante sul tema di Rambo III (1989). Forte di un level design decisamente ispirato e ad un grado di sfida mica da ridere, True Lies non faticò a guadagnarsi il beneplacito dei critici, riscuotendo particolare successo in ambito Handheld. In zona Home, il gioco si rivelò altrettanto efficace, trovando probabilmente sullo SNES la propria versione più accattivante.

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Animazioni efficaci e ritmi di gioco piuttosto elevati: la versione SNES di True Lies non sfigurava poi tanto rispetto ai più ispirati classici della sfera Top View Shooter.

BATMAN & ROBIN 1998 AKKLAIM

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L’ultimo Batman Movie diretto da Joel Schumacher determinò un drammatico calo di appeal per il brand. Non a caso, l’uomo pipistrello sarebbe tornato sul grande schermo solo molti anni più tardi col reboot Batman Begins diretto da Christopher Nolan.

Il caro Schwarzie ebbe anche occasione di interpretare Mr. Freeze nel discreto Batman & Robin della Akklaim. Sebbene presente soltanto in veste di personaggio non giocante, il nostro eroe sarebbe stato comunque attivo nel corso del gioco, anche perché il rispettivo comparto sonoro ospitava diversi campioni vocali tratti dalla performance da lui fornita sul grande schermo in occasione del film. Il lancio di questo titolo, favorì anche la realizzazione del primo modello poligonale di Schwarzenegger, il quale non mancò tuttavia di far rimpiangere i beneamati pixel!

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Il modello poligonale di Mr. Freeze in tutto il suo… cubettoso splendore!

TERMINATOR 2: THE RISE OF THE MACHINES  1994 ATARI / BLACK OPS ENT. – TANIKO (GBA)

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Lo Schwarzenegger visto nel Tie-In del loffio Terminator 3 fu senz’altro il più fedele alla controparte reale. Peccato che il gioco fosse davvero poca cosa.

FPS di quelli mesti e svogliati in versione Home, il Tie-In di Rise of The Machines si salvò dall’oblio grazie alla discreta conversione Handheld. In versione GBA, il gioco si proponeva come un gradevole sparatutto su prospettiva isometrica che, pur non avvicinandosi alla completezza dei più celebri titoli di genere, riuscì a rappresentare con dignità gli eventi narrati nel film. A fronte del suo modesto valore, questo titolo maturò in ogni caso introiti tali da giustificarne anche un’edizione PC interamente dedicata al multiplayer Online. Ribattezzato War of the Machines, l’esperimento non riscosse tuttavia alcun successo.

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Terminator 3: Rise of the Machines riprendeva tutti i più gettonati cliché legati alla scena FPS dell’epoca, senza pertanto proporre nulla di realmente innovativo.